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Epicrisi (53). Tra il presente e l’infinito. Con l’epicrisi di questa settimana comincia un nuovo anno della rubrica domenicale, dopo 52 settimane di percorso. Continua a tenere banco il dibattito sul dialetto, tra poesie, distinguo tra parole scritte e parlate, che diventa anche spunto per l’approfondimento di “Ponzese-forestiera o frastera-punzese”. Ma a proposito di Ponza Mia, permettete un ricordo personale: per quella bella rivista ho pubblicato qualche articolo e alcune poesie, nel periodo ‘creativo’ dell’adolescenza. Ne ricordo in particolare una intitolata “Il mare” (che titolo originale?!). Ebbene, oltre una decina di anni fa, una mattina mentre sbarcavo sul molo Musco da un aliscafo della Caremar, un marinaio di Ponza me l’ha recitata integralmente a memoria: che sorpresa e che emozione! “Bbone fatte feste” con i relativi commenti ci riporta alle belle atmosfere del tempo antico, anzi “d’antico tempo”, come diceva mia nonna. Mentre riscalda il cuore “Caro amico, per le feste non ti ho scritto” che, oltre al rimando a una delle canzoni più belle e più note di Lucio Dalla, è un autentico inno all’amicizia, tant’è che in molti si sono sentiti raggiunti da quel messaggio, lontani e vicini allo stesso tempo. Ci tiene aggiornati sull’attualità invece la rubrica settimanale della Rassegna Stampa, una delle new entry del sito, giunta all’8^ settimana: riporta le notizie che ci riguardano che via via appaiono sui media locali. Trovo la notizia più curiosa la presenza del pesce palla nel mare del Golfo di Napoli: attenzione, anche cotto è velenoso. E a proposito di rubriche, per l’appuntamento ‘storico’ del venerdì Sang’ ‘i Retunne conia addirittura un nuovo vocabolo, ‘ponziopatico’, che sta a indicare la malattia, detta appunto ‘ponziopatia’, dell’isolano più tipico: quello che quando è a Ponza non vede l’ora di andarsene, e quando se ne allontana rimpiange tutto di essa. Alzi la mano chi non si riconosce affetto da tale patologia. Ma il passaggio che a mio avviso meglio sintetizza lo spirito del nostro sito in questo particolarissimo momento di inizio anno è la pubblicazione casualmente vicina di due pezzi del 5 gennaio: il Memo della vigilia della Befana, con la sua mordace e amara visione sull’attualità della vita nella nostra isola, e L’ambiente marino, che ci porta nella perfezione della profondità del mare in generale, e naturalmente del nostro in particolare. Una perfetta sintesi tra il contingente e in qualche modo l’eternità, fra il presente e l’infinito. C’è molto altro poi: lo sport tra le difficoltà del calcio, fra vacanze e trasferte e gli apprezzabili risultati del calcio a cinque; le poesie tornate alla mente per l’Epifania, il richiamo del Presidente Mattarella nel discorso di fine anno a prestare maggiore attenzione alle realtà più fragili e preziose dell’Italia, come le piccole isole, proprio come Ponza. Vogliamo fare nostro il suo saluto e lo trasformiamo in un invito, ricordando che per tutto il mese di gennaio c’è tempo per scambiarsi gli auguri per il nuovo anno. Torniamo perciò ai primi giorni della settimana appena conclusa per ricordare il benaugurale e benaugurante “scrigno di rossi rubini”, il melograno: il frutto più sontuoso che esista in natura. Che porti bene a tutti, vicini e lontani: a chi ci vuole bene e a chi… così così. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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