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Carmela Conte, una vita di lavoro

di Mimma Califano

 

Carmela da giovane era bella ed anche con l’avanzare degli anni ha sempre conservato un bel portamento e un sorriso accattivante.

Nata nel gennaio del 1920, pochi mesi dopo la morte del padre Carmine, da cui le è derivato il nome, è cresciuta nello stesso palazzo giù a Sant’Antonio dove poi avrebbe trascorsa tutta l’esistenza.

Carmela con la nonna [1]

Carmela da giovane con la nonna materna Maria ‘a scrivana ‘i coppa ‘a massaria

Anche il futuro marito abitava lì vicino, in pratica Carmela e Temistocle si sono conosciuti da bambini e sposati che lei non aveva ancora 20 anni, lui ne aveva 5 di più.

Temistocle aveva la panetteria sul corso Pisacane mentre il forno era dietro il Corridoio e Carmela aiutava da una parte e dall’altra; facendo nel contempo la moglie e la mamma (ha cresciuto quattro figli).

Agli inizi degli anni ’50, Temistocle e Carmela decidono di buttarsi in una nuova attività: aprire una pizzeria, pur mantenendo la panetteria. I locali di una cugina di Carmela – Lucia Conte – per la loro posizione panoramica sul porto sembrarono adatti allo scopo.

ponza-all-imbrunire. Ristorante EEA [2]

La posizione dell’EEA, in alto sul porto borbonico (nella foto: in alto al centro leggermente a sin. riconoscibile dalle due grandi arcate)

I lavori di sistemazione erano iniziati da un po’ di giorni, quando passa di là, Mons. Dies e si informa di cosa si trattasse. Appreso dell’intenzione di aprire una pizzeria, evento ben raro a Ponza in quel tempo, chiede che nome intendessero dare al nuovo locale. Gli fu risposto che non ci avevano ancora pensato, magari un suggerimento…
Al che Monsignore risponde: – Beh! in un famiglia dove il padre si chiama Temistocle, un figlio Omero, il cane Polifemo… il nome non può che essere EEA!
Ed EEA fu.

Inizialmente gli avventori della pizzeria non erano tanti, o meglio clienti ce n’erano, ma i soldi all’epoca mancavano… così le serate si trasformavano in allegre riunioni di amici con tanto di musica. I più assidui erano: Domenico Zecca – Minicucci’u ferraro – alla chitarra; Salvatore Sandolo – Tatòre ’u cecate – al mandolino; Francesco De Luca – Ciccill’ i maistà – alla fisarmonica e lo stesso Temistocle al violino – gli era stato insegnato dai confinati, che gli avevano anche trasmesso la passione per la politica a difesa dei deboli – [su Temistocle, leggi qui [3] un ritratto di Paolo Iannuccelli].

Una tavolata [4]

Con Temistocle [5]

Temistocle con amici tra cui Ernesto Prudente e Luciana [6]

Qui sopra, Temistocle sulla terrazza dell’EEA,  con amici tra cui Ernesto Prudente e Luciana, ai due estremi del gruppo; Carmela è a fianco ad Ernesto

I “clienti” erano contenti, un po’ meno i padroni di casa che contavano più spese che entrate; per fortuna che il forno continuava ad andare bene.
E Carmela?
Lei lavorava senza risparmiarsi: la sera in pizzeria, giù al forno durante la giornata, più la casa e i figli.

Dopo un paio di anni di pizzeria decisero di trasformarlo in ristorante.

Ristorante EEA [7]

Dopo qualche incertezza iniziale ed anche per il rapido mutare delle condizioni economiche di una parte della popolazione, il ristorante inizia ad affermarsi.

L’EEA diventa in giro di pochi anni il locale delle grandi occasioni, grazie soprattutto alle qualità di cuoca e capacità di gestire la cucina di Carmela.

