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Memo 28. Della Vigilia

di Rita Bosso

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Il problema, com’è noto, ha avuto inizio con san Giuseppe, qualche mese fa.
Quel giorno san Pietro stava poco bene e Gesù lo aveva sostituito all’accettazione; arrivò un vecchietto mezzo cieco, camminava malamente appoggiandosi al bastone.
Gesù, seguendo la prassi, chiede nome e mestiere.
“Mi chiamo Giuseppe, nell’altra vita ero falegname” risponde il vecchio, e Gesù drizza le orecchie: quanto desidera rivedere  suo  padre!
“Dimmi, Giuseppe: avevi figli?”
“Sì, uno. Cioè… non era proprio mio figlio, ma gli ho voluto un gran bene”
“Parlami di lui, Giuseppe”
“Beh, era un ragazzo particolare ma di indole buona; mi ha dato qualche preoccupazione, spesso si allontanava da casa ..”
“Papà! Finalmente ti ho ritrovato” grida Gesù, in lacrime, e corre ad abbracciarlo.
“Pinocchio, figlio mio!”

La notizia ha fatto il giro del Paradiso; san Giuseppe ci è rimasto male e Gesù, per riparare, ha promesso che il 19 marzo avrebbe organizzato una festa coi fiocchi; attraverso intermediari di sua fiducia ha fatto chiedere se il festeggiato preferisse fare un giro in trenino oppure in gondola; san Giuseppe si è offeso ancora di più perché ha pensato che volessero sfotterlo. Nel frattempo gli intermediari, che sono nu poco voccaperta, ne hanno fatto parola con gli altri santi e si sono tirati addosso le ire di san Cristoforo e di san Marco, competenti rispettivamente per i trenini e per le gondole. Allora Gesù ha lasciato perdere i mezzi di locomozione e ha proposto di far arrivare ospiti di grido: incazzatura ancora maggiore di san Giuseppe che, da umile e laborioso falegname, non tollera nullafacenti che magnano, bevono e villeggiano gratis, e stava anzi prendendo a bastonate gli intermediari.
“Lo prenderò per la gola” – ha deciso allora Gesù e, sapendo che a una certa età torrone e noccioline sono pericolosi per la dentiera, ha proposto di far arrivare un carrettino di gelati e una friggitoria ambulante; apriti cielo!
– “Gelati ipercalorici? Giammai! Tra poco abbiamo la prova costume” – urlava uno, e Gesù a rabbonire: – “Non vi preoccupate, tanto spiagge per fare i bagni non ce ne stanno!”
“Frittura unta e bisunta? Patatine come nei MacDonald? Io tengo il colesterolo” – sbraitava un altro e Gesù, con santa pazienza: – “Curati, vedi di non morire perché posti al camposanto non ce ne stanno!”.

Morale della favola: la festa di san Giuseppe è stata di una mosceria indimenticabile.