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Ponza nel turismo globale

di Silverio Lamonica
L'idea di vacanza [1]

 

L’analisi di Alfredo Somoza in merito al “turismo globale” in “Ecoturismo Report” (leggi qui [2]) mi induce a fare le seguenti riflessioni per quanto riguarda Ponza.
Innanzitutto devo premettere che nei mitici anni ’60 del secolo scorso la nostra isola, dismesse ormai le gramaglie di luogo di esilio e di confino, cercava di “acconciarsi” alla meno peggio per non sfigurare con la nuova, favolosa moda che improvvisamente le si apriva davanti: il turismo. Ebbene allora tutti, specie noi giovani, dissertavamo su “turismo di elite” e “turismo di massa”.
Logicamente, in quegli anni, quasi tutti sognavamo il “turismo di elite”. Nessuno di noi, però, mise in conto gli effetti del boom economico che garantì ad una massa di cittadini sempre crescente, la possibilità di fruire di una vacanza in località ambite ed esotiche.
Fatto sta che il turismo è ormai diventato un fenomeno di massa, come giustamente osserva Somoza e non esistono “numeri chiusi” o altri divieti atti a limitarlo, specie in Italia dove la nostra Carta Costituzionale all’art. 16 sancisce: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale salvo limitazioni di legge… e inoltre “Ogni cittadino è libero di uscire dal Territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge”. Ma una tale libertà di movimento è pure alla base del più recente Trattato di Schengen in ambito europeo.
Allora la domanda vera è: “come governare questo fenomeno di massa?”.
La risposta implica una nuova domanda: “cosa si aspetta il turista che viene in un luogo come Ponza?”.
E qui ci troviamo di fronte ad una gamma di esigenze e quindi di tipologie che per comodità raggruppo in tre categorie:
– Famiglie
– Giovani
– Anziani
Premesso che tutte e tre le categorie sognano: bagni in acque cristalline; spiagge, sentieri e strade pulite e fruibili, prezzi non esosi, puntualità ed efficienza dei servizi: alberghi, case vacanze, b&b, ristoranti…, collegamenti marittimi e terrestri), chi di dovere, ad estate ormai terminata, si chieda se qualcosa non abbia funzionato e cosa fare, da ora fino alla prossima primavera, per normalizzare le cose (nel corso dei prossimi cinque mesi qualcosa si può fare). Ma sono certo che i responsabili sono già in azione.

Nello specifico:
Le famiglie. Una famiglia tipo: padre, madre e uno o più figli, più o meno in tenera età, sogna di avere a disposizione aree attrezzate a giochi per i più piccoli e – magari – spettacoli per bambini con intrattenitori . Di recente a Ponza qualcosa è stato fatto in merito: penso al piccolo “parco giochi” di Giancos, ma altre strutture analoghe devono essere distribuite in altre località isolane e, possibilmente, ludoteche, oltre – si intende – a spiagge sabbiose ed accoglienti e in questo ambito, purtroppo, scarseggiamo.

Le famiglie e il mare [3]

Ponza attualmente è costretta in una orrenda camicia di forza che si chiama “PAI”; è una salvaguardia “sui generis”, perché se da un lato preserva le spiagge e le scogliere dalle cartacce e avanzi di cibo dei pic-nic (quasi tutte le spiagge e le coste non sono fruibili) dall’altro lato, a causa della miriade di natanti da diporto che la circondano, non può evitare che sul fondale del mare e a riva, per effetto delle onde, si depositi lo stesso un po’ di tutto.
A tale proposito dico che una campagna nazionale per una corretta fruizione del mare da parte dei così detti “diportisti” non guasterebbe, al pari di altre campagne per la sicurezza, la salute e così via; così come basterebbe una adeguata segnaletica ed una informazione capillare per mettere in guardia chi decide di fare il bagno sottocosta o in determinate spiagge tuttora vietate, come del resto avviene in qualsiasi parte del globo. Del resto quanti incidenti avvengono in montagna o sulle strade tutti i giorni? Ingabbiamo allora nei vari PAI le piste da sci, le pareti delle montagne e le strade nazionali, provinciali e comunali!

Giovani estate [4]

