Ambiente e Natura

Il faro della Guardia, tra emozioni e prospettive

di Giancarlo Giupponi
Enzo Di Fazio

 

Introduzione di Enzo Di Fazio
Quasi esattamente un anno fa, il 2 novembre, sono riuscito, grazie alla collaborazione di Cristoforo, il fanalista, a portare Giancarlo Giupponi sul faro della Guardia.
Lui, che tante volte l’aveva visto dall’alto volandovi sopra con un elicottero, tra le mura degli appartamenti, nella torre e nella lanterna non era mai stato.
Quel 2 novembre abbiamo fatto i debiti scongiuri affinchè scemasse completamente un fastidioso scirocco presente nei giorni precedenti in modo da non avere problemi per l’attracco allo sbarcatoio.
Giancarlo con quella visita ha coronato un sogno, quello di vivere per alcuni momenti il silenzio avvolgente e ispiratore di un luogo così suggestivo. Ora ne ha un altro: potervi trascorrere una notte… magari sistemato su uno dei vecchi divani letto riportati, dopo un attento restauro, al loro antico splendore (…che vorrebbe dire aver realizzato il recupero del faro).

divano letto, cristalliera, tavolo e sedie d'epoca (appartamento ispettori)
Da quella visita, dalla raccolta di immagini e di sequenze girate dall’alto intorno al faro e da una serie di cose che sono accadute e che ci siamo dette nel corso di quest’anno è nato questo interessante lavoro che, ancora una volta, dimostra la bravura di Giancarlo e, soprattutto, il suo amore per il faro e per la nostra isola.

Elicottero sul Faro

Presentazione di Giancarlo Giupponi
Quando una cosa ci sta a cuore anche la faccenda più tecnica come la realizzazione di un video diventa coinvolgente ed emozionante.
Questo è quello che mi succede ogni volta che voglio raccontare il Faro della Guardia attraverso le immagini.
Anche in quest’ultimo lavoro ho cercato di fondere le informazioni con un elemento più umano come i ricordi e le emozioni.

I fari hanno sempre esercitato un grande fascino su tanta gente e il faro della Guardia non è certo da meno. Le immagini, i suoni e le parole di questo video sono dedicate non solo agli abitanti di Ponza che amano il loro faro ma anche a tutti quelli che lo amano pur non abitando sull’isola e che quindi non hanno mai avuto il privilegio di vederlo o visitarlo.

Il Faro. Biagio Vitiello e Enzo Di Fazio

Questo mio più recente video si sviluppa su 3 elementi principali:

1.  I ricordi e le emozioni, raccontate da due testimoni che da bambini hanno vissuto al faro momenti indimenticabili.

2. La situazione attuale di degrado del faro, descritta sia attraverso le parole di Enzo Di Fazio che attraverso immagini sufficientemente eloquenti.

3. Le prospettive future per il faro, attuabili attraverso i recenti provvedimenti del governo per il recupero dei fari in Italia.

Il tutto legato da immagini aeree inedite che ho realizzato negli ultimi due anni.

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2 Comments

2 Comments

  1. Rita Bosso

    7 Novembre 2015 at 15:00

    I racconti emozionati ed emozionanti di Biagio e di Enzo hanno riportato alla memoria il momento in cui mio padre decideva che la prole era pronta per conoscere il luogo in cui egli lavorava. Mio padre navigava con la Span; ricordo il frastuono, il caldo umido e soffocante della sala macchine; le cabine, piccoli preziosi scrigni di legno massiccio, con gli ottoni splendenti (quella del Falerno era una vera e propria suite, con office e salottino). Si trattò di momenti isolati- tre o quattro in tutto nel mio caso-, quasi solenni, una specie di “presentazione al tempio”; credo che mio padre si sia sentito orgoglioso come lavoratore e come genitore nel momento in cui il figlio e la sala macchine si presentavano e si conoscevano, ma non era tipo da lasciar trasparire emozioni. La sfera familiare e quella lavorativa dovevano restare separate, tranne che in alcune circostanze speciali.
    E’ passato più di mezzo secolo da allora; chissà se i naviganti Laziomar presentano i figli alle navi e le navi ai figli. Mi piacerebbe saperlo, per semplice curiosità, senza nessuno spirito polemico.

  2. eduardo filippo

    8 Novembre 2015 at 17:00

    Da piccolo ero innamorato della bianca ed elegante linea della motonave Regina Elena che con i colori della SPAN collegava Napoli a Ponza. Poi un giorno la chiamarono EQUA, i nomi dei Savoia non erano più di moda.
    Il mare di qualsiasi forza fosse non le faceva paura, arrivava sempre con la sua alta poppa ad attraccare al molo Angelo Musco e noi ragazzi a guardare con invidia lanciare la sottile corda, con un sacchetto pieno di piombo, legata alla cima da fissare alla bitta. Senza sforzarmi risento i due brevi suoni di sirena, che erano il saluto a Ponza sia all’arrivo che alla partenza quando doppiava lo scoglio rosso,
    Tempi passati, ma senza invasioni o preoccupazioni di approdo o progetti di deturpanti nuovi moli…

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