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Il Porto a Cala dell’Acqua, la grande svolta per Ponzadi Giuseppe Mazzella di Rurillo
La costruzione del porto turistico a Cala dell’Acqua può e deve costituire la “grande svolta” per l’economia di Ponza poiché rappresenta la scelta fondamentale ed irreversibile per il Turismo o meglio “i Turismi” come si articola oggi al tempo della globalizzazione il grande business dell’industria delle vacanze. È dal porto turistico a Le Forna che deve partire anche – in contemporanea – la “trasformazione urbana o riqualificazione ambientale” di tutta l’area dell’ex-miniera dove deve nascere un “villaggio vacanze” capace di fare da volano per tutte le strutture alberghiere e commerciali oggi esistenti, le quali a loro volta devono aggiornare i loro programmi aziendali. Si tratta di promuovere – al tempo della valorizzazione formale delle Autonomie Locali – uno “sviluppo locale” promosso, progettato ed attuato dal Comune con il cosiddetto “partenariato” sociale ed economico e cioè anche e soprattutto con gli investimenti – pubblici e privati – che devono trovare attuazione con quello che oggi si chiama “marketing territoriale” cioè la ricerca di investitori italiani e stranieri per creare sviluppo ed occupazione. Da qui la necessità che il Comune di Ponza costituisca una “Società di Trasformazione Urbana” prevista dall’art.120 del Testo Unico degli Enti Locali e che utilizzi tutti gli strumenti legislativi di “concertazione” previsti dalla legge 241/90 affinché la Pubblica Amministrazione sia “efficiente”, capace di esprimere la sua volontà in maniera definitiva e rapida – con la velocità dell’economia – e quindi la fine dei “conflitti di competenza” tra Comune, Provincia e Regione e soprattutto Soprintendenze ai Beni Ambientali ed Archeologici. Insomma si tratta di promuovere uno sviluppo economico capace di essere anche sociale in tempo di recessione economica nazionale e di drammatica crisi occupazionale soprattutto giovanile. Nel 2009 con l’amico e collega Gianni Vuoso rifacemmo “il viaggio di Mattia” (leggi qui) per riscoprire dopo 275 anni Ponza e vedemmo “L’altra Ischia” con gli stessi costumi, lo stesso dialetto, le stesse tradizioni e gli stessi problemi che avevamo qui agli inizi degli anni ’50 del ’900 quando eravamo un’isola di contadini e pescatori; questo prima che il grande imprenditore milanese Angelo Rizzoli (1888-1970) con i suoi investimenti a Lacco Ameno nei Grandi Alberghi delle Terme la trasformasse in località turistica internazionale dando il via ad una crescita turistica di enorme grandezza. Ponza ha invece problemi di effettivo lancio dell’economia turistica dopo il tramonto dell’agricoltura di sussistenza e della pesca artigianale. Ponza d’inverno – e “l’inverno” comincia a settembre e termina solo il 20 giugno con San Silverio – ha una popolazione dimorante di circa 2mila abitanti con ridotte attività commerciali in attività e con poche strutture ricettive aperte. Il porto turistico ed un villaggio turistico nell’ex-miniera rappresentano la strada obbligata per una economia turistica moderna al tempo della competizione con le altre località turistiche. Bisogna affrontare con realismo la nuova economia e bisogna sradicare nei petti il personalismo paesano ed elevare il dibattito politico impostandolo sui fatti. Apprendo dalla demografia che Ponza nel 1931 cioè 84 anni fa aveva 6.827 abitanti e toccava il suo punto massimo nella popolazione. Nel 1861 aveva 3.197 abitanti. Nel 1951, 4.832 e nel 2011 aveva soltanto 3.255 abitanti. Ecco perché ritengo che il confronto pubblico sul porto a Cala dell’Acqua è oggi decisivo per il futuro se la popolazione di Ponza vuole dare un futuro anche come “sviluppo locale” alla propria gioventù . Con queste osservazioni – anche provocatorie perché un dibattito contenutistico deve contenerle – desidero inviare i miei auguri ai cugini ponzesi invitandoli ad affrontare il presente ed il futuro con coraggio ed audacia nella fierezza dei Precursori. . Giuseppe Mazzella di Rurillo – 66 anni, giornalista economico e politico, operatore di sviluppo e coesione territoriale, direttore dell’Osservatorio sui fenomeni socio-economici dell’isola d’Ischia (OSIS). Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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