





|
|||
Epicrisi 41. Del silenzio e dello sviluppo sostenibiledi Vincenzo Di Fazio (Enzo) . Il sito, settimana dopo settimana, oltre a raccogliere la rievocazione di ricordi riporta abitualmente degli argomenti di attualità ripresi dalla vita isolana. Questa è stata una settimana pacata dove la quotidianità è stata pressoché assente. Le navi della Lazionar non hanno avuto intoppi (conosciamo addirittura un orario che assicura i collegamenti fino alla fine del mese), non si è parlato di centrale elettrica, né di acqua, né di dissalatori.
D’altro canto l’estate ha da poco fatto le consegne all’autunno. La vendemmia – dicono in molti – sembra sia andata bene, nel senso che è stata una buona annata come buona è stata la stagione estiva (sempre per sentito dire) con tutti i suoi “numeri” cresciuti, in termini di presenze e di consensi. Si percepisce una certa soddisfazione ed in tanti hanno cominciato a riaprire ed abitare gli appartamenti di Formia. Tra non molto faremo i conti con l’abbandono abituale dell’isola e si ricomincerà, compresi noi di Ponzaracconta, a discutere dei problemi legati alla residenzialità.
Gli scritti della settimana sembrano ricalcare i comportamenti flemmatici di questo momento stagionale e dell’avvicinarsi di novembre, cionondimeno consentono, attraverso la lettura degli argomenti toccati, di fare qualche riflessione. La prima occasione me la dà l’interessante articolo segnalato dalla redazione sul turismo globale.
L’analisi acuta di Alfredo Somoza (l’autore) sul fenomeno del boom turistico di alcuni paesi esotici, interessati negli anni ’80 da massicci investimenti da parte di multinazionali, quantunque riferita a luoghi lontani miglia da noi, ci fa riflettere su quali danni si possono fare all’ambiente e alle identità territoriali se gli interventi mettono da parte l’esigenza di rispettare l’uno e tutelare le altre. Senza parlare delle conseguenze negative per l’economia degli abitanti del luogo. Un esempio a noi più vicino, che riguarda la Liguria nella zona delle Cinque Terre, è riportato nel commento allo stesso articolo. Sono aberrazioni che mai ci toccheranno? Chissà! In un prossimo futuro il modo, ad esempio, in cui sarà utilizzato il faro della Guardia (leggasi al riguardo il programma valore Fari) è estremamente importante per quel che concerne il destino dell’isola. Può trasformarsi in un albergo resort (per pochi facoltosi) da raggiungere magari con l’elicottero ma può diventare anche un luogo capace di continuare a raccontare la sua storia se rimane, una volta recuperato, legato all’identità dell’isola. E affinché questo si realizzi non servono solo soldi ma anche presa di coscienza ampia e critica dei cambiamenti che stanno avvenendo nella vita dell’isola e partecipazione nei processi decisionali. Alcuni cambiamenti sono inarrestabili anche nei comportamenti della natura, come quelli climatici. Ce lo ricorderà sicuramente il prof. Adriano Madonna nella conferenza che terrà a Gaeta, presso l’Istituto Nautico il 20 di questo mese, ma è sempre l’uomo ad essere responsabile di quei cambiamenti con i suoi abusi, il suo egoismo e con l’incapacità di guardare al futuro.
Ricordi che fanno parte della tradizione e della nostra identità culturale in cui resiste, nonostante tutto, ben salda la figura di San Silverio, elemento di coesione (speriamo ancora per molto) tra le genti dell’isola e ponte attraverso il quale arrivare ai ponzesi sparsi nel mondo. San Silverio è presente in molti degli scritti di questa settimana. Lo è negli appunti di viaggio di Carlo Marcone “da Ponza a Bahia Blanca” (in tre puntate) dove emerge come il santo coaguli intorno a sé persone tanto distanti capaci di ricreare l’ambiente della terra natìa grazie anche al culto dei riti religiosi e alla riproposizione della simbologia legata alla festa attraverso la preparazione della barca, la sfilata della processione, l’esecuzione dell’inno, la recita della supplica. San Silverio è presente nell’interessante ricostruzione di Rosanna della figura di Don Luigi Coppa, sacerdote nella cui attività pastorale ritroviamo, oltre che la cura delle anime dei suoi fedeli e la realizzazione di alcune edicole, la firma di una Vita di San Silverio Papa e Martire e di una biografia del Santo in due volumetti. Perché anche l’analisi di una foto possa servire per conoscere meglio il passato e chi c’era in quel passato; non un esercizio di nostalgia, ma un ripensamento di chi/come eravamo e quanto di quel passato si è travasato in noi. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
|||
Ponza Racconta © 2021 - Tutti i diritti riservati - Realizzato da Antonio Capone |
Commenti recenti