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Epicrisi 54. Scrittori si nasce o si diventa..?

di Sandro Russo
Snoopy-scrittore.1 [1]

 

Pur senza voler arrivare agli estremi di alcuni (grandi) Scrittori per cui il valore della vita sta nel racconto che se ne fa, nel nostro piccolo l’interesse per la scrittura è stato uno dei fili trainanti di Ponzaracconta (già nell’intestazione del sito!). Dove per “raccontare” si dovrà ben seguire la trafila obbligata: prima “registrare” e poi “scrivere”!

Marquez. Vivere per raccontarla [2]

Vivere per raccontarla. Romanzo di Gabriel Garcia Marquez del 2004. Mondadori editore

Cosa niente facile, raccontare, anzi arte aperta alle più varie possibilità, come stiamo leggendo con le storie dei naufragi. Della London Valour [3], del Titanic (1) [4] e (2) [5]… e con altri che seguiranno.
Uno potrebbe dire: che c’è da almanaccare? La nave va a fondo, si spiega come e perché, si contano i morti e si attribuiscono le responsabilità… Che altro?
E no!
La scrittura è tutto il resto; quel che non è cronaca… È – visto che siamo in tema – la parte sommersa dell’iceberg (i nove/decimi, come tutti sanno): quello che sta sotto, dietro e intorno all’evento in sé.

Iceberg [6]
Sul sito ogni settimana in due scrivono di sport – no, non saltiamo di palo in frasca: la barra del timone è fissa sulla scrittura! –
Sul calcio a 11 [7] ricama Giovanni Califano – il nostro Giuàn-Brera, come è stato definito da qualcuno – che usa un linguaggio ricercato, a volte tecnico, a volte tinto di metafore epiche… Gli abbiamo chiesto di non limitarsi al calcio, ma di esercitare la sua capacità su altri temi, nel vasto mondo dell’esistente (raccontabile).

Sullo spartito del calcio a 5 [8] compone Vincenzo Ambrosino. Dai suoi articoli è evidente ogni volta la ricerca di una chiave originale di lettura dell’evento calcistico; lo trascende e gli dà senso.

Qualcuno sembra che nasca scrittore, qualcuno sembra che lo diventi strada facendo…
Qualche esempio può gettar luce sull’alternativa.

Quanta vita e quante storie ci sono dentro e intorno a una semplice  fotografia in bianco e nero [9] di quando eravamo ragazzini? Bastano pochi accenni, ma se chi scrive sa far partecipare il lettore, resta come il ricordo di esserci stati dentro!

Foto album E. Guarino [10]

Qualcuno non ci pensava proprio di essere uno scrittore… Magari faceva il pescatore, o il manovale in un’impresa edile… o l’impiegato comunale… va’ a sapere! E poi gli dicono: – Ué, ma sei bravo! Ma che, hai fatto una Scuola di Scrittura?
– Chi io? …Ma va’ va’..! Chi t’i ddice ‘sti cose, a mala ggente [11]? – dribbla lui e itticamente sguscia tra le maglie dell’ennesima rete!

Qualcun altro si ritrova uno spirito antico, di grande ‘moralista’ nel senso di Montaigne, anche se sembra parlare di vecchi ricordi, di realtà locali o di belle donne (1) [12] e (2) [13].

Montaigne_Dumonstier [14]

Ritratto di Michel Eyquem de Montaigne (1533 –1592), di Dumonstier

In altro modo attratto dalla musica delle parole, da rime e assonanze, c’è chi si applica a trasporle dall’inglese [15] all’italiano o al dialetto ponzese; altre volte a proporle in proprio [16]

Al netto della genialità, nella scrittura c’è anche una buona componente di pratica e di mestiere; di modi ricorrenti e marchi distintivi. Sono i ‘segni’, tra i tanti studiati dalla ‘semiologia’: caratteristiche assolutamente riconoscibili, come in altri campi l’impronta digitale o, in tempi più recenti, le impronte genetiche del DNA.
Non vale nascondersi con occhiali e barbe finte o ostentando errori di ortografia; neanche ricorrendo a mascheramenti ancor più fantasiosi (si favoleggia perfino di un travestimento da cagnolina!).
Di solito il fantasista ventriloquo si esibisce su Facebook, ma tempo fa fummo infestati da una sequela di suoi dotti insulti in Redazione. Ogni volta tanato!
Gioie e dolori della notorietà! Sua, ma anche nostra!

