- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

Chi è rimasto a Ponza a svernare?

di Francesco De Luca
Ponza. Marina [1]

 

Alla domanda ho già risposto altre volte, collimando con quanto pensano tutti: a Ponza oggi sverna chi non può lasciare l’isola. Per ragioni logistiche, di lavoro, di opportunità. Tutte quelle che impediscono di andare via.

Lo so, altre domande si tira dietro questo ragionare: come mai ci si vuole allontanare? Come fare per fermare l’esodo? Come si è arrivati a questo punto?

Le domande si susseguono in un crescendo che all’inizio segue un filo logico, per tracimare poi nel sociologico, nel politico, nell’affettivo e così via.

Non se ne esce più e, in ogni caso, le domande provocano reazioni sanguigne, di rivalsa, di insoddisfazione. Le risposte fanno male, perché sezionano il corpo sociale: la parte sana da quella infetta, la giovane dalla vecchia, e così via di separazione in separazione. Mi fermo.

Qui invece vorrei riflettere sul fatto che la natura della risposta, la sua matrice, si fonda sull’economia, non su altro. Cioè afferma che la principale ragione per cui non ci si allontana è di natura economica.

La qual cosa la trovo sconcertante. Il paese non ha altre risorse (necessità e potenzialità) al di fuori di quelle economiche. Nessun altro interesse tiene saldi i compaesani se non il fatto che economicamente si è necessitati a dimorarvi. Nessuno si ferma per il piacere, nessuno per diletto, per l’attaccamento, per il gusto. Nessuno trova nella vita isolana condizioni sufficienti per soggiornarvi stabilmente e con soddisfazione.

E’ chiaro che queste ultime affermazioni radicalizzano i concetti, li esasperano ma non inficiano la serietà di quanto detto. Perché? Perché un gruppo sociale non si fonda unicamente su una partecipazione economica; sarebbe una società per azioni non una comunità di persone.

La ragione economica come ragione portante di una struttura sociale è affiancata da altre, di altro genere. Per resistere, rinnovarsi e crescere una comunità ha bisogno di legami parentali, culturali, storici, linguistici, religiosi. Se vengono meno tutti e rimane soltanto quella economica la comunità si è tramutata in una campagine a fine di sussistenza e di lucro.

E’ questa la situazione di Ponza, oggi? La mia conclusione è questa.