Ambiente e Natura

L’ intervento di Francesco Ferraiuolo nella seduta del Consiglio Comunale del 24/07/2015

a cura della Redazione

comune di Ponza

Nell’ultimo Consiglio Comunale del 24 luglio tra i punti all’o.d.g. c’era “l’approvazione della Convenzione per la gestione del servizio idrico integrato, deliberato dalla Conferenza dei Sindaci e dei presidenti dell’ATO4 Lazio meridionale Latina con atto n. 4 dell’11/11/2011“.
Trattandosi di materia tuttora dibattuta riportiamo, anche allo scopo di soddisfare  la richiesta di diversi cittadini ponzesi, l’intervento effettuato sullo specifico punto di cui sopra, dal Consigliere di minoranza Francesco Ferraiuolo.
Nel suo intervento Ferraiuolo prende posizione anche in merito alla recente richiesta, avanzata dal Comitato Rinascita per Ponza (leggi qui), di inserire nello statuto del Comune un nuovo articolo ispirato al principio “acqua bene comune“.

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Sig. Sindaco, già in occasione della seduta del consiglio comunale del 11.05.2015, nel corso della discussione del punto relativo all’approvazione del progetto preliminare del dissalatore, ebbi a manifestarle, tra l’altro, la mia contrarietà ad Acqualatina sia perché l’acqua è un bene pubblico e la sua gestione dev’essere pubblica e sia perché la gestione di questa società presenta tante problematicità, non ultimi gli ingenti costi di esercizio che si scaricano sull’utenza, che sollevano proteste feroci da parte dei cittadini dei comuni in cui essa è presente.

Ella si affrettò, in alcuni suoi scritti pubblicati sui social network, dal titolo “La memoria corta (3)”, a ricordarmi che io da consigliere provinciale il quattro luglio 1997 detti voto favorevole per l’approvazione della delibera di consiglio provinciale di Latina n. 56 ad oggetto “Schema definitivo della convenzione regolante i rapporti degli enti locali ricadenti nell’ATO4”, dando ad intendere la mia incoerenza rispetto alla posizione espressa attualmente da me sul punto.

Tale deliberato indusse come conseguenza alla costituzione, attraverso però la Conferenza dell’ATO 4 LT, della società mista denominata “Acqualatina S.p.A.” – il cui capitale risulta suddiviso tra il 51% detenuto dai Comuni dell’ATO ed il 49% detenuto da un socio privato, selezionato con gara europea – alla quale fu affidato il servizio idrico integrato dell’ATO 4 per trent’anni a partire dal 2 agosto 2002, cioè, per la cronaca, tre anni dopo che io avevo cessato l’incarico di consigliere provinciale.

Ma devo dire, ciò che dette corpo abbondantemente al cambiamento della mia opinione, tanto che io votai contro l’affidamento della gestione dell’acqua ai privati nel referendum del 2011, furono proprio le deludenti, discutibili e molto criticate prestazioni di Acqualatina nei suoi nove anni di gestione maturati fino a quel momento (non che oggi siano migliorate le cose!).

Certamente, gli argomenti emersi da un dibattito molto serrato, quale fu quello del referendum del 2011, mi portarono alla convinzione che l’acqua deve essere pubblica e cioè che il sistema idrico non dev’essere privatizzato, ma l’esperienza negativa offerta da Acqualatina vi contribuì in maniera non trascurabile.

Oggi, esprimo la mia coerenza rispetto alla convinzione da me maturata sul tema della gestione pubblica delle risorse idriche nonché al risultato del referendum del 2011 e mi batto affinché la volontà dei cittadini emersa dalla consultazione referendaria venga rispettata e non mortificata e snaturata dagli artifici vari che la commistione di una parte del mondo della politica e degli affari mette in campo.

Fatta questa opportuna precisazione, oggi ci troviamo qui perché la Regione Lazio con una nota del 13 marzo scorso, ha diffidato i Comuni di Ponza e Ventotene affinché procedessero all’affidamento, in concessione d’uso gratuito, al gestore del servizio idrico integrato, delle infrastrutture idriche di proprietà comunale ai sensi dell’art. 153, comma 1, e 172, comma 4, del D.Lgs. 152 del 2006, pena l’attivazione dei poteri sostitutivi previsti dello stesso decreto.

La maggioranza alla guida dell’amministrazione comunale di Ponza, nella convinzione di trarre vantaggio dal passaggio ad Acqualatina e di sgravarsi da tutta una serie di responsabilità, non ha battuto ciglio dinnanzi all’intimazione regionale e, dogmaticamente, vi ha aderito, senza aver ponderato gli effetti negativi che da questa decisione potrebbero scaricarsi sulla popolazione, atteso che il predetto gestore sembra sia largamente criticato nei comuni dove è presente, sia sul piano tecnico operativo, sia in merito all’applicazione ed all’esosità delle tariffe.