I giovani. L’isola sembra che sia predisposta, per natura, ad accogliere un turismo giovanile: attività subacquee, nuoto, sci nautico, canottaggio e altri sport legati al mare possono essere tranquillamente praticati, basta avere adeguate attrezzature ricettive; allo stato attuale a me risulta che l’isola sia attrezzata solo per le attività subacquee con due “Diving Center” (se non erro). I noleggiatori di barche ammontano a diverse centinaia, se alcuni di loro riconvertissero l’attività investendo in attrezzature per gli sport acquatici di cui sopra, io penso che farebbero un buon affare. Ma dopo tali attività mattutine occorrono altri spazi adeguati a terra: l’ormai storica discoteca, il “Covo Nord Est” da sola non basta. Attualmente sono garantite le passeggiate e altre attività come il jogging e ad inizio luglio mi si apre il cuore nel vedere le strade e i sentieri di Ponza percorsi allegramente da schiere di giovani (di primo e secondo pelo) grazie ai vari tornei che il bravo Rossano organizza.
La vicina isola di Ventotene, ormai da anni, è attrezzata per accogliere studenti di ogni ordine e grado: il turismo scolastico che dà la possibilità agli amici ventotenesi di allungare la stagione turistica per l’intero anno. Non conosco i motivi per cui Ponza non possa cogliere una tale opportunità e a tale proposito gradirei qualche commento in calce all’articolo, magari da un “addetto ai lavori”. Tanto più che proprio attraverso questo tipo di turismo le nuove generazioni vengono meglio educate a rispettare il territorio ed a fruirne nella maniera più saggia.
Purtroppo nell’ultima decade di luglio arrivano a Ponza i famigerati “pariolini”. Con sommo rincrescimento, misto a rabbia, ho appreso dalla stampa che questa sorta di figli di papà viene a Ponza per “consumare il rito di iniziazione alla vita adulta”. Fino agli anni ’50 del secolo scorso tali “riti” avvenivano in certe case ormai chiuse.
Provo rabbia e ribrezzo di fronte a questo assurdo parallelo.
Ponza è la nostra terra natale, la nostra mamma, pertanto dobbiamo esigere per lei il rispetto più assoluto. Però anche in questo caso qualcosa di meglio si può fare, in fatto di prevenzione, con un maggior coordinamento tra tutte le forze dell’ordine presenti nell’isola (tra Carabinieri, Finanzieri, Marinai del Circomare, Vigili Urbani, Avieri, Forestali, l’isola ha un Presidio Militare di ragguardevoli dimensioni).
Un ulteriore ausilio potrebbe essere fornito dalle videocamere poste nei punti strategici dell’isola e, una volta accertata l’identità di chi commette l’atto vandalico, predisporre il classico foglio di via obbligatorio e relativo “Daspo”, divieto di accedere nel Comune per un certo numero di anni (limitazione di legge contemplata anche dall’art. 16 della Costituzione sopra richiamata).

Anziani mare.1 [5]

Anziani. Si parla tanto di turismo degli anziani, su cui Ponza dovrebbe puntare proprio per allungare la stagione turistica, con adeguate attrezzature ricettive. Infatti questa tipologia di turisti si muove prevalentemente in primavera ed autunno.
Attualmente mi risulta che esiste un “Centro Anziani” a Le Forna, voluto dall’attuale Amministrazione; senz’altro va potenziato, ma non sarebbe male crearne uno analogo a Ponza capoluogo, oltre a qualche bocciofila, qualche biblioteca, il museo e non ultimo valorizzare i siti archeologici, oltre alla pesca sportiva.
I siti archeologici, però, interessano tutte le categorie e vanno al più presto resi fruibili, guardiamo infatti al successo enorme che ha avuto la Cisterna Romana della Dragonara; non dispongo di cifre, ma solo nel corso di questa estate diverse centinaia, se non qualche migliaio di persone, l’hanno visitata.
Così occorre fare al più presto per gli altri siti: dalla Grotta del Serpente al Tunnel Romano di Chiaia di Luna, alle Necropoli dei Guarini e del Bagno Vecchio alle altre cisterne di epoca romana, al Museo, ad altri siti che si trovano in aree private, il pavimento di epoca romana a S. Maria ed il Mitreo.
Bisogna convincere i proprietari dei siti che consentire l’accesso a questi monumenti, oltre alla collettività ne trae vantaggio anche chi le possiede, proprio perché le opere d’arte, oltre ad arricchire culturalmente i visitatori, contribuiscono a incrementare l’economia locale ed il commercio in genere: dall’abbigliamento, ai generi alimentari, agli stessi articoli sportivi e da pesca!
La pesca sportiva è senz’altro un’attività importante ai fini turistici. Purtroppo i pesci scarseggiano sempre di più, ma anche in questo campo qualcosa forse si potrebbe fare. Al largo del Fortino di Frontone c’è un allevamento – vivaio di orate. Quella struttura potrebbe essere utilizzata anche per incrementare la fauna ittica? Un tale ripopolamento andrebbe ad alterare ed in che modo l’habitat attuale? E’ logico che solo un biologo marino della statura del prof. Madonna può dare adeguate risposte, consigli ed indirizzi in merito.

Prodotti del mare e delle colline ponziane sono gli indispensabili ingredienti della gastronomia locale, per cui vanno sempre più tutelati e valorizzati.

Aerea. Due versanti. Copia [6]

Per concludere: Ponza, per sua natura, può offrire uno splendido mare con attività connesse, ma anche un territorio ricco di bellezze naturali, di storia, di prodotti tipici, di siti archeologici. Dobbiamo essere gelosi custodi di questo patrimonio; se mostriamo noi per primi di rispettarlo, altrettanto faranno i “forestieri” che vengono a visitarlo.

 

Di Silverio Lamonica: www.ponzaracconta.it [7] e www.buongiornolatina.it [8], in condivisione