Praticamente dalla fine degli anni ’50 a buona parte degli anni ’70, quasi tutti i matrimoni, della Ponza che se lo poteva permettere, venivano festeggiati all’EEA.

Carmela non andava mai via dalla cucina del ristorante, qualunque ora fosse, fino a quando tutto non era lucido, pulito e sistemato.

Ancora oggi ricordo – ero una bambina – mia madre che verso la fine di una festa all’EEA, probabilmente un matrimonio, mi disse: – Vieni ti faccio vedere una cosa…
Facendo appena capolino nella grande cucina mi mostrò una parete tutta tappezzata di pentole, padelle e coperchi di ogni dimensione, tutti lucidissimi da sembrare appena usciti dalla fabbrica.
Quella parete era come un marchio di garanzia della cura con cui veniva gestita la cucina.

Carmela in cucina, con la cugina e proprietaria Lucia Conte, oltre al personale e Temistocle addetto alla spesa e alle pubbliche relazioni.

Famoso il grosso cane di Temistocle, Ulisse (successivo a Polifemo!), che ben addestrato, faceva la spola per portare la spesa urgente dai negozi – soprattutto pescherie – della banchina su al ristorante.
Una borsa di spessa tela fatta su misura e chiusa da cerniera con i manici di legno da cui l’animale prendeva il suo prezioso carico – aragoste, scorfani, triglie, etc – che lasciava andare solo nelle mani della padrona.

Con gli anni ’70 a Ponza è iniziato anche il turismo e prima o poi tutti andavano a gustare le specialità di Carmela, una cucina tradizionale e delicata al contempo, comunque aperta alle novità (a Carmela non dispiaceva leggere libri di cucina, per imparare tecniche e varianti ai piatti). La caratteristica dominante e riconosciuta da tutti era anche la freschezza dei prodotti, in primis del pesce.

L’EEA è stato anche il ristorante dei politici che sono passati dall’isola sia per motivi ufficiali che in privato.
Andreotti, Terracini, Romita, Togliatti, Nilde Iotti, Pertini…..
Craxi, in carica come Presidente del Consiglio, vi fece la commemorazione di Nenni.

Togliatti a Ponza. 1949 [8]

Nella foto in primo piano del ristorante EEA, si riconoscono, partendo da sinistra, Palmiro Togliatti, Angelo Musco (padre di Domenico Musco), Maria Picicco e la bambina, adottata da Togliatti e Nilde Iotti. Il cameriere in piedi è Domenico Cuomo [la foto si riferisca al secondo soggiorno di Togliatti e della Iotti a Ponza (leggi qui [9]); per il primo, leggi qui [10])]

Questo anche per il ruolo politico di Temistocle, che per molti anni è stato il segretario della sezione del PCI di Ponza e fece parte nel dicembre del 1944 del Comitato di Liberazione Nazionale di Ponza (leggi qui [11]).

Agli inizi degli anni ’70, Temistocle che ormai si avviava alla sessantina, decide di chiudere la panetteria, seppure in disaccordo con la moglie, cosa ben rara.

Carmela aveva un bel carattere che il suo viso aperto, franco, ben esprimeva, né era persona che indugiava in chiacchiere inutili o pettegolezzi. Dietro tutto il gran lavoro che ha fatto nella sua vita, c’è stata tanta passione per il suo mestiere. Solo la passione può averle consentito di raggiungere i risultati dell’EEA dei tempi migliori, e che evidentemente ha saputo trasmettere anche al resto della famiglia, visto che il nipote Davide ne sta continuando l’attività.

Ristorante EEA oggi [12]

Abbiamo voluto ricordare questo altro pezzo della storia di Ponza che se n’è andato, proprio in questi giorni dell’Immacolata, perché Carmela le era devotissima e i canti della sua festività le riempivano il cuore.

 

Nota
L’articolo che ha ricordato la scomparsa di Carmela Conte è stato pubblicato sul sito il 3 novembre scorso (leggi qui [13])