Infatti, senza nemmeno uno straccio di consultazione pubblica, la maggioranza si è precipitata ad approvare il progetto preliminare del dissalatore con atto di consiglio comunale del 11.05.2015 nonché lo schema di protocollo di intesa tra la Regione Lazio, l’Ente d’Ambito ATO4, Comune di Ponza, Comune di Ventotene ed Acqualatina S.p.A. con atto di giunta municipale del 23 /06/ 2015 (a quest’ultimo proposito, mi sorge un dubbio su quanto sia legittimo approvare un protocollo d’intesa con un atto di giunta visto che esiste una nutrita corrente di pensiero che è dell’avviso che l’approvazione di tale atto sia di competenza del Consiglio Comunale).

Oggi, siamo qui a discutere per l’approvazione della Convenzione per la gestione del servizio idrico integrato, deliberato dalla Conferenza dei Sindaci e dei presidenti dell’ATO4 Lazio meridionale Latina con atto n. 4 del 11/11/2011, cioè una convenzione – tipo resa conforme a quanto stabilito dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 4902/2011.

Sig. Sindaco, in questi atti convenzionali o di intesa non ho trovato gli undici punti (i famosi puntini sulle i) che ella ci comunicò informalmente nella seduta dell’ultimo Consiglio Comunale; almeno, non specificati in un quadro unico riferito a Ponza.

Alcuni, sono disseminati nei complessivi 35 milioni di euro circa di opere già programmate nel passato a favore delle isole di Ponza e di Ventotene e che la Regione oggi si accinge a trasferire ad Acqualatina; altri, come il passaggio del personale comunale ad Acqualatina si rifanno alla relativa normativa regionale, senza particolari garanzie; altri, ancora, non risultano proprio citati.

Si dirà che il Comune era obbligato ad aderire ad Acqualatina pena l’arrivo di un commissario ad acta… ma credo che prima l’Amministrazione avrebbe dovuto approfondire alcune considerazioni quali:

a) l’emanazione delle due Leggi, la n. 307 del 9 maggio 1950 e la n. 378 del 19 maggio 1967 (che assegnano, con costi a totale carico dello Stato, la provvista ed il trasporto dell’acqua potabile alle popolazioni delle isole minori) approvate dai parlamentari della Repubblica Italiana, sono state il contributo umano e culturale a favore delle isole minori (tra cui Ponza e Ventotene), ed hanno permesso a queste, dopo l’onta del Confino, del Campo di concentramento e della notevole presenza militare, la fruizione dell’acqua corrente nelle abitazioni degli isolani a far data già dall’approvazione della Legge n°307 nell’anno 1950;

b) nel momento in cui, in sede regionale, si tende con la legge sulla “Tutela, governo e gestione pubblica dell’acqua” a regolamentare e disciplinare la gestione dell’acqua alla luce del referendum abrogativo del 2011, anche con la “nuova definizione degli ATO e dei Sub-Ambiti”, si sta brigando per determinare un trasferimento delle competenze regionali circa il rifornimento idrico ad un soggetto gestore sostanzialmente privato (Acqualatina S.p.a), con contestuale cessione degli impianti allo stesso; gestore giammai trovato al fianco delle isole per la soluzione delle problematiche inerenti il S.I.I. (Servizio idrico integrato), per il quale, ora, i comuni insulari dovranno rinunciare in maniera definitiva all’autonomia gestionale e tecnica esercitata in questi lunghi 17 anni e con l’aggravante di “non poter determinare nulla di nulla” nelle scelte operative e programmatiche per l’esiguo peso che essi hanno in sede di Assemblea di ATO4 Lazio Meridionale. Ciò motiva fortemente la proposta di istituire un “Sub-Ambito di gestione delle Isole Pontine”, proprio per tener conto della peculiarità delle isole;

c) tutto questo avviene, nel momento in cui lo Stato, con l’art. 21 del D.L. n°201 del 2011, assorbe le competenze in materia di determinazione e di approvazione della tariffa e con la deliberazione dell’Autorità dell’Energia elettrica il gas ed il sistema idrico del 19 marzo 2015 viene stabilito di trasferire a carico dello Stato “una perequazione per i maggiori costi” sulla tariffa nazionale per alleviare i costi aggiuntivi ricadenti ad esempio nelle piccole isole analogamente a quanto già avvenuto per l’energia elettrica;

