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Il giglio rosa lo sa

di Francesco De Luca

Amaryllis-belladonna-copia[1] [1]

 

S’abbassa l’arco del sole nella volta del cielo e la temperatura dell’aria ne risente, anche se discretamente, quasi a non disturbare l’estate nella sua caduta.

Compare inaspettatamente il giglio rosa, dal profumo tenue.

Accanto, il loto porge i frutti ancora verdi e il sorbo quasi ne se vergogna e il melograno pure si cela lasciando che prenda evidenza il lavoro degli uomini nelle vendemmie.

Diospyros_kaki-3-00[1] [2]

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melagrano-verde-di-russi_imagelarge[1] [4]

E’ un momento di stallo, tanto che la poiana (arpaie) fa giri larghi per immettersi nella corrente giusta e il pescatore fa giri larghi intorno alle Formiche con la lenza tesa. Il Carloforte, cosciente della sua solidità, senza clamore lascia l’isola mentre il tramonto inizia la discesa.

Il giglio rosa lo sa quando va osannata la Santa di Ventotene e accompagna con la sua fine presenza gli isolani che ripongono gli affamati appetiti.

Lo sa il giglio rosa, e del suo tempo fa tesoro. Esprime una insorgenza vitale, la palesa, la magnifica. Fossimo saggi ne seguiremmo l’esempio: la stagione solare è calante ma la libertà di espressione non ne deve seguire il declino.

il porto a fine estate [5]