Canti

L’inno a Santa Domitilla, parole e musica d’u Parecchiane

di Tonino Esposito

 

Gent. Redazione,
grazie per avermi comunicato che il mio ultimo articolo su ’u Parecchiane – leggi e ascolta qui – è stato apprezzato. Mi fa piacere perché ieri sentendomi con Franco Schiano, cui ho fatto le condoglianze per la madre, abbiamo parlato anche de “L’aiuola  è mia” e l’ho ringraziato per aver integrato con notizie che io non ricordavo bene, il significato profondo della lirica, riferita al periodo bellico.
Così siamo finiti a parlare di altri brani d’ u parecchiane che poco o niente si ricordano e si è parlato dell’inno a Santa Domitilla composto anch’esso da don Luigi, parole e musica.
Gli ho raccontato che le parole e il motivo alla spicciola l’ho raccolto una decina di anni fa nel periodo dopo l’Immacolata: stavamo in chiesa per le prove e c’era la signora Adele (Adele ’i Rosa ’i Santella) la quale ci parlò dell’inno di Santa Domitilla che ’u parecchiane aveva composto e che da tanti anni non veniva più cantato e suonato. Cosi piano piano ci dettò le parole che scrivemmo, Luigi Ambrosino e io, e ci cantò il motivetto che mi appuntai e poi tradussi in musica. Dopo averlo sistemato, tornando a Ponza, diedi lo spartito a Giovannino Conte, l’organista della chiesa S.S. Trinità, e così ora si canta di nuovo alla festa della Santa, se Giovannino non è occupato con il lavoro.

Io poi sono riuscito pian piano a cantarlo e mi sembra venuto discretamente e così Franco ieri invogliandomi mi ha detto: – E allora faccelo sentire, quest’inno, anche se questa volta non lo canta ’u parecchiano.

Questo è il motivo, in file mp3, con le parole che ho avuto dalla signora Adele:

 

Inno a Santa Domitilla

O Domitilla amabile, vergin da Dio diletta

Ponza da te s’aspetta protezione ognor.

La prima tra le vergini prudenti allor tu fosti

quando spregiando impavida di tua magione i fasti. (due volte)

    In quella grotta squallida accanto alla marina,

    pieno è il tuo cuore e l’anima di carità divina;

    poiché gli amanti teneri e il mondo abbandonasti

    del celeste talamo le gioie desiasti. (due volte)

 

Le vergini ti cantano: rosa bianca odorosa!

Il popolo “sua martire” t’acclama, o rossa rosa!

Per te i fanciulli intrecciano i gigli in pie ghirlande

e sull’altar le pongono, segno d’immenso amore! (due volte)

Saints_Domitilla,_Nereus_and_Achilleus
Note

Per una breve monografia di Ernesto Prudente su Flavia Domitilla (la nostra Santa Domitilla) sul sito, leggi qui il primo dei tre articoli; quindi segui i link per i successivi.

Immagine di copertina – Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio: Santa Domitilla e i santi Nereo e Achilleo, (dipinto del 1598-1599 ca), Roma, Chiesa dei Santi Nereo e Achilleo.
S. Domitilla subì martirio a Ponza, tra il 95-100 d.C. Venerata dalla chiesa cattolica come ‘vergine e martire’; la ricorrenza cade il 7 maggio. Viene rappresentata come una giovane nelle vesti di nobile con una corona e un ramo di palma e, talvolta, un libro; generalmente affiancata dai santi Nereo e Achilleo (Notizie sintetizzate da Wikipedia).

6 Comments

6 Comments

  1. franco schiano

    12 Maggio 2015 at 08:28

    Caro Tonino, non avevo mai sentito quest’inno, che peraltro non figura nella pur corposa raccolta delle opera di Monsignore, curata da Luca Dies. Maggiore quindi è il tuo merito per aver recuperato un perla preziosa della nostra tradizione culturale e religiosa.
    La tua voce – sempre intonatissima – un po’ roca, rende ancora più suggestivo questo bellissimo ritorno dal passato.
    Una piccolissima riflessione sul testo:
    “…quando spregiando impavida di tua magione i fasti” questo verso forse è stato ricordato in maniera non del tutto fedele all’originale. Il gerundio “spregiando” non mi sembra sintatticamente del tutto corretto, lasciando la frase in sospeso. Mi sembra più corretto l’uso del passato remoto “spregiasti” al posto di “spregiando”.
    Direi quindi che:
    “…quando spregisti impavida di tua magione i fasti”.
    Sembra più corretto.
    Ancora grazie Tonino.

