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La Posta dei Lettori. Il ragazzo sul delfino
Ci scrive un lettore, Enzo Doron, a proposito di un’immagine che ha trovato in un articolo sul sito (leggi qui): “Ho visto questo dipinto di una piastrella greca anche su altri siti. E’ un dipinto dell’isola di Ponza o di Knosso, il quadro di qualche artista moderno o del film con Sophia Loren? Nell’articolo cui il lettore si riferisce, abbiamo scritto esattamente: Il film non è stato girato a Ponza (come invece il precedente “Africa sotto i mari”; 1953) con la stessa attrice (leggi qui al n° 4 dell’elenco), ma nelle isole Saroniche, in Grecia, in particolare a Hydra. Possiamo dare per certo al lettore che nessun dipinto del genere è a Ponza ma la suggestione del film del ’57 deve aver contagiato molti artisti, se diverse sculture del ragazzo su delfino sono state eseguite, come questa, sull’isola di Hydra, dedicata appunto al film: Sull’iscrizione alla sua base – tradotta dal greco – si legge: “Il ragazzo e il delfino – Questa statua è stata fatta dallo scultore – George Xenoulis ed è stata eretta nell’estate del 2006 – durante il mandato da Sindaco di Kostantinos G. Anastopoulos …e questa, più famosa, a Londra, opera dello scultore David Wynne Il film di Negulesco si apre con una bella sequenza subacquea sui titoli di testa accompagnata da una suggestiva canzone di Julie London… . Guarda qui su YouTube . There’s a tale that they tell of a dolphin Mentre la statua del ragazzo sul delfino che Fedra (Sophia Loren) trova accidentalmente sott’acqua, si vede nella seconda parte di questa sequenza tratta dal film di Negulesco: . Guarda qui su YouTube . Verosimilmente l’immagine di cui il lettore ci chiede informazioni è una libera interpretazione di un artista moderno a partire da figure di delfini che nuotano tra varia fauna ittica, presenti nella nel megaron della Regina, nel Palazzo di Cnosso, a Creta (XVI sec. a. C.). Ma la fascinazione ha radici remote e trova sostanza in molti miti dell’antichità… Al mito di Dioniso si collega un’altra spiegazione dell’amicizia tra delfini e umani. Nel corso delle mille avventure e disgrazie subite per affermare il suo diritto alla vita eterna, Dioniso ebbe occasione di chiedere ad alcuni pirati di traghettarlo da Argo a Nasso, ma scoprì un complotto da costoro ordito per venderlo in schiavitù. Per punirli trasformò i loro remi in serpenti, avviluppò la nave in una cortina d’edera e la paralizzò con tralci di vite finché i pirati, impazziti, non si gettarono in mare, venendo trasformati in delfini. Da allora essi sono amici degli uomini e si adoperano per salvarli dai flutti, come memoria del pentimento dei pirati da cui discendono.
Il geografo Pausania “il Periegeta”, II sec., originario dell’Asia Minore, in ‘Descrizione della Grecia’, tra le sue svariate storie incentrate sui delfini, narra dello spartano Falanto che soccorso da un delfino durante il naufragio della sua nave, fu da questi trasportato fino alle coste dell’Italia meridionale, dove fondò la città di Taranto.
Analogamente Plinio il Vecchio (23- 79 d. C.) narra nella sua Storia naturale la storia di un bambino che, andando ogni giorno a scuola nei dintorni del lago Lucrino nelle vicinanze di Baia, aveva fatto amicizia con un delfino che viveva nel lago: ogni giorno gli offriva la propria merenda, e poi gli saliva in groppa per esser traghettato sulla sponda opposta. Ma dopo qualche tempo il bimbo morì, invano atteso dal suo amico delfino che, non vedendolo più, si lasciò morire dal dolore [su Plinio, leggi anche qui] Fanciullo sul delfino. Atene Museo Archeologico Nazionale: ornamento di vaso di bronzo dell’Acropoli V sec. a. C.:
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