Diamo il benvenuto a dicembre, anche se con qualche giorno di ritardo
È il mese che ci spalanca le porte dell’inverno: freddo, neve, ghiaccio, brina…
È il mese che ci induce a chiuderci nella nostra intimità…
Così descrive questo mese il poeta inglese Gerry Legister, 21/01/66, vivente.
Questo poeta “ama la scrittura creativa. I suoi versi riguardano vari temi: la guerra, la pace, l’amore, il dolore… scrivere poesie è un modo di esprimere i suoi pensieri e rapportarsi con la vita della gente. Gerry trascorre il tempo tra le aspirazioni spirituali nel Regno Unito e qualche puntatina sulle sponde della Giamaica nei Caraibi” (da www.poemhunter.com/gerry-legister/biografy/).
December
In December, the snow is here,
Falling like flinging pinball,
From mountain top to earthly atmosphere,
Down to the gracing lands they fall.
Covering the ground with white mist,
The renascence of a fleeting ice age,
December gains the momentum of cold frost,
Not seen since the last time we envisage.
A warbling band of merry snow,
Dancing across the road knee deep,
With secret sleet under invisible glow,
Turn to ice in the darkness we sleep.
Colors vanished from astrological calendar,
And powder flakes fastened into the ground,
Reflect the past and the future in frosty water,
With hearts beating to every foreign sound.
Surprise comfort comes howling in December,
People sit to ponder in cloudy spanned,
Watching the tracks of snow disappear,
To freeze over at another base within the land.
Gerry Legister (U. K.)
Nella traduzione mi sono avvalso del decasillabo (verso formato da dieci sillabe: “come le brocche dei biancospini/ … /ci sia qualch’altra felicità – Pascoli: “Valentino”).
Fare uso della metrica nelle traduzioni “poetiche” è molto importante, specie se i componimenti nella lingua originale sono scritti in rima, come in questo caso. L’uso della metrica sopperisce alla mancanza della rima. Infatti, per fare un esempio, traduco letteralmente la prima strofa:
“In dicembre la neve è qui,
cadendo come palline di spillo scagliate
dalla cima della montagna all’atmosfera terrestre,
giù ad abbellire i paesi esse cadono.”
Invece, usando la metrica ed adattando opportunamente le parole:
Dicembre
Siamo in dicembre, la neve è qui:
come palline cadono i fiocchi
ai monti in cima e giù nel piano
ad abbellir paesi e città.
Copre la terra un candido velo,
riecco fugace l’era glaciale,
la brina a dicembre spunta improvvisa,
lo sguardo inganna quando ti appare.
Mentre la neve fino ai ginocchi,
gaia orchestrina, ti fa danzar,
dolce tepore cela il nevischio
ghiaccia di notte e noi dormiam.
Dal calendario dei segni astrali
presto svaniscono i bei colori;
la neve a fiocchi al suolo rappresa
in polvere grigia or si palesa.
In quello specchio, ormai di ghiaccio,
sta ciò che verrà e il tempo che fu:
palpita il cuore al lieve rumore.
Dona dicembre, con gran sorpresa,
gioia, benessere, felicità.
Siede ciascuno, meditabondo,
complice amica l’oscurità,
tracce di neve osserva svanire,
ma repentina è gelida altrove,
come sospesa davanti a sé.