  2. Sandro Russo

    12 Maggio 2015 at 11:50

    Il testo inviato da Tonino in Redazione prevedeva infatti ‘spregiasti’, cioè la versione suggerita da Franco Schiano; solo che ascoltando il brano era ripetuto per due volte ‘spregiando’ e così l’ho riportato nel testo, anche se sintatticamente incongruo. Erronea scelta di trascrizione di cui mi scuso.

  3. Tonino Esposito

    12 Maggio 2015 at 18:07

    Caro Franco,
    è giusta la sua osservazione riguardo la sostituzione della parola ‘spregiasti’ con ‘spregiando’ ma quella sera di tanto tempo fa Luigi e io riuscimmo a mala pena a capire quello che Adele ci diceva, infatti addirittura lei ci disse (o così capimmo noi): “quando spregiando impavida di tua mangione i pasti”.
    A Lavinio rileggendo con mia moglie questa espressione – come raccontai pure a Luigi – scoppiammo a ridere e correggemmo secondo nostro giudizio in ‘spregiasti’.
    Mi sono accorto poi, dopo aver registrato il brano qualche anno fa, di aver usato per due volte l’altra dizione, ma a quel punto ho lasciato tutto com’era perché non ero sicuro che sarei riuscito di nuovo a cantarlo discretamente tutto di seguito.

  4. Gennaro Di Fazio

    14 Maggio 2015 at 20:48

    Questo è l’inno a Santa Domitilla tratto da “Monografia per le Isole del Gruppo Ponziano” di G.Tricoli; pag 335 )

    O Domitilla amabile / Vergine a Dio diletta / Ponza da te si aspetta / Protezione ognora / La prima tra le vergini / Tipo di lor tu fosti / Sorte spregiando, e lauti / Di tua magion i posti / Nel più bel fior dì vivere / Per la beltà tua rara / Corrono e regi, e principi / Ad impalmarti a gara / Tu sorda a loro querele / Inchieste, ed alti doni / Deh! Salve, o illustre roina / Cui prima volle il Cielo / Serbato avessi, ed inclito / Di tuo candore il velo.

  5. Tonino Esposito

    15 Maggio 2015 at 22:47

    Sono andato su Ponzaracconta e ho appreso dal commento di Gennaro Di Fazio che le parole dell’Inno a Santa Domitilla sono riportate a pag. 335 della Monografia del Tricoli.
    C’è però anche qualcosa di diverso ed è musicato ottimamente; grazie a ’u parecchiane, noi oggi lo possiamo cantare, è bello e ci piace.
    Le fonti da cui ha attinto il monsignore sono state diverse; questi elementi erano stati rilevati anche per l’Inno a S. Silverio (leggi qui).
    Penso che ’u Parecchiane si sia trovato in tempi certamente molto diversi da quelli attuali a fornire un immaginario, un corpo di tradizioni anche musicali ad una comunità di fedeli che aspettava le sue parole e che si è riconosciuta in lui.
    Che abbia utilizzato fonti culturali a cui – con pochissimi altri all’epoca – aveva accesso, non stupisce più di tanto. Ma la grandezza della sua figura non ne viene scalfita per gli aspetti del carisma, per la sintonia e la forza dell’interazione tra il pastore e il suo gregge.

  6. Gennaro Di Fazio

    16 Maggio 2015 at 02:54

    Non era mia intenzione scalfire la figura di Don Luigi Maria Dies “ ‘u parecchiane”; il mio è stato solo un contributo al dibattito che si è instaurato sulle parole usate nell’inno a S. Domitilla. Il fatto poi che il Dies nell’elaborarlo l’abbia in parte preso dalla monografia del Tricoli non riduce certo la sua opera meritoria, sia in questa occasione così come in altre. Tuttavia non