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Giorni d’estate

di Francesco De Luca
Levante visto da S. Antonio [1]

 

Tremano gli steli degli arbusti, li vedo oltre il vetro della veranda.
Il levante stamane agita anche le acque dell’isola. Anzi, c’è qualche cresta bianca ad imperlare lo spazio acqueo. Durerà più giorni e contrasterà la calura delle ore del giorno. La sua presenza però non sarà accolta con simpatia perché per questa isola, disposta a baccello in faccia ad oriente, ’u levante scassa ’u cazzo a tutte quante.
Non permette il godimento delle coste alle piccole imbarcazioni e soprattutto impone l’abbandono dell’attracco nel porto e nella rada. Tutte le imbarcazioni devono lasciare la comodità della vicinanza del porto per una fonda a ridosso del vento dell’est.

Se la sua forza è ancora tesa nell’ora dell’arrivo del traghetto allora ci si ritrova al molo per assistere alla manovra d’attracco. Le acque nel porto sono turbolente e la grossa stazza della nave non ha buon gioco nello stretto catino fra la banchina del Lanternino e la banchina Nuova. E’ uno spettacolo a cui gli isolani godono assistere. Se poi la manovra, nell’essere difettosa, porta la nave anche solo a lambire la banchina… allora le critiche divengono sfrontate e documentate a iosa su facebook. Un evento insomma !

E’ la vita dell’isola che si crogiola in questo. Che è la superficie epidermica della vita isolana, quella per cui Ponza è desiderata, nonostante evidenti carenze. Quest’aria da terra fuori dalle strettoie della routine cittadina ma anche dal marasma delle località turistiche “alla moda”. E’ la sua dimensione: discreta, pudica, introversa. E, se il levante non permette l’uscita in barca si andrà a Le Forna, a scoprire le Piscine Naturali, a Cala Feola, Cala dell’ Acqua, Cala Fonte. Ogni cala un mare diverso: scuro e freddo alle Piscine, giallo oro a Cala dell’Acqua. Lo abbiamo adorato da piccoli, lo vantiamo da adulti.

Giorni d’estate, carichi di vibrante attesa perché l’estate, a Ponza, non è più soltanto una delle stagioni fisiche. Si sta caricando, ogni anno di più, di aspettative improprie: si gioca il reddito familiare, il bilancio comunale, il giudizio mediatico, la tenuta dei provvedimenti presi, la venuta del prossimo inverno.

Una volta l’estate era da cantare, oggi è l’estate da controllare.
Non è nostalgia la mia, tanto è vero che mi lascio al tremolìo dell’oleandro mentre in mare batte forte il cavetto della vela vicino all’albero della barca in lotta col levante per uscire in fretta dal porto.

Levante. Vista verso Zannone [2]