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La guantiera di dolci di Pertini e la fatturadi Rosanna Conte
A Rosa Galano è sempre piaciuto cantare. La madre le raccomandava di non farlo ad alta voce, per evitare di essere notata, ma Rosa, anche quando cantava a bassa voce, si faceva sentire. Maria e Rosa Maria, sua sorella, non aveva mai saputo cantare, però sapeva raccontare e le brillavano gli occhi quando parlava della bella voce di Rosa. Per la verità riusciva a monopolizzare il discorso, tacitando anche la sorella, ma più che parlare di quanto era accaduto a lei, parlava di episodi in cui era stata coinvolta Rosa. Rosa Galano (sopra con la sorella Maria) in una foto più recente Allora, il futuro Presidente della Repubblica alloggiava già (1) nella casa a Chiaia di Luna, quella inglobata nell’Hotel Luisa, e passava quotidianamente davanti a casa Galano, anche più volte al giorno. Rosa aveva imparato a cucire da una vicina, moglie del confinato politico anarchico Salvatore Vellucci e, quando lavorava in casa, era seduta dietro la porta che immetteva in strada. Una tenda impediva di vedere sia fuori che dentro e così protetta spesso cantava. Non era raro che, da sotto l’uscio, venissero spinti all’interno bigliettini di giovanotti invaghiti di lei, ma Rosa non ne conobbe mai il contenuto e nemmeno i nomi degli autori perché sua madre era sempre pronta a portarglieli via e a strapparli. Un giorno, aveva appena finito di cantare Vivere, che dalla strada si levò un applauso con la richiesta di bis. Era Sandro Pertini che, nel suo andirivieni, rimasto colpito dal canto di Rosa si era fermato ad ascoltarla fino al termine della canzone. Non potendo farle i complimenti di persona, pensò di renderle omaggio inviandole una ‘guantiera’ di dolci tramite la famiglia Vellucci. Nananna Quando la sarta li portò a casa Galano, la mamma si spaventò: era troppo bello il pacchetto, poteva essere una fattura! Anche nananna (2), la nonna esperta delle pratiche empiriche trasmesse a Maria, convenne sul pericolo di fattura. I dolcetti non furono buttati e, come asserisce Rosa, ne godettero i figli del Vellucci.
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