Ambiente e Natura

Un clamoroso errore nella cartografia delle Ponziane

di Vincenzo Bonifacio
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Le isole Ponziane nella carta di Abrahams Ortelius 1570

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Osservando le carte di Joan Bleau pubblicate su questo sito da Biagio Vitiello (leggi qui) oltre a rimanere colpiti dalla loro bellezza si rimane stupiti dalla strana delineazione dell’arcipelago: una Ponza con una miriade di scogli sistemati a caso, l’isola immaginaria di Santa Maria, altre due grandi isole al posto dello scoglio della Botte e Ventotene e Santo Stefano che si fronteggiano come due piccole isole gemelle. Vorrei qui esporre alcune considerazioni utili a comprendere le ragioni che ne hanno condizionato la realizzazione e le ripercussioni nella storia della cartografia.

2. Resized

Carta di G. Benincasa, seconda metà del 1400

La cartografia moderna ha le sue radici nelle rappresentazioni eseguite dai marinai che a partire dal 1100 hanno la necessità di determinare e conoscere l’ampio scenario in cui navigano le navi; le carte nautiche frutto dell’esperienza diretta ed eseguite anche utilizzando semplici strumenti come la bussola o il quadrante sono abbastanza fedeli alla realtà; le isole ponziane sono sempre ben evidenti e talora conformi alla realtà sebbene le carte, realizzate in grande scala, comprendano tutte le coste del Mediterraneo   .

Le ragioni di quella cartografia pratica rivolta quasi sempre ai commercianti o alle flotte militari è gradualmente stravolta dalla necessità di rivolgersi ad una utenza più raffinata; nel Cinquecento le carte, pur conservando la loro capacità di grande strumento di conoscenza, assumono il potere di raffinati strumenti d’arte che avvincono, stupiscono e stimolano la mente ed il cuore; tale capacità mediata dall’avvento della stampa ne promuoverà la diffusione per tutta l’Europa e diverranno oggetto di ispirazione e di imitazione da parte di numerosi cartografi.

Paradossalmente dopo la diffusione di buone carte nautiche si assiste già dal 1300 e per alcuni secoli ancora, ad un peggioramento delle rappresentazioni geografiche.
A dispetto delle imperfezioni, la costruzione di queste mappe è molto ricercata e si caratterizza per i colori vivaci, le splendide rose dei venti, i disegni di velieri e dei mostri marini, le scale di misure e le cornici preziose che ne esaltano il contenuto.
Queste carte non sono più frutto di elaborazioni empiriche ma effetto di una compilazione a tavolino; il cartografo del Cinquecento più che uno scienziato è una sorta di artista che elabora un progetto attingendo, spesso senza verificare, nozioni da carte nautiche o resoconti di viaggi. L’approssimazione scientifica porta talora a proporre i profili di territori lontano dalla realtà.

Si assiste così alla comparsa di nuove isole, i casi più emblematici sono le isole aggiunte all’arcipelago pontino o l’isola fantastica di Monte Sardo che compare nel golfo di Taranto.
L’errore delle isole Ponziane appare ufficialmente nella pubblicazione del primo grande atlante di cartografia ad opera di Abrahams Ortelius (Anversa 1570); si consideri l’importanza di quest’opera nel panorama europeo in quanto fu la prima raccolta di carte realizzata attraverso una vasta disamina di lavori per lo più di operatori locali confrontandoli tra di loro ed operando delle verifiche del tutto personali.
8. Resized

Provincia di Terra di Lavoro; Mario Cartaro 1613 

La diffusione di questo importante lavoro è seguita dalla reiterazione dell’errore che continua per ben due secoli in carte che portano importanti firme come Fabio Magini (Atlante del Regno di Napoli, 1620) Mario Cartaro (Provincia di Terra di Lavoro, 1613) Jansson Bleaw (Atlas Novus 1645, Amsterdam ).

Vale la pena ricordare che tra i primi a produrre gli errori dell’arcipelago figura Ferrando Bertelli (carta stampata a Venezia nel 1565), Domenico Zenoi (stampata a Venezia nel 1568), Paolo Forlani (stampata a Venezia nel 1568), Domenico Zenoi (stampata a Venezia nel 1570). E evidente come l’equivoco nato nell’ambito veneziano non è stato in seguito verificato ed è stato diffuso dalle opere realizzate nelle più importanti scuole cartografiche d’Europa.

Un’altra interessante valutazione va fatta sulla toponomastica: la prima denominazione con cui viene indicata la grande isola tra Ponza e Ventotene è San Martino ; probabilmente è un riferimento all’antico nome di Gavi. In seguito a partire dal 1600 l’isola viene chiamata Santa Maria che forse indica l’antico nome di Zannone; si ignora come il cambiamento del toponimo non abbia comunque messo in discussione la presenza di un territorio fantastico.

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Carta di Cassiano De Silva 1700

Un foglio originale dell’Atlante di Joan Bleau (Terra di Lavoro olim Campania Felix) è parte della mia piccola raccolta di carte che ho avuto modo di acquisire durante i miei studi di cartografia locale.
Auguro che un giorno sia completata la sistemazione del Museo di Ponza in cui possano trovare uno spazio anche le carte più interessanti che custodisco.

2 Comments

2 Comments

  1. Biagio Vitiello

    29 Giugno 2015 at 14:45

    Vorrei che l’amico Bonifacio guardasse con più attenzione alla mia foto n° 6 (e successivi ingrandimenti, n° 7 e n° 8), dove è segnata anche l’isola di Zannone (Senone), oltre quella di Santa Maria; quindi non vi è scambio di nomi.
    Forse questa ultima sarà stata come “l’isola Ferdinandea” (sud Sicilia), sorta da un vulcano e poco dopo tutta erosa dal mare?

  2. Enzo Bonifacio

    29 Giugno 2015 at 19:52

    Certo Biagio, nella carta è presente l’isola di Senone, ma la mia è un’opinione e comunque credo che la ragione dell’errore vada ricercata nella mancanza di un metodo di riscontro scientifico. Per quanto riguarda la formazione di un’isola come avvenne per l’isola Ferdinandea non ci sono fonti storiche in merito; anche l’ipotesi geologica di nuovi territori è sconfessata dalle elevate quote batimetriche e dalle sequenze deposizionali dei fondali presenti tra Zannone e Ventotene studiati dall’ISPRA e che appaiono nella carta sottomarina dei fondali (Carta di Borgo Grappa).

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