Dante Cigarini. Ventriloquo [17]

samuel-barletti. Ventriloquo [18]

Ci sono, nel vasto campo della scrittura, dei filoni attinenti a temi ‘tecnici’. Qui la difficoltà è maggiore, perché bisogna essere veritieri e rigorosi, e allo stesso tempo non perdere la presa sull’interesse del lettore. Ne abbiamo un buon esempio, questa settimana sul sito, in un articolo che parla di biologia evolutiva [19] in questi modi seducenti.

Darwin [20]
Stesso problema ha Vincenzo Pagano con i suoi articoli di economia, da sempre marcati da una dichiarata sfiducia nell’euro [21]! L’abbiamo contrastato finché abbiamo potuto, ma per ammissione dello stesso Enzo Di Fazio, il più esperto di noi sull’argomento, mostrare non dico entusiasmo, anche solo fiducia, sta diventando sempre più difficile.

Chi probabilmente era nato per fare lo scrittore è stato Gennaro Mazzella [22]. Con genio e perseveranza, in un’epoca in cui quella era una strada ben più impervia di adesso, facendo altri lavori, crescendo figli che adesso scrivono di lui…

Ponza mia. Cruciverba
Parliamo anche dell’unica ‘professionista’ tra tutti noi “scrittori per caso e per piacere’. Il suo articolo Sulla scomparsa dell’avvocato Censi di Latina. Trittico [23] è un mélange polifonico che si compone in un quadro globale; una chiave per un evento ai limiti dell’incomprensibile.
I suoi suggerimenti ci sono sempre preziosi, anche in forma di commento come per esempio quest’ultimo suo intervento sui fari, in cui ha buttato lì Tusitala, “colui che racconta storie”, il nome samoano di Robert Louis Stevenson. In stretta attinenza con il tema che stiamo trattando in questa Epicrisi: una “dritta” che non rimarrà inevasa, cara Luisa…

Robert-Louis-Stevenson-miniature-doll [24]

Robert Louis Stevenson (1850-1894): Tusitala

Colui che per quantità di scritti e continuità di produzione è forse l’autore (vivente) più importante che Ponza può annoverare, scrive per noi brevi saggi o lirici bozzetti, come Chi è rimasto a Ponza a svernare [25]” e Confessioni di un refolo [26] . Al di là dei gusti personali si può dire che è stato – ed è..! – il più instancabile dei ponzesi a sfruttare la cultura alta che lo studio gli ha aperto, per tradurre all’anema ’i Ponza in ricerca di un senso, intelligenza dei fatti e quindi in divulgazione. La scrittura (insieme al canto e alla musica) è il suo strumento. A volte provocatoria, il che spesso lo porta a urtare la suscettibilità dei suoi conterranei. Ad  animare il dibattito… ma ben vengano gli scontri se portano a definire il campo di appartenenza e a parlarsi, pur nelle rispettive differenze!

isolaitudine-di-Francesco-De-Luca [27]
Un ultimo pezzo che volevo segnalare ai Lettori come da rileggere, è questo recente Dio ’u ssape e ’a Maronna ’u vvede [28]dell’amico Enzo, come esempio di una capacità di scrivere di cose private, perfino intime, rendendole universali e interessanti per gli altri.

 

In conclusione, la domanda espressa all’inizio – se scrittori si nasca o si diventi – sembra rimanere senza risposta. Non è così. Ciascuno dei lettori può dare il suo giudizio che è anche molto personale, in relazione all’empatia che ci stabilisce con l’Autore e/o con qualcuno dei suoi scritti.

Ci chiediamo sempre quanti scrittori ‘nati’ ci siano, a Ponza e tra i lettori di Ponzaracconta, che ancora non si sono espressi… mentre quelli che non “lo nacquero” – per dirla alla Totò – possono sempre diventarlo!

Snoopy-scrittore.2 [29]