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Profitto, malloppo, residenza

di Vincenzo Ambrosino
Mordi e fuggi [1]

 

Ci sono state critiche al mio ultimo articolo “Riusciamo a immaginare Ponza fra trent’anni? [2]“.
Una di queste diceva: “Secondo me ti incarti sempre sul tuo cavallo di battaglia. Residenza invernale o profitti estivi? E’ un po’ la stessa cosa di: “E’ nato prima l’uovo o la gallina?” Se d’estate non si fanno soldi, se l’estate non dura da aprile a ottobre, ma solo 45 giorni, non ci saranno mai buoni inverni… Comincia a incazzarti con quelli del malloppo estivo che chiudono le loro attività a settembre e che hanno grosse responsabilità nell’aver fermato lo sviluppo di Le Forna ”.

Sicuramente interessante questa critica per cui merita una risposta.

Io ovviamente stimolavo a immaginare quale potrà essere il futuro dell’isola raccomandando più consapevolezza sulle “semine strutturali” che si vanno ad impiantare sul nostro delicato territorio e per spiegarmi meglio faccio un esempio.

“Se un proprietario terriero ha dei soldi da investire e lo vuole fare nell’edilizia si pone degli obiettivi per raggiungere dei fini e in base a questi chiama un architetto, poi un arredatore e così via.
Se decide di realizzare un albergo, questo dovrà avere determinate caratteristiche funzionali turistiche/commerciale (obiettivi) indirizzate a fare in modo che l’albergo dia al proprietario la possibilità di fare profitti (fini).
Se invece decide di costruirsi una bella villa, gli obiettivi da conseguire saranno: il riposo, lo stare comodi, ospitare amici, il fine sarà il suo benessere psico-fisico.

Comprendiamo tutti che una struttura, in questo caso privata, che si vuole realizzare la si progetta in base a degli obiettivi e dei fini.
Questi obiettivi e fini del privato si devono poi confrontare con le amministrazioni pubbliche che devono essenzialmente tutelare l’interesse pubblico.
E’ chiaro che ci sono le leggi che determinano un certo iter procedurale ma si sa che le leggi vengono interpretate: e una politica forte le interpreta per tutelare innanzitutto l’interesse pubblico.

Andiamo oltre: come il proprietario terriero dà delle disposizioni chiare all’architetto così un’amministrazione pubblica che vuole realizzare un’opera pubblica sul suo territorio fissa in un deliberato consiliare i suoi obiettivi per il suo fine che deve – per quanto mi riguarda – essere la salvaguardia della residenza.

Come si vede, sia nel primo caso che nel secondo, attribuisco alla politica dell’Amministrazione la responsabilità delle scelte le quali determinano degli scenari che erediteranno le nuove generazioni.

Avremo modo e tempo di ispezionare questi concetti nei prossimi giorni rapportandoli alle “semine programmate”, ma adesso voglio approfondire l’altra critica fattami per cui cerco di collegare i termini “malloppo estivo, profitto e residenza”.

Perché parliamo di “malloppisti” in una isola?
Perché l’isola è un territorio ristretto, fragile con una comunità che va progressivamente diminuendo per cui la protezione della ‘Residenza invernale’ diventa la priorità da perseguire in tutti i modi.

Gli imprenditori che considerano l’isola solo la gallina dalle uova d’oro sono da arginare, creando un clima politico che favorisce sull’isola solo quegli investimenti che garantiscano il miglioramento della qualità della vita dei residenti e la valorizzazione ambientale.
Il Turismo deve essere per  Ponza un’opportunità non al servizio del profitto ma al servizio della continuità della vita sociale e civile dell’isola.
Io non considero il profitto un male; considero il profitto fine a se stesso un male, quello appunto che fanno anche nella nostra isola questi imprenditori che sfruttano e scappano, lasciando ai residenti solo i cocci.

Al contrario l’imprenditore ponzese che grazie alle sue capacità e in proporzione ai suoi investimenti fa profitti anche molto alti nel periodo estivo e continua a curare le sue cose anche d’inverno, che magari sovvenziona una squadra di calcio, che magari partecipa ad una riunione per difendere l’autonomia scolastica (perché ha  figli che hanno bisogno di giocare a calcio e vanno a scuola), che si fa promotore nel raccogliere firme per  una assistenza  sanitaria migliore, che magari si batte nell’associazione dei commercianti o degli albergatori  per migliorare la qualità dei servizi e dell’immagine dell’isola… bene per questi imprenditori “tanto di cappello”.
Questi imprenditori isolani sono una risorsa dell’isola è su questi imprenditori che l’Amministrazione deve investire per allungare la stagione turistica.

D’altra parte il rallentamento del processo di crescita di Le Forna, è dovuto a incapacità di sintesi politica delle varie amministrazioni che si sono perse nei vari rivoli di interessi privati: ma questo è un altro discorso!

Per terminare: un’Amministrazione capace di fare sintesi difende la residenza invernale stando attenta a tutto ciò che si progetta sia in campo privato che pubblico. Quello che si progetta può andare nella direzione di incrementare l’imprenditorialità del “mordi e fuggi” oppure al contrario “l’imprenditorialità che crea le condizioni per invertire l’esodo invernale.
Ogni nuova struttura che si approva deve assolutamente garantire il miglioramento della qualità della vita dei residenti, non deve danneggiare, anzi deve valorizzare l’ambiente che rimane l’unica risorsa presente e futura della nostra isola.