Ambiente e Natura

Politica e morale (1)

di Francesco De Luca
Salvador Dali. Morbida costruzione con fagioli bolliti. Prefigurazione di guerra civile (1936)

 

Qual è il compito supremo della politica? La risposta la affronto con la semplicità dell’uomo comune. I Greci, creatori della polis, ossia di una comunità che sceglie di vivere in modo ordinato e civile, realizzarono che la politica dovesse interessarsi del bene dei cittadini. Il bene come vita sociale ordinata e serena.
I Francesi alla politica accostarono tre grandi obiettivi. Essa deve realizzare la fratellanza, la libertà, l’uguaglianza.
La Dichiarazione di indipendenza americana aggiunse alla politica un traguardo altissimo: la felicità. La politica deve perseguire la felicità dei cittadini.

Appare chiaro come la politica, dalla zona giuridica, ovvero dal servire a fare le leggi, sia stata fatta slittare nella zona morale. In altre parole l’interesse ultimo della politica è gestire la convivenza dei cittadini al fine del raggiungimento della felicità. Dentro questo progetto ci sono l’emanazione delle leggi, la possibilità di perseguire il proprio utile, la priorità di privilegiare l’utile comune, la possibilità di trascorrere un’esistenza felice.

Questo in teoria.

Tento di portare questo grandioso progetto di civiltà nella pratica quotidiana e chiedo: si inserisce in esso il provvedimento di concedere licenze edili in abbondanza nell’ultimo mese di amministrazione, prima della chiamata elettorale ?

Alla luce di quanto detto, sì, si inserisce. Perché l’ Amministratore tende a migliorare la vita dei cittadini; non lo fa per scoperto interesse personale; certo, utilizza l’opportunità temporale come un mezzo a suo favore; certo lo fa per ottenere i voti per la rielezione. Insomma giuridicamente è tutto regolare, moralmente non tutto è trasparente.
Quella politica non è moralmente limpida. Basta questo per bollarla come immorale ? No, non basta. Occorrono altre ragioni concomitanti. Ad esempio il giudizio morale che si è costruito l’Amministratore agli occhi della comunità. La sua storia personale vale, e se è ritenuto un “poco di buono , allora anche gli atti amministrativi risentono di tale giudizio.

Alla stessa maniera conta la “valenza morale” della comunità. Se essa ha una storia di malaffare perseguito in modo continuo e scoperto e beh… questo solleva l’atto amministrativo da maggiori colpe morali perché si inserisce nel quadro delle aspettative della comunità.

Questo mio ragionare potrebbe sembrare sconclusionato e ‘fuori tema’. Al contrario io voglio restare in tema e sottolineare come il giudizio sugli atti politici comprende più fattori. Quello del contenuto del provvedimento, quello della morale di chi lo ha emesso, quello della morale di chi sottostà al provvedimento.

Il mio tentativo è quello di tentare di portare riflessione sui provvedimenti politici, di vagliarli nel complesso, e di addivenire ad un giudizio. Che va espresso. Se non lo si fa per opportunismo, anche questo dice qualcosa sul clima politico-morale del paese.

 

[Politica e morale (1) – Continua]

Immagine di copertina. Salvador Dalì: Morbida costruzione con fagioli bolliti. Prefigurazione di guerra civile (1936).
[L’immagine è stata scelta dalla Redazione, indipendentemente dall ‘Autore dell’articolo]

 

 

1 Comment

1 Comment

  1. Biagio Vitiello

    26 Settembre 2015 at 09:56

    Caro Franco,
    mi fa veramente piacere che (da un po’ di tempo) sei interessato ad argomenti che riguardano “la vita amministrativa” di Ponza.
    Però voli troppo alto, con ragionamenti, disquisizioni e dissertazioni dai contenuti nobili. Ma a Ponza la maggioranza della gente è abituata a ben altro, non ti capisce, e si chiede: Perché… qual’è lo scopo? E non pensa affatto che qualcuno possa avere nell’animo sentimenti nobili o altruistici.
    Purtroppo, nella nostra isola – e tu lo sai benissimo – si cerca di amministrare per interessi propri, per ampliare il proprio potere economico o per distruggere quello “del nemico”.
    Ed è questo modo di amministrare che ha portato la nostra isola al baratro del commissariamento.
    Concordo pienamente con te che quando un’amministrazione vuole riproporsi per un nuovo mandato, rilascia concessioni, condoni e permessi edilizi “a gogò” (che però, nella stragrande maggioranza, sono atti illegittimi, e restano tali in eterno… ma tanto, chi andrà mai a controllare?).
    E non è tutto, a questo si aggiungono gli escamotage che sempre si trovano per fare appalti di vario genere e assunzioni di personale “amico” o per dare altri incarichi.
    Questo è sotto l’occhio di tutti, ma si fa finta di non vedere o non sapere!
    Perché? …Perché siamo a Ponza dove (o per timore o per altro), tutti fanno i fatti loro e lasciano fare, a meno di non essere toccati direttamente!
    Chest’è!

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