Ambrosino Vincenzo

Il concetto di democrazia deve essere ripensato

di Vincenzo Ambrosino
E' la democrazia Baby.3

 

Vorrei aprire un  dibattito con il Sindaco, con gli amministratori comunali, con i rappresentati politici e la società isolana utilizzando queste pagine e ponendomi questa domanda: le nostre istituzioni sono oggi realmente democratiche?
Riescono a dare risposte ai reali bisogni dei cittadini?  

Il premier Renzi dice che “certa sinistra” non è abituata a stare in testa, a tirare il carro, a vincere la partita. Dice che lui rappresenta la sinistra riformista, concreta, quella che si da degli obiettivi e li raggiunge senza se e senza ma. Dice che lui non è autoritario, lui agisce alla luce del sole: elabora e annuncia i suoi provvedimenti usando tutte le tecniche della comunicazione moderna, poi sprona le commissioni parlamentari a lavorare a ritmo serrato per “impastare una buona proposta di legge” e poi in parlamento affronta il dibattito  democratico con tutte le forze politiche ma alla fine bisogna decidere e la maggioranza deve vincere.

Questa è la democrazia: “chi ha il potere, ha la responsabilità di decidere”.

Il premier Renzi dice che lui non è autoritario ma non si farà fermare da nessuno.

Al cospetto di questo miracolo dell’illuminismo politico rappresentato dal nostro Renzi, agli altri, minoranza PD, Forza Italia, Lega – ho escluso il movimento 5 stelle perché ha un progetto politico che è completamente alternativo al sistema di alleanze – non resta che il  post moderno “Aventino”. 

Ma il metodo Renzi è applicato ovunque ci sia un governo, una maggioranza: chi vince governa, gli altri si ritirino a vita privata!

Questa è la realtà democratica delle nostre istituzioni, ma forse gli uomini che occupano oggi il potere non hanno capito che  le istituzioni che loro guidano sono organizzazioni ottocentesche incapaci di governare le esigenze democratico delle società  post industriale per cui a mio avviso le rappresentanze sociali, le deleghe vanno ripensate per una società che si è de-massificata e soprattutto si è informatizzata.

La democrazia

Le minoranza, le diversità vanno ascoltate, vanno valorizzate perché le società post-industriali sono costituite dalla somma di tante minoranze!
Non può esserci un pensiero unico, quello del leader, bisogna trovare forme per far partecipare il cittadino ai processi decisionali usando anche  le nuove tecnologie.  

La crisi del consenso è sotto ai nostri occhi, la gente per esempio non va più a votare, così facendo scardina il concetto stesso di rappresentanza. 

E infatti chiediamoci: Renzi che non è passato per le urne chi rappresenta?
Quel Consiglio Comunale che vince le elezioni con il 36,80% dei voti del solo 58,50% degli aventi diritto al voto è legittimato a governare, ma chi rappresenta?

Il brutto della democrazia

E andiamo avanti nel ragionamento: quando noi andiamo a votare scegliamo dei candidati, a questi che cosa deleghiamo? Diciamo che deleghiamo di portare avanti il programma elettorale ma quello che non c’è scritto in quel “contratto”, assolutamente non va portato avanti in modo autoritario perché in questo caso, siamo di fronte ad un uso distorto della delega elettorale.

Mafalda Democrazia

Nei comuni piccoli come il nostro, i cittadini che si recano alle urne per esprimere con il voto il loro consenso ad una lista o ad un’altra,  determinano la composizione dei Consigli Comunali; ma il vero organo esecutivo di un’amministrazione è la Giunta Comunale che nel nostro caso è costituita da 4 persone, (il sindaco, il vice sindaco e due assessori). Le decisioni di questo gruppo ristretto diventano legge e infatti “le Delibere di Giunta”, i progetti pensati da questi uomini “passano” sempre in Consiglio Comunale.
Il cittadino – l’ex popolo sovrano! – ha il diritto di assistere ai Consigli Comunali, dove c’è un relatore di maggioranza (nel nostro caso sempre il Sindaco) che espone sull’argomento all’ordine del giorno poi segue una replica di uno dei due membri della minoranza e dopo esaurita una eventuale  discussione  si apre la votazione che – per alzata di mano – approva il provvedimento che passa a maggioranza oppure all’unanimità.

La democrazia.2

Io mi chiedo: il pensiero del cittadino è rappresentato da questi signori? Il pensiero di gruppi e di associazioni è rappresentato da questi signori?

Come facciamo a controllare oggi una scelta amministrativa?

Come possiamo fare in modo che le scelte che vengono prese nei Consigli Comunali abbiano il consenso della maggior parte dei cittadini senza però schiacciare del tutto le volontà delle minoranze?

 

L’importanza di dare risposta a quest’ultima domanda è la chiave per aprire il mondo alla nuova democrazia in una società de-massificata dove le minoranze sono tante e sono portatori di interessi e valori enormi per una società.

La Democrazia Ellekappa

2 Comments

2 Comments

  1. Silverio Tomeo

    16 Maggio 2015 at 08:06

    In democrazia le minoranze hanno facoltà di diventare maggioranze, tramite un conflitto pacifico e una competizione elettorale. Sarei più per parlare di maggioranza di governo (locale o che) e opposizioni (che possono essere di diversa ispirazione e cultura). A volte l’equivoco sul termine “democrazia” sta quando non si distingue tra democrazia procedurale (le regole); democrazia come sistema di governo (lo Stato di diritto costituzionale); democrazia alla lettera come démos-kratos, governo del popolo, esercizio della partecipazione e della cittadinanza. E’ un po’ quello che scriveva Norberto Bobbio, ad esempio. Poi tanti teorici della democrazia, uno per tutti l’americano Robert Dahl, sulla theory of democracy. Sociologi e politologi avvertono oggi che nel quadro della globalizzazione e dei poteri finanziari transnazionali si va verso un assetto post-democratico, e questo va inteso come una tendenza e una possibilità, non come il dato di fatto di una dittatura e di un potere onnipotente e pervasivo, che non consenta dialettica democratica e agire politico. Quel Dahl che citavo parla di poliarchia: un sistema democratico di poteri e contro-poteri, di bilanciamenti e controlli, di più poteri che non si escludano a vicenda ma si controllano a vicenda. Per chi su Ponza voglia intraprendere azione pubblica e civile, politica e culturale, la strada è aperta, quindi più coraggio e meno lettere aperte al sindaco in carica solo per due anni ancora.

  2. Giuseppe Marino

    16 Maggio 2015 at 13:15

    Un giorno preparando un esame universitario, mi rivolsi ad un amico di famiglia di professione Docente e gli chiesi, dal suo punto di vista cosa fosse la DEMOCRAZIA, tralasciando gli innumerevoli spiegazioni che si trovavano sui libri e sui dizionari. Dopo qualche minuto di riflessioni mi rispose con questa citazione: “LA DEMOCRAZIA E’ UNA BELLA PAROLA… PER CHI LA CAPISCE”…

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