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Addio a Maria Galano

di Enzo Di Fazio

Maria Galano con la sorella Rosa [1]

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Maria Galano se n’è andata ieri sera poco prima di mezzanotte.

Chi avvertirà la sua assenza, al di là dei parenti, delle persone care che le erano più vicine, degli amici, saranno gli imbianchini, i contadini, i bagnanti, i ragazzini, perfino i forestieri che a lei in tanti sono ricorsi per farsi togliere dagli occhi uno schizzo di calce, una pagliuzza, una spina di fico d’india, un granello di sabbia…
Diversi anni fa il settimanale Diva e Donna le aveva dedicato un piccolo servizio per le sue virtù di guaritrice. La definirono la fata di Ponza per la capacità di fare “miracoli” con quelle mani delicate e morbide che aveva e con l’aiuto di una grande lente di ingrandimento quando doveva occuparsi degli occhi, la stessa lente con cui l’ha ritratta il nipote, Salvo Galano, il famoso fotografo che lo scorso anno ci ha affascinato con la mostra sottomarina di Frontone.

Maria Galano fotografata da Salvo Galano [2]

Ma Maria usava le mani anche per guarire le storte, le slogature, per alleviare l’artrosi.
E’ un dono divino – soleva dire – ereditato dalla mia nonna Rosina, che mi incantava con tutte le cose che sapeva fare”. Non usava medicamenti né strumenti particolari, solo olio santo, ovatta, qualche candido fazzoletto e le sue mani, le sue magiche mani con gesti accompagnati da preghiere.
Quando ero piccolo anche io ho beneficiato delle sue cure quando presi una brutta insolazione per essere stato a lungo esposto al sole con il capo scoperto nella spiaggia di Palmarola.

Accoglieva tutti con un sorriso e, nella sua semplicità, mostrava grande professionalità per le cose che faceva.

C’era grande rispetto tra lei, la sua famiglia e mio padre per essere un po’ parenti (e chi non lo è a Ponza, alla fin fine!).
Lo consideravano un fratello al punto che quando mio padre andava a trovarla diceva: “Vado da sasora”.
Alla morte di mia madre, Maria (ma anche la sorella Rosa) gli è stata molto vicina ed ha continuato a farlo anche dopo la sua scomparsa adornando, quando andava al cimitero, la tomba con un fiore.
Capitava così che mi sentissi dire quando la incrociavo sul corso Pisacane: “Enzo, non ti preoccupare, ci ha pensate Marie a papà tuie”.

E’ frase fatta dire che con la morte di Maria Galano va via una persona eccezionale, ma sicuramente con la sua scomparsa perdiamo un altro pezzetto della storia bella di Ponza e della sua identità.

A Rosa, alle nipoti Vera e Lavinia e a tutti i familiari la mia vicinanza e le più sentite condoglianze.

 

Immagine di copertina. Foto di Salvo Galano, nipote di Maria, dal suo libro fotografico “L’isola” (2002)
Foto in alto nell’articolo: Maria (a destra) con la sorella Rosa