Ambiente e Natura

Epicrisi della domenica (32). La Madonna di mezz’agosto e la fine dell’estate

di Giuseppe Mazzella
Alla fine dell'estate. By Zlatkat

 

Sarà perché la “bella stagione” sta scivolando via con i suoi improvvisi temporali e annotta prima, ma c’è nell’aria come una nota di tristezza. Una tristezza resa ancora più evidente dalla scomparsa di alcuni isolani di antica tradizione, il cui numero si va assottigliando sempre più.
Tra questi Luigino Mazzella, detto ’U Niro, per la pelle perennemente abbronzata, vero dominus del Fieno – ancorché schivo e modesto, o forse anche per questo – che non è solo una località di Ponza, ubertosa di antichi e nuovi vigneti costellati da antiche grotte, ma una vera regione dello spirito.
La sua scomparsa coincide, forse, con un addio definitivo alle nostre più preziose memorie. Con lui va via uno degli ultimi ponzesi che hanno saputo dare il proprio silenzioso e quotidiano contributo alle più antiche tradizioni isolane. Giustamente è stato scritto nei vari interventi su questo sito (leggi qui e qui e qui), che il Fieno non sarà più quello di prima.

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Se n’è andato anche Biagino Zecca, tutt’altra storia e persona. Un uomo che vive 97 anni lascia tante impronte e ricordi; ancor più in una piccola comunità come la nostra, dove le vite continuano e si raccontano anche al di là dei confini isolani.

E negli Stati Uniti d’America, ci ha lasciati, a 101 anni, anche Lucia Sandolo, madre del nostro amico Emilio Iodice, tra le personalità più eccellenti tra i ponzesi all’estero.

La grande parata. San Silverio e i ponzesi al “Columbus Day”. Lucia Sandolo

Una vera miniera di risorse umane e affettive, quella dei nostri compaesani fuori di Ponza – in Italia e all’estero – che non mi stancherò mai di ripetere, meriterebbero essere coinvolte in un disegno di rinascita della nostra isola, come ci ha anche recentemente suggerito Ralph De Falco che ha scovato nel lontano Maryland, un italiano, originario di Monte di Procida che dopo oltre quarant’anni di assenza, si dichiara ancora innamorato delle nostre isole.

Di melodie e ritmi di un tempo ci parla e canta ancora una volta Tonino Esposito che interpreta per noi una delle prime canzoni musicate su Ponza, quella di Salvatore Mazzella, fornendocene una sua personale versione. E dai commenti all’articolo viene fuori una della caratteristiche del Sito, quella di creare echi e richiami tra persone ed eventi distanti, con un bell’effetto di ampliamento delle conoscenze.

Connecting_People

In una fascinazione di altra natura si perde, in un lungo e lussureggiante articolo, Enzo Di Fazio, che ricorda sul filo della memoria un breve soggiorno a Palmarola negli anni settanta, recuperando atmosfere, sapori e nostalgie che tutti rimpiangiamo.

Il varo

Di questo messaggio dell’isola e delle “onde” che ne portano a riva relitti e memorie, si è fatto carico Lo stracquo l’arte che viene del mare, che, dopo Ponza, è approdata felicemente a Ventotene, dove, scrive Rita Bosso, ha riscosso, come meritava, un lusinghiero successo.

Ancora una volta a Ponza, con una sua mostra l’allievo di Vespignani, Umberto Berrino, che ha voluto onorare la figura del nostro Santo Protettore San Silverio.

Su nomi multipli e virgole burocratiche ci intrattiene piacevolmente Silverio Guarino, quasi a sottolineare le diverse e contraddittorie angolosità del nostro carattere isolano.

Nicole Baio, poi, assidua frequentatrice della nostra isola, riscopre per noi un angolo incantato di Le Forna, Cala Cantina, illustrandolo con bellissime foto.

Franco De Luca, prendendo spunto dagli avvicendamenti metereologici, fa ancora una volta il punto seppure metaforicamente sulla “temperatura” isolana e ci introduce alla festività di mezzo agosto a Le Forna, la Madonna dell’Assunta, occasione per qualcuno di “gettare il bando” e fare pubblicità alle innovazioni ritenute così necessarie da mettere in secondo piano qualsiasi altra valutazione.

Proprio sulla piazza di Le Forna è stata ripetuta la “piece” teatrale I Barbieri di Marina Pizzi, già precedentemente rappresentata alla Caletta a Ponza. Ne ha scritto per il sito, Silverio Lamonica. L’opera è piaciuta, anche se ha fatto storcere il naso a quanti hanno voluto sottolineare un certo modo superficiale e di maniera nella descrizione del carattere degli isolani, ridotti a vere e proprie macchiette.

Per il “Venerdì pesce”, il fraseggio concitato di Sang’ ’i Retunne, racconta ancora una volta i lati oscuri del nostro carattere e le cattive abitudini di noi isolani, solo cambiando le quali possiamo immaginare di mutare il nostro destino.

Di un’altra comunità, Monte di Procida, ove mai volessimo fare un costruttivo confronto, ci parla con intensità Rossana Conte.

Delfini a Ponza

 

Scrivendo della settimana appena trascorsa, la malinconia iniziale sembra si sia un po’ diradata. I delfini che nuotano davanti la prua di una barca al largo di Gavi paiono indicarci nuovi percorsi e nuove speranze.
Speranze che sono promesse e che la venerata Madonna di Le Forna, ci auguriamo, elargirà a piene mani ai ponzesi di buona volontà.

La Madonna Assunta a Le Forna

LA Madonna alla Chiesa delle Forna

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