Arte

Una chiave per il cuore dei giovani?

di Sandro Russo
hand-holding-a-soap-bubble

 

La triangolazione PoesiaGiovani (bambini ragazzi) – Scuola, recentemente proposta sul sito, ha registrato un notevole numero di contatti per il tema apparentemente ostico.

Abbiamo conosciuto le esperienze in proposito di Chandra Livia Candiani (leggi qui) e di Gabriella Nardacci (leggi qui).
In seguito, altri interventi hanno portato significativi contributi alla discussione.

In due punti le esperienze sulla Poesia degli insegnanti Bruno Santoro (leggi qui) e Angela Caputi (leggi qui) coincidono quasi esattamente. Vorrei sottolinearli.
E’ quando Bruno scrive: si sa, dare a qualcuno del ‘poeta’ non è esattamente un complimento, e la stessa espressione ‘fare poesia’ ha il chiaro retrogusto di una candida illusione, di utopia infantile: qualifiche di solito estese poi all’autore.
Dunque fra gli adolescenti il timore di apparire ‘poeti’ impedisce anche solo di accostarvisi senza molte riserve e qualche risolino di imbarazzo nervoso”.

Angela ribadisce: “…‘poeta’ diviene spesso e volentieri sinonimo di noioso improduttivo, o svagato nullafacente bravo con le parole. In definitiva: inutile”.

Message in a bottle

E più avanti, nei loro scritti:
“I ragazzi – allora capii – anche così giovani, non hanno bisogno che gli si insegni la poesia: se la praticano sanno dove trovarla, hanno solo bisogno dell’occasione di cercarla”
 (Bruno).

“Personalmente posso dire che negli anni ho visto ragazzi anche demotivati, anche in piena fase di occupazione, anche sotto esami, riunirsi a scuola, in orario e fuori orario, per fare poesia, intrecciare storie, mettere in piedi scene da recitare, leggere ciò che altrimenti non avrebbero mai letto…” (Angela)

Gabriella Nardacci ha citato L’Attimo fuggente [Dead Poets Society, film del 1989, diretto da Peter Weir, interpretato dal non dimenticato Robin Williams – guarda sul sito la sequenza finale].

L'attimo fuggente. Locandina

.

.

.

Nessuna conclusione per questo breve articolo: solo suggestioni e fili sparsi che forse riusciremo a riannodare…

Riporto, a sintesi e legante tra i vari spunti presentati, una poesia di Chandra Livia Candiani [Da: La bambina pugile ovvero la precisione dell’amore –Einaudi. 2014; p. 48].

Ai miei maestri-bambini

Io vi conservo il camminare
incollo ogni passo a terra
resto
per voi mi sveglio
disegno la faccia
sotto l’acqua e le dita
io vi conservo le parole
come pane inzuppato
nel latte della memoria
come lacrime incolte
che precipitano
a due a due
nell’inchiostro
io sono capitano serio
quando navighiamo
le parole il loro
buio fitto l’alto mare
e allagano la classe
e noi le rastrelliamo
con le biro nere e blu a dire
le formule che ormeggiano
e il mondo
che bussa forte,
le battaglie nella notte
i cacciaviti i coltelli
e il campo le baracche
i topi e le bisce,
li alloggiamo tutti qui
Qui e qui e qui.

Leggere poesia

.

Lettura consigliata, sui giovani, la bellezza e la poesia: La bellezza salverà il mondo di Claudio Pozzani

Clicca per commentare

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top