Mi trovo all’estero da qualche giorno e ho modo di vedere il network Rai Italia che presenta i programmi per gli italiani nel mondo (fino a qualche anno fa si chiamava Rai International).
Ieri pomeriggio intorno alle 14, ora italiana, mi sono imbattuta in una trasmissione che fanno tutti i giorni, intitolata “Camera con vista”, dedicata all’arte, alla cultura e al territorio del nostro Paese.
Grande è stata la mia sorpresa quando ho visto che il primo servizio era intitolato “Le isole del vino”, e riguardava nell’ordine Pantelleria, Salina nelle Isole Eolie e Ponza.
Naturalmente sono rimasta incollata al televisore, guardando ‘pazientemente’ i filmati, belli e interessanti, sulle prime due località: i vini, il passito, l’uva passa, la malvasia e tante altre notizie, storie e curiosità… ma la mia attesa era tutta concentrata sul servizio su Ponza, realizzato alcuni anni fa.
Solite immagini, che per noi non sono mai uguali, sugli scorci più belli dell’isola, dal punto di vista turistico e paesaggistico. Poi full immersion nel ‘luogo del vino’ più famoso, il Fieno. Ecco la raccolta dell’uva dalle viti: grappoli di bianca e di nera che poi vengono convogliati nelle vasche dove vengono spremuti secondo il metodo più tradizionale, pigiandoli con i piedi; ed ecco ancora il succo che zampilla. Ogni ‘palamiento’ ha la sua pietra, enorme e insostituibile.
La ‘pietra torcia’ e il suo apparato. Giovanni e Luigino al lavoro
Si vedono diverse figure impegnate nell’opera: e il narratore, che insieme al lavoro racconta anche la sua famiglia, la sua casa e la terra sulla quale ha mosso i primi passi quando aveva solo undici anni, è Luigi ’u niro, che ci ha lasciati qualche mese fa, e che di quei luoghi appare davvero il ‘nume tutelare’.
Da sin. verso dx.: Giustino, Liberato e Luigino
“La mia vita si è sempre svolta così – dice tra l’altro -: al mattino nella terra e il pomeriggio per mare. Oggi non sono più buono né per l’una né per l’altro”. E insieme a Luigi appaiono altre figure storiche del Fieno, Giustino, Liberato. Scorrono immagini dei pranzi consumati al termine della giornata di lavoro: piatti di pasta inondati di sugo, altre pietanze che fanno venire l’acquolina in bocca, e naturalmente copiose libagioni.
Irresistibile lo scambio di battute tra Luigi e Giustino.
– “Quando vengono delle donne per la vendemmia, non hanno occhi che per Luigi: tutte lo cercano, tutte vogliono parlare con lui. Ma lui è restato ‘giovane’, non si è mai sposato insomma”.
– “A Giustino dico sempre che lui non morira’ mai” – fa Luigi, e l’amico replica: – “Certo che morirò, ma in quel momento non ci interesserà più, quindi me ne fotto: intanto penso a vivere”.
Nell’ultima parte del servizio la parola passa a Ernesto Prudente, appassionato storico dell’isola, con i suoi libri e le sue testimonianze. In particolare del Fieno ricorda come le vendemmie nei diversi terreni, e quindi per i diversi proprietari, avvengano una dopo l’altra “in modo che ciascuno possa aiutare il vicino”. Ricorda gli usi e le tradizioni: “Persone come Giustino e Luigi ’u niro dovrebbero vivere cent’anni e più, perché senza di loro andrà perduta l’intera storia di Ponza legata alla terra e non solo”.
Purtroppo, ed è inevitabile, sappiamo che le cose sono andate diversamente.
Giustino e Luigi non ci sono più ed Ernesto li ha perfino preceduti: sai che vendemmia ora Lassù: da così in alto il Fieno e il mare di Ponza saranno ancora più belli e sconfinati.