d) l’approvazione della “Convenzione per gestione del S.I.I.” è uno schiaffo alla popolazione dell’isola di Ponza e annulla di fatto l’efficacia di due leggi vigenti dello Stato Italiano, in quanto con la firma della stessa l’acqua ai ponzesi sarà fatta pagare con la tariffa stabilita unilateralmente da Acqualatina (noi pensiamo, superiore a quella attuale applicata dal Comune);

e) con questa deliberazione viene limitata fortemente la possibilità per i cittadini dell’isola di poter formulare scelte e programmi che essi ritengono più utili ai propri interessi; siamo sicuri che con l’approvazione della convenzione stiamo operando per il perseguimento del bene primario della popolazione e non lavorando per il “re di Prussia”?

f) è corretto che venga chiesto dalla Regione ai comuni insulari la consegna delle infrastrutture idriche ad Acqualatina mediante la sottoscrizione di un protocollo d’intesa prima che sia stata identificata l’esatta tariffa idrica riservata alle isole minori, in vigenza del nuovo “Metodo tariffario” di competenza dell’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico?

g) Non sarebbe opportuno chiedere una riorganizzazione territoriale del S.I.I. che preveda un sub ambito di gestione delle isole pontine, rispettoso delle loro peculiarità socio-economiche ed ambientali e delle prerogative di legge ad esse attribuite in tema di provvista di acqua potabile destinate alle loro popolazioni?

Ecco, queste sono considerazioni e punti di domanda che avrebbero dovuto indurre l’Amministrazione a chiedere una sospensione dei minacciati poteri sostitutivi regionali per operare un’approfondita disamina delle questioni in campo e nel contempo individuare il percorso per arrivare al conseguimento dei risultati più confacenti alla specificità della comunità cittadina.

Alla luce di quanto detto, anche confortati dal parere di Associazioni, Comitati e cittadini comuni, noi consiglieri di minoranza avanziamo la seguente proposta da mettere ai voti:

  1. Il consiglio comunale sospenda l’approvazione della convenzione per la gestione del servizio idrico integrato, deliberato dalla Conferenza dei Sindaci e dei presidenti dell’ATO4 Lazio meridionale Latina con atto n. 4 del 11/11/2011”.

  2. Il consiglio comunale esprima l’intento di procedere, in una sua successiva riunione, ad inserire nello Statuto del Comune di Ponza un nuovo articolo ispirato al principio “acqua bene comune” con il quale si affermi che:

  • tutte le acque, superficiali e sotterranee, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici;

  • il Comune riconosce il diritto all’acqua, ossia l’accesso all’acqua potabile come diritto universale, indivisibile, inalienabile nonché lo status dell’acqua come bene comune pubblico e garantisce che la proprietà e la gestione degli impianti, della rete di acquedotto, distribuzione, fognatura e depurazione siano pubbliche e inalienabili, nel rispetto delle normative comunitarie e nazionali;

  • il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale di interesse generale che deve essere effettuato da un soggetto di diritto pubblico, non tenuto alle regole del mercato e del conseguimento degli utili ma orientato al pareggio di bilancio.

  1. Il consiglio comunale esprima l’intento di procedere per ottenere dalla Regione Lazio una riorganizzazione territoriale del S.I.I. che preveda un sub ambito di gestione delle isole pontine, rispettoso delle loro peculiarità socio-economiche ed ambientali e delle prerogative di legge ad esse attribuite in tema di provvista di acqua potabile destinate alle loro popolazioni.

1 Comment

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  1. vincenzo

    30 Luglio 2015 at 09:04

    http://ilmanifesto.info/acqua-e-beni-comuni-il-secondo-scalpo-di-renzi/

    Il discorso è sempre lo stesso: I grandi interessi economici dettano le linee politiche; poi in Italia Renzi ordina e tutti i subordinati nelle istituzioni si uniformano!

    Da noi in provincia di Latina – governata da sempre da Forza Italia che per quanto riguarda l’acqua ha dettato le linee guida di gestione – l’accordo è stato un gioco da ragazzi: il PD e Forza Italia si sono intesi su tutto!

    Referendum, sottoscrizioni popolari, manifestazioni, comitati spontanei, ricorsi al TAR, proposte di delibere popolari, tutte le iniziative che i cittadini disperati mettono in campo… vengono umiliate sull’altare dei grandi interessi economici ma servono a far capire che c’è un popolo che chiede cose che i rappresentanti votati nelle istituzioni non raccolgono, anzi umiliano!

    Questa politica è ancora democratica?

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