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La vendemmia del Fieno… all’altro capo del mondo

di Luisa Guarino
Terrazzamenti al Fieno.1 [1]

 

Mi trovo all’estero da qualche giorno e ho modo di vedere il network Rai Italia che presenta i programmi per gli italiani nel mondo (fino a qualche anno fa si chiamava Rai International).
Ieri pomeriggio intorno alle 14, ora italiana, mi sono imbattuta in una trasmissione che fanno tutti i giorni, intitolata “Camera con vista”, dedicata all’arte, alla cultura e al territorio del nostro Paese.
Grande è stata la mia sorpresa quando ho visto che il primo servizio era intitolato “Le isole del vino”, e riguardava nell’ordine Pantelleria, Salina nelle Isole Eolie e Ponza.

Naturalmente sono rimasta incollata al televisore, guardando ‘pazientemente’ i filmati, belli e interessanti, sulle prime due località: i vini, il passito, l’uva passa, la malvasia e tante altre notizie, storie e curiosità… ma la mia attesa era tutta concentrata sul servizio su Ponza, realizzato alcuni anni fa.

Punta Fieno vista dalle vigne [2]

 

Parracine al Fieno [3]

Solite immagini, che per noi non sono mai uguali, sugli scorci più belli dell’isola, dal punto di vista turistico e paesaggistico. Poi full immersion nel ‘luogo del vino’ più famoso, il Fieno. Ecco la raccolta dell’uva dalle viti: grappoli di bianca e di nera che poi vengono convogliati nelle vasche dove vengono spremuti secondo il metodo più tradizionale, pigiandoli con i piedi; ed ecco ancora il succo che zampilla. Ogni ‘palamiento’ ha la sua pietra, enorme e insostituibile.

Palemento. Vino zampilla [4]

Luigino. Giustino [5]

Pietra torcia [6]

Apparato pietra torcia [7]

Giovanni Pietr torcia [8]

Luigino. Pietra torcia [9]

La ‘pietra torcia’ e il suo apparato. Giovanni e Luigino al lavoro

Si vedono diverse figure impegnate nell’opera: e il narratore, che insieme al lavoro racconta anche la sua famiglia, la sua casa e la terra sulla quale ha mosso i primi passi quando aveva solo undici anni, è Luigi ’u niro, che ci ha lasciati qualche mese fa, e che di quei luoghi appare davvero il ‘nume tutelare’.

Giust. Liber. e Luigi. Ass [10]

Da sin. verso dx.: Giustino, Liberato e Luigino

“La mia vita si è sempre svolta così – dice tra l’altro -: al mattino nella terra e il pomeriggio per mare. Oggi non sono più buono né per l’una né per l’altro”. E insieme a Luigi appaiono altre figure storiche del Fieno, Giustino, Liberato. Scorrono immagini dei pranzi consumati al termine della giornata di lavoro: piatti di pasta inondati di sugo, altre pietanze che fanno venire l’acquolina in bocca, e naturalmente copiose libagioni.

A marenna [11]

Giustino. Palm. [12]

Irresistibile lo scambio di battute tra Luigi e Giustino.
– “Quando vengono delle donne per la vendemmia, non hanno occhi che per Luigi: tutte lo cercano, tutte vogliono parlare con lui. Ma lui è restato ‘giovane’, non si è mai sposato insomma”.
– “A Giustino dico sempre che lui non morira’ mai” – fa Luigi, e l’amico replica: – “Certo che morirò, ma in quel momento non ci interesserà più, quindi me ne fotto: intanto penso a vivere”.

Ernesto.6 [13]

Nell’ultima parte del servizio la parola passa a Ernesto Prudente, appassionato storico dell’isola, con i suoi libri e le sue testimonianze. In particolare del Fieno ricorda come le vendemmie nei diversi terreni, e quindi per i diversi proprietari, avvengano una dopo l’altra “in modo che ciascuno possa aiutare il vicino”. Ricorda gli usi e le tradizioni: “Persone come Giustino e Luigi ’u niro dovrebbero vivere cent’anni e più, perché senza di loro andrà perduta l’intera storia di Ponza legata alla terra e non solo”.

Ernesto e Giustino [14]

Purtroppo, ed è inevitabile, sappiamo che le cose sono andate diversamente.
Giustino e Luigi non ci sono più ed Ernesto li ha perfino preceduti: sai che vendemmia ora Lassù: da così in alto il Fieno e il mare di Ponza saranno ancora più belli e sconfinati.