Attualità

Memo 38. Retropensieri sul mercato

la Redazione

amsterdam

 

Parliamo ancora di mercato cominciando con un’affermazione banale, forse superflua: il mercato di Ponza è un servizio.
Non è, probabilmente non sarà mai, un mercatino chic come quelli provenzali, come quello di via Verdi ai Parioli in cui si va per trovare la chicca di fattura artigianale, non certo per risparmiare. 
Non ha il fascino esotico del suk di Marrakech né del Bazaar di Istanbul; non provoca regressioni all’infanzia come uno dei tanti mercatini di Natale che a giorni saranno installati.

Niente di tutto questo: i furgoni che sbarcano il martedì e ripartono il giorno dopo soddisfano bisogni, non vendono sogni. Si rivolgono prevalentemente all’anziano, a chi non sverna in terraferma, a chi è refrattario al packaging, alle luci del centro commerciale e, per scelta o per necessità, bada al sodo.

Questo tipo di mercato, i relativi venditori, i relativi acquirenti suscitano probabilmente ribrezzo in chi ha una certa idea dell’isola; costituiscono un aspetto vergognoso, da tenere nascosto, da collocare in un’area che, evidentemente, per chi la pensa in un certo modo, è una sorta di discarica commerciale e sociale.
In un eccesso di benevolenza si potrà persino concedere di sostare qualche ora giù alla Banchine ma solo da ottobre ad aprile, quando il Porto è poco più di un centro anziani, equiparato a discarica non solo sociale ma anche generazionale.

D’estate, quando il Porto deve essere vetrina scintillante e mondana, i furgoncini con la loro rozza merce e i loro zozzissimi autisti – ricordate gli ambulanti che non si docciano? – dovranno raggiungere rapidamente Calacaparra, imbarcarsi e sbarcare in fretta e furia onde non turbare la sensibilità di qualche rampollo pariolino che fosse già in giro alle 14, dopo una notte di sani bagordi.
Il pensiero è esplicitato da qualche anima semplice: Ponza vive di turismo, questo tipo di mercato non è per i turisti, dunque i residenti si diano “un pizzico sulla pancia” e ne facciano a meno nel periodo estivo. Sillogismo inappuntabile che, applicato ad altri settori, potrebbe portare ad esempio a rinunciare ai trasporti invernali a favore di più frequenti e confortevoli collegamenti estivi: che sarà mai, un altro pizzico!

marrakech

Marrakech. Il suk

“Ma gli ambulanti non hanno pagato gli oneri per occupazione di suolo pubblico, e solo alcuni si sono ravveduti”, è stato detto. Ovvero: Calacaparra è la giusta punizione per chi, oltre che zozzo, è pure evasore, sia pure ravveduto. Davvero non si comprende il nesso logico tra l’evasione del tributo e l’ubicazione a Calacaparra; è fuori discussione che i tributi vadano pagati; sarebbe grave se, come afferma un’ambulante, non fosse stata applicata la rateizzazione che la legge prevede.

“Il Porto non dispone di spazi idonei ad ospitare il mercato nella stagione estiva; il piazzale di Giancos  ha una sua specifica destinazione d’uso, le Banchine sono congestionatissime”, è stato detto. Ma è proprio a Giancos che doveva essere ubicato la scorsa estate il cosiddetto “villaggio del lusso”, stoppato dalle denunce senza provocare alcun rimpianto negli isolani, giacché lusso e gazebo sono quasi i due termini di un ossimoro; il nome, poi,  insospettisce non poco, “villaggio del lusso” sembra terribilmente kitsch, da vorrei ma non posso, da outlet di infima categoria.

Se il mercato è un servizio, allora non ha senso affermare che gli “ambulanti  perbene” hanno ricevuto in premio la sosta al Porto del mercoledì mattina. La pubblica amministrazione deve garantire il soddisfacimento dei diritti del cittadino, l’erogazione dei servizi; per gli scappellotti e gli zuccherini basta e avanza una vecchia zia, meglio se simpatica.
Se il mercato è un servizio, deve permettere agli operatori economici di programmare; gli ambulanti del mercato di Ponza lamentano invece un continuo cambio di regole negli ultimi quattro anni. A fronte di spese fisse crescenti (biglietti nave, pernottamento sull’isola) i guadagni si sono assottigliati progressivamente a causa della collocazione sempre più periferica; e se Calacaparra fosse stata l’ubicazione ottimale, il suddetto “villaggio del lusso” avrebbero previsto di piazzarlo lì.

Insomma, parafrasando Prevert: al mercato di Ponza né uccelli, né fiori, né catene da acquistare; che sia considerato solo un mercato di schiavi? 

Sono andato al mercato degli uccelli / E ho comprato uccelli / Per te / amor mio.
Sono andato al mercato dei fiori / E ho comprato fiori / Per te /amor mio.
Sono andato al mercato di ferraglia / E ho comprato catene / Pesanti catene / Per te / amor mio.
poi sono andato al mercato degli schiavi / E t’ho cercata / Ma non ti ho trovata / amore mio.

[Jacques Prevert]

Immagine di copertina e prima foto: il mercato dei fiori di Amsterdam

gran bazaar

Istanbul. Gran Bazaar

 

 

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1 Comment

1 Comment

  1. minny

    25 Novembre 2015 at 19:07

    E’ un articolo preso da dagospia del 2012

    A PONZA È SBARCATO LO SCERIFFO VIGORELLI – IL NUOVO SINDACO COME GIULIANI A NEW YORK: TOLLERANZA ZERO – L’EX GIORNALISTA RAI E MEDIASET HA VIETATO LA MOVIDA IN SPIAGGIA, BLOCCATO LE CONCESSIONI A CHI AFFITTA BARCHE, FERMATO I LAVORI DEL PARROCO, IMPOSTO LA TASSA DI SBARCO – “A PONZA È ARRIVATA LA LEGGE.

    Di seguito pubblico un commento fatto dal sindaco su un profilo facebook
    Piero Vigorelli Questa non la conoscevo… NON pagare le tasse è un sacrificio!
    Per anni ha preso in giro il Comune e ora il Comune le ha chiuso la porta.

    Lei deve al Comune circa 7.000 euro, perché dal 2009, cioè da sei anni, non paga l’occupazione del suolo pubblico.
    Quindi la smetta di atteggiarsi a santarellina.
    Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.
    È finito, almeno a Ponza, il suo chiagne e fotte.
    Game over

    Sceriffo!!!!!!!!!!!!!!
    Sfortunatamente non è così facile riconoscere un uomo pericoloso. Gli individui pericolosi spesso assumono dei comportamenti per giustificare le proprie azioni; una persona di questo tipo potrebbe anche non volerti ferire fisicamente, quanto piuttosto più a livello emotivo.

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