Ambiente e Natura

Tiene apierto

di Francesco De Luca
Finestra aperta

 

E’ un gioiello della saggezza popolare ponzese,“Tiene apierto”, letteralmente “lascia aperto”, “non chiudere”.

Una massima da usarsi nei più vari contesti. Non li elencherò né li descriverò, sarebbe banalizzarne la portata. È così vasta che circoscriverla mi parrebbe sminuirla.

E’ balzata sulla scena della mente in questo tempo di riflessione accorata. L’isola si bea nell’autunno mite come una primavera, e i Ponzesi, quelli rimasti, si distraggono andando a pesca nei mattini senza vento e nei vespri, disturbati soltanto dalla temperatura di fine dicembre.

I calamari, le pezzogne sono diversivi piacevoli, che allontanano gli scenari di un inverno che dovrà colpire prima o poi, di una solitudine sociale che si coglie a vista, di un’inquietudine che aleggia sulle teste dei Ponzesi.

“Tiene apierto figliu mio, cambieranno le situazioni, e i timori per un futuro di cui le insidie sono ventilate, si dissiperanno ”.

In cosa fidare? Nella capacità di fare comunità, nonostante le diserzioni, nonostante le spinte opportunistiche alla partigianeria. Teniamo aperta la nostra intelligenza sul sentimento che ci lega. Dedichiamoci a fare di questo breve tratto di vita la celebrazione della nostra cultura. Isolati per condizione fisica, non isolati ad una condizione storica ancillare.

“Tiene apierto, ’Macula’, ca dimane vengo n’ata vota” – sottolineava Custanzo, lasciandosi alle spalle la porta del piacere. E ’Maculata pronta: “’a mia ’a tengo sempe aperta”.

La speranza in fondo è una porta aperta.

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