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Ancora sul “Canale di Palmarola”. Osservazioni geologiche
Pubblichiamo come articolo autonomo una nota di Vincenzo Bonifacio (Enzo) giunta in Redazione come commento agli scritti di Franco De Luca sulla “Memoire” di De Dolomieu (leggi qui) . Franco, convengo con tutto quanto hai scritto sulla presenza dl canale di Palmarola, anche perché in sintonia con quanto espresso nella mia pubblicazione. Del resto nelle antiche carte e nei resoconti che ho avuto modo di consultare non è mai emerso un riferimento alla fenditura citata dal Dolomieu. Ma sono proprio le osservazioni geologiche a dirimere ogni dubbio; innanzitutto l’assenza nelle carte geologiche più recenti di linee di faglia che attraversano l’isola nel punto in causa. Forse alcuni di noi frequentando la spiaggia di Palmarola hanno notato poco al di sotto del livello di battigia uno strato compatto di roccia costituito da ciottoli cementati da una ganga finissima: si tratta di un paleosuolo costituito da una breccia di origine marina (un’antica spiaggia) che si è formata nel Quaternario e che testimonia una delle fasi di mutamento del livello marino; a tal proposito Palmarola è ricca di segni sia al di sotto della superficie marina che al di sopra (Neo-Tirreniano) con terrazze di erosione, spiagge sottomarine fossili, grotte sottomarine e submarine. Orbene la giacenza dell’antico sedimento che ho nominato è omogenea per quasi tutta l’estensione della spiaggia e non presenta interruzioni che se fossero state presenti avrebbero potuto confermare la presenza del canale. Poniamoci ora ad osservare il lato di levante a ridosso della spiaggia: notiamo la presenza delle bianche formazioni rocciose ialoclastiche soprattutto verso il lato destro, mentre sulla sinistra c’è un potente banco riolitico; considerando che l’erosione delle brecce è molto alta e tende velocemente a modificare le pareti verticali inclinando i fianchi, è impossibile che un lungo canale si formi all’interno delle ialoclastiti o tra le ialoclastiti e la parete riolitica. Vorrei concludere che sebbene le annotazioni di De Dolomieu siano arbitrarie e gettino un’ombra sull’opera dello studioso, non valgono ad offuscare la luce del grande scienziato che comunque va considerato nell’ottica del periodo in cui visse e che è comunque una pietra miliare nella storia della geologia.
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