





|
|||
In preparazione del due novembre. Le piante e i modi del commiato e della memoria. (3)di Sandro Russo
I riti degli altri. Per uno scritto sul cimitero di Matara uscito qualche tempo fa sul sito, leggi qui. Immagine del Cimitero di Matara (Sri-Lanka). Ricorrente il simbolo buddista della ruota della vita Non è facile avere accesso alla cultura e ai riti della morte presso altre comunità, perché sono temi difficilmente partecipati agli estranei e piuttosto ‘difesi’. Le anime morte Nella casa della persona scomparsa non si deve cucinare, finché il funerale non è avvenuto; parenti, amici e vicini provvederanno per il cibo e le bevande. E’ sempre il bianco, il colore del lutto; dalle bandierine sulla strada, ai paramenti, alle vesti dei partecipanti. Anche la strada che dalla casa conduce al cimitero è cosparsa di sabbia bianca, per tutto il percorso. Intorno alla bara i parenti stretti del defunto sono seduti a terra. Per l’ultimo addio essi si prostrano con il capo a toccare la terra e chiedono perdono per qualunque mancanza possano aver compiuto nei confronti del loro congiunto in vita. In casa, nel posto dove era appoggiata la bara, viene accesa una lampada che viene mantenuta per tre giorni: è un ricordo, un faro e un esorcismo. I cimiteri possono essere quello grande, in città, oppure degli spazi dedicati, lungo le spiagge o tra i campi; qualunque posto, in realtà, anche lungo la strada o nel cortile di casa. Un cimitero di villaggio proprio alle spalle della spiaggia, con la simbologia inerente: le scritte bianche (il colore del lutto), la colonna spezzata. Il cane intanto se la dorme all’ombra I parenti stretti, subito dopo la cerimonia abbandonano il cimitero; essi dovranno entrare in casa dalla porta posteriore; lasciare i vestiti all’ingresso e lavarsi. Dopo la cerimonia funebre, nella casa si tiene un pranzo cui partecipano anche amici e parenti, a significare che nonostante la mancanza, la famiglia continua ad essere unita e a spartire il cibo, così come ha fatto per il dolore. In termini più prosaici, nei tre giorni che la salma viene esposta, gira per casa tutta la gente del villaggio; si consuma molto arrak (il brandy locale) e ai tavolini disposti intorno alla casa, illuminata a giorno dai riflettori dall’organizzazione delle pompe funebri, si beve e si gioca a carte per tutta la notte. A grande dolore si risponde con sbronze colossali (!). Al settimo giorno dall’inumazione viene tenuto un’altra cerimonia (daané in sinhala; almsgiving in inglese (alms: elemosine) che consiste in doni e cibo per i monaci che a loro volta li distribuiranno ai poveri; le elemosine così elargite saranno messe nel conto dei meriti del defunto. Alcune piante del commiato e della devozione buddista Plumeria alba – Fam. Apocynaceae. Questi alberi nodosi sono caratteristici di tutti i luoghi di culto – templi, cimiteri, detti temple flower o, in singalese, aralyia – ma si trovano un po’ dovunque, anche lungo le strade. I fiori sono intensamente profumati Fiori e foglie di Plumeria rosea. Seppure meno profumate rispetto alla varietà alba, anche le varietà rosea e rubra sono diffuse ai tropici Piante e fiore di loto (Nelumbo nucifera – Fam. Nelumbonaceae; dello stesso ordine delle ninfee) La pianta del loto nasce da acque fangose ed emerge in superficie con un lungo stelo che termina con un bocciolo e poi un fiore di particolare bellezza. Di notte il fiore si chiude e torna sott’acqua, per riemergere all’alba. Il loto è uno dei più antichi simboli floreali, sacro alle religioni buddista e induista con sfumature diverse. Simboleggia la perfezione e il risveglio alla vita spirituale. La simmetria del fiore rappresenta l’ordine del cosmo e viene utilizzata come modello per la realizzazione di mandala. Il ‘fiore di Buddha’: Couroupita guaianensis, Fam. Lecythidaceae (albero delle palle di cannone, cannonball tree, dalla forma dei grossi semi. Sacro alle religione induista e in Sri-Lanka anche alla religione buddhista, per la somiglianza del fiore con la testa del serpente che protesse Buddha l’illuminato Pira funebre secondo il costume singalese. Il corpo è nella bara e un baldacchino di fantasia ricopre il tutto; non brucerà che quasi alla fine della cerimonia. Vengono esplosi mortaretti e girandole di fuochi d’artificio.
[Le piante e i modi del commiato e della memoria. (3) – Continua qui] Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
|||
Ponza Racconta © 2021 - Tutti i diritti riservati - Realizzato da Antonio Capone |
Commenti recenti