Ambiente e Natura

Per l’area marina protetta di Ventotene stanziati 4,3 milioni di euro

segnalato dalla Redazione
Ventotene dall'alto

 

recuperiamo questa notizia su Ventotene da Latina Oggi del 13 luglio 2015. La riportiamo integralmente – vedi anche il file .pdf in fondo alla pagina – con qualche considerazione a seguire…

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Stanziati 4,3 milioni per l’area marina
Tagli. Cifra decurtata di 90 milioni di euro rispetto al 2014

VENTOTENE — In arrivo fondi dal Ministero dell’Ambiente per le aree protette, tra queste anche Ventotene e la sua Area Marina Protetta. La cifra destinata alla più piccola delle isole dell’arcipelago pontino ammonta a circa 4,3 milioni di euro. Sebbene la cifra stanziata sia consistente, essa ha subito una riduzione rispetto all’anno scorso se si tiene conto che nel 2014 i fondi con la stessa destinazione sono stati 4,93 milioni e nel 2013 ammontarono a 5,87.
Dovrebbero essere circa 2,8 per i parchi nazionali e 1,4 per le aree marine protette.
La ripartizione delle quote alle varie realtà viene calcolata in base alla “complessità territoriale e amministrativa delle aree protette”. I parchi che riceveranno le maggiori quote sono 11 e le aree marine protette 10.
Questi i parchi: Cilento e Vallo di Diano, Gargano, Gran Sasso e Monti della Laga, Maiella, Pollino, Stelvio riceveranno il massimo stanziamento, cioè 145 mila euro. Abruzzo, Lazio e Molise, Aspromonte, Gran Paradiso, Monti Sibillini, Sila, ne riceveranno 125 mila.
Per i parchi vengono valutati tre parametri: la superficie occupata da ciascun parco, le superfici delle zone naturali di riserva integrale e il numero dei Comuni che ricadono all’interno del parco.
Queste le aree marine: Capo Caccia (Alghero), Capo Carbonara (Villasimius), Miramare (Trieste), Plemmirio (Siracusa), Porto Cesareo (Lecce), Portofino (Genova), Punta Campanella (Napoli), Sinis (Oristano), Tavolara (Olbia), Torre Guaceto (Brindisi). Riceveranno 70 mila euro.
Quelle che rimangono, tra cui Asinara, Cinque Terre, Pelagie, Ventotene, Santa Maria di Castellabate, ne avranno invece 40 mila.
In questo caso a fare la differenza, ovvero la diversa ripartizione dei fondi stanziati dal Ministero, è stato il fatto di essere zone ASPIM (Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea) o non ASPIM.
Il Ministero dell’Ambiente ha infine previsto fondi anche per le Convenzioni internazionali (515 mila euro), per le “Azioni di rilevanza nazionale” (50 mila euro), e per i parchi minerari, ovvero il Parco tecnologico ed archeologico delle colline metallifere grossetane, il Parco museo delle miniere dell’Amiata sempre vicino a Grosseto e quello delle miniere di zolfo delle Marche, che potranno usufruire di 670 mila euro.”

Ventotene e Santo Stefano dall'alto
Si possono fare delle considerazioni e delle analogie che riguardano Ponza.

Anche se soggetti a continui tagli, negli ultimi tre anni al parco marino sono stati destinati oltre 15 milioni di euro; ed altri negli anni precedenti. Sono comunque soldi che sono andati / vanno a migliorare e a difendere questa realtà che è patrimonio di tutti e che è ormai, per Ventotene, un fiore all’occhiello.
C’è da chiedersi se, quando a suo tempo se ne è parlato per Ponza, non sia stata un’opportunità persa per la nostra isola.
Ricordiamo che all’epoca molti videro nella creazione del parco marino una limitazione alla fruizione dell’isola e, soprattutto, una minaccia per gli affari legati alle attività della stagione estiva.
Per quanto riguarda la fruizione dell’isola, pensiamo che oggi stiamo sicuramente peggio perché è intervenuto il PAI (e altri acronimi ingabbiatori) a mettere divieti dappertutto, di gran lunga peggiori di quelli che un parco marino prevede.
Per quanto riguarda gli affari, anch’essi nel medio- lungo periodo ne risentiranno, visto che un’isola come Ponza non può continuare a vivere solo di flussi periodici.
Il parco marino proietta un’isola verso il futuro; il PAI la ingabbia nel presente.

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File .pdf dell’articolo su LT Oggi: VENTOT. LT OGGI 13.07.2015 – Area marina

 

 

6 Comments

6 Comments

  1. Domenico Musco

    16 Luglio 2015 at 07:17

    Credo che spesso si parli di parco marino senza conoscere veramente il significato. Proporlo in un contesto italiano, con le normative che ci sono – proibizionistiche e repressive -, è una follia.
    Di esempi ce ne sono a migliaia e il discorso è lungo; dico solo a Montecristo isola di lunga storia, ora nessuno si può avvicinare! Si può vedere solo in cartolina!
    Solo in Italia i parchi sono fatti per non essere usufruiti; solo qui ‘si protegge’ senza prendere minimamente in considerazione l’animale ‘uomo’!
    In tempi passati mi mandarono un fax dal Comune di Ponza pregandomi di sottoporlo all’allora presidente del consiglio D’Alema, di fargli dare una occhiata e sentire una sua opinione. Nel vedere i limiti restrittivi che c’erano lui disse che chi faceva queste cose non capiva proprio niente di mare; lui da buon velista capì subito che era una pazzia.
    Si sarebbe dovuto passare a tre miglia fuori dal faro della Guardia; divieto assoluto per Zannone e Palmarola: solo arrivare alla spiaggia, il resto tutto interdetto !
    Credo che prima di dire qualcosa sui parchi convenga informarsi sui divieti che comportano!

    Il modo giusto di agire su certi argomenti l’ho imparata dai ragazzi, quando insegnavo:
    Ogni volta che insegnavo un nuovo gioco mi chiedevano (e dovevo spiegare) precisamente le regole!
    Studiamo le regole e poi parliamo di parchi
    Se qualcuno ha visitato dei parchi marini all’estero ha potuto rendersi conto di come funzionino. Non è la stessa cosa in Italia dove l’obbiettivo è sanzionare il malcapitato che infrange un divieto senza rendersi conto, solo per fare cassa!

  2. Silverio Tomeo

    16 Luglio 2015 at 09:09

    Naturalmente parlare di parco marino comporta a Ponza quasi il rischio di aggressione fisica e morale, e questo accade da decenni… Qui nel Salento tra i 250 km di costa trovano posto parchi costieri e un’area marina protetta a Porto Cesareo, zona intensamente turistica e borgo marinaro con flotta peschereccia di paranze: https://it.wikipedia.org/wiki/Area_naturale_marina_protetta_Porto_Cesareo
    Dopo le iniziali minacce e intemperanze contro gli ambientalisti e le istituzioni pubbliche, nessuno si è fatto male, il turismo è migliorato di qualità, i pescatori continuano a pescare. Mentre invece a terra, per l’abusivismo dei fabbricati turistici e gli interessi enormi in gioco, si è criminalizzata la contesa politica a suon di pallottole, esplosioni e minacce.
    A Ponza volete continuare con i pariolini minorenni, le barche che buttano ‘monnezza’ in acqua, le isole vissute come pretesto per il peggior turismo sguaiato romanesco? Continuate così, allora… A mentalità gretta corrisponderà sempre un turismo rozzo e invasivo, come in un gioco di specchi.
    In quanto al velista D’Alema: i suoi amici dell’Italgest di Casarano, ormai da qualche anno inquisiti e falliti, avevano ottenuto di poter installare delle boe nella magnifica Baia delle Orte a Otranto (perla dell’Adriatico, punto più a Est d’Italia e più vicino alle prime isole greche). Il pretesto fu che quelle boe avrebbero permesso l’attracco dei velisti (a pagamento) senza inquinare troppo in una zona all’interno di un parco costiero regionale che arriva sino al Tacco del Sud Salento. Quelle boe per fortuna sono arrugginite e abbandonate, ormai.
    Ora si parla di trivelle per il petrolio, con micro-esplosioni esplorative che disorientano cetacei e delfini portandoli a morire spiaggiati, si parla del gasdotto TAP che dovrebbe attraversare il Canale d’Otranto e approdare nella magnifica spiaggia di San Foca (più volte bandiera blu e zona turistica di pregio). Ma movimenti ambientalisti di popolo, sindaci e amministratori, associazioni e sindacati, artisti e giovani, si stanno opponendo con forza e determinazione ai tentativi di scempio. Dimenticavo: gli amici politici di D’Alema sono a favore della TAP, ad esempio.

  3. vincenzo

    16 Luglio 2015 at 09:14

    Caro Domenico, purtroppo noi – dico purtroppo visto le conseguenze – siamo in una democrazia rappresentativa, quindi i cittadini hanno il diritto-dovere di votare un loro rappresentante a cui delegano la risoluzione dei loro problemi…

    Per esempio, alcuni hanno votato D’Alema, oppure Bertinotti, oppure Berlusconi oppure Bonelli… a cui hanno delegato il potere legislativo.

    Il cittadino può certo informarsi ma alla fine deve seguire le istruzioni d’uso e rispettare le regole scritte nero su bianco. Aggiungo -visto che queste istruzioni vengono poi fatte rispettare e quindi delegate ai poteri di controllo e di repressione territoriali – l’applicazione può variare e alla fine principi, leggi, regolamenti e quindi uso e percezione della vita reale per i cittadini non sono più gli stessi.
    Anche ai ragazzi di scuola si insegnano le regole ma già dai primi giochi i ragazzi capiscono che c’è un arbitro che deve farle rispettare e spesso questo arbitro diventa giocatore.

  4. Biagio Vitiello

    16 Luglio 2015 at 16:42

    Mi chiedo come si potrà far capire a noi Ponzesi, che siamo per numero di abitanti cinque volte quelli di Ventotene, l’utilità del Parco.
    Che esempi abbiamo davanti agli occhi, su cui giudicare?
    L’attribuzione di Zannone al Parco del Circeo è cominciata male ed è finita peggio.
    È nata, a quanto mi risulta, per una serie di ripicche private ed è stata in definitiva un grande fallimento. Soprattutto è stato lasciato tutto all’incuria del tempo (la casa del guardiano è parzialmente crollata, e che dire dei ruderi del vecchio monastero..?). Ci hanno fatto rimpiangere il tempo in cui era affittata ad una società di Milano, come riserva di caccia, e manutenuta molto bene (e il Comune ci ricavava anche un utile). Quale vantaggio ne abbiamo ora? Se è ancora visitabile (previa autorizzazione da richiedere in Comune) è per quella vecchia clausola dell’enfiteusi perpetua che risale ancora ai Borbone, ma per il resto gli esempi sono sconfortanti.
    Io sono favorevole al Parco, ma vorrei capire bene quali sono i benefici e gli svantaggi per noi Ponzesi, per poterci ragionar sopra; dal momento che Zannone è in rovina, e Palmarola è “oasi di protezione”… non degli uccelli, ma di pochi furbacchioni.

  5. sergio

    17 Luglio 2015 at 03:15

    Solo personalissime convinzioni sul tema della conservazione di cui sopra.
    Nessuno fa riferimento alla legislazione italiana e europea.
    L’impressione è che se ne straparli senza fondamenti.
    Non sono un “maestro”, ma neanche del tutto a digiuno.
    Eppure, e su Ponza Racconta e su facebook e su Latina Oggi e in qualche seduta di consiglio comunale, l’argomento non è novità. Ho tentato, di coinvolgere i miei concittadini più o meno “ambientalisti” a sfogliare qualche direttiva europea e a scorrere la legge quadro sulle aree protette, purtroppo, chi mi ha preceduto su queste pagine non fa registrare la cosa.
    Dalle legislazioni Porzio a oggi non c’è traccia di volontà “politica” o per meglio dire, c’è assoluta mancanza nell’assumere responsabilità di governo.
    “Restiamo in superficie” sembra essere il generico e generale motto isolano; tanto per chi governa quanto per i governati.
    Qui, si sfondano porte aperte per Sangue di Zerro.

    Sergio D’Arco

  6. vincenzo

    17 Luglio 2015 at 09:58

    Qualche mese fa l’amministrazione comunale ha presentato le osservazioni riguardo alle Zone Speciali di Conservazione (ZSC): ultimo atto di quel progetto Natura 2000 (già presentato sul sito – NdR). Osservazioni presentate anche dal Comitato Rinascita per Ponza sulla parte riguardante i vincoli, i divieti e la regolamentazione di questi Siti.

    Sicuramente pochi le hanno lette, ma nelle osservazioni si evidenzia il nostro atteggiamento di resistenza passiva versa azioni esterne che percepiamo non in linea con la cultura dominante isolana.

    Ammettiamolo: Ponza oltre ad essere l’isola “dei mille colori” come dice il Sindaco Vigorelli, è anche l’isola “dei mille divieti” scritti nero su bianco nei vari Piani di protezione e valorizzazione Regionali, Nazionali ed Europei.

    L’arcipelago Ponziano, è per il 70%, di fatto, già protetto da leggi che sono in vigore e altre entreranno in vigore a breve.

    La politica locale, e ancor di più l’opinione pubblica locale continuano a subire, anzi a negare, l’esistenza di una realtà che ha legiferato – una più che parziale – protezione ambientale delle nostre isole.

    Parliamo di errori nella gestione di Zannone, per esempio, ma lo facciamo con una mentalità borbonica non certo capace di prospettare il nuovo.

    Molto spesso, anche noi isolani, parliamo della necessità della fondazione degli Stati Uniti di Europa ma poi non sappiamo pensare ad una più fattiva organizzazione delle nostre due isole di Ponza e Ventotene e quindi della gestione di questo grande patrimonio storico, archeologico, ambientale del nostro arcipelago che se veramente governato, diventa l’opportunità di vita per le nuove generazione sulle isole.

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