Ambiente e Natura

Questo tempo e questa isola

di Francesco De Luca
Inverno a Ponza. Palmarola sullo sfondo

 

Questo tempo ci spinge ad andare lontano. Si lascia l’isola e si va con le mani che sanno di mare e negli occhi il vuoto dell’abbandono.

A Formia fra il Porto e i negozi si consuma la nostalgia e il malumore, e gli acquisti non colmano il risentimento, e le chiacchiere malevole sono lontanissime dalla coralità paesana di un canto in chiesa.

A Roma, dal telefonino dicono che piove e a Termini il tafferuglio si immagina sia alto, mentre qui c’è il clacson della corriera a rompere il dominio del libeccio e Antonio Califano scuote la sonnolenza delle strade.

Chi rimane si compiace di una compagnia rarefatta, stantia, vuota. I visi sono gli stessi, i sorrisi stampati in bianco e nero, la cordialità di maniera.

Intorno alle pescherie qualcuno si incontra. Nei giorni scorsi il bel tempo ha permesso di trarre dal mare merluzzi, calamari, rotondi. Aniello De Luca ne è un fanatico consumatore. Ricorda quando da Roma li agognava ed ora se ne sazia.

Per i Ponzesi i rotondi riportano a casa. Oggi disabitata, sventrata in monolocali, contesa nei tribunali ai parenti.

Qui in questo tempo, si vive di poco e il suo sapore è denso. Ha la complicità di Giovanni Pacifico, sereno e pacioso come sempre, o la schiettezza di Gaetano Sogliuzzo, spigoloso e pungente.

È nel proprio intimo che si ritrova lo spessore di quello che s’è vissuto, o la sua volatilità.

Il prete rampogna dall’altare e chi lo ascolta ha dismesso ogni impegno nella vita, lui blatera e loro sonnecchiano. In piazza una figura arcigna maledice che il suo impegno negli ultimi anni di vita non gli renderà onore. Gli altri scatarrano sui basoli, avviliti dal silenzio del loro animo.

Si sta come il Lanternino, emblema di un popolo che dalla storia ha tratto vigore per ergersi, e oggi cerca una ragione per esistere.

Fuori dall’isola un vuoto di provvisorietà, e qui?

Si va, restando prigionieri di un destino che oggi appare immodificabile. Si resta, provando a fingersi esploratori di vecchi ripostigli.

Inverno-a-ponza. Da Lucia Rosa

1 Comment

1 Comment

  1. Fausto Balzano

    27 Novembre 2015 at 22:12

    Quanto mai realistica l’analisi di Franco De Luca e alla mente mi torna quella bellissima ed intensa poesia di Ungaretti: “Si sta come d’autunno sull’albero le foglie”.
    Il senso di provvisorietà che stiamo vivendo è profondo e nell’analisi di Franco quanto nei versi del Poeta.

    Nota.
    Per un malinteso con la Redazione il commento era stato attribuito in un primo momento alla precedente poesia di Franco De Luca. Si riferisce invece propriamente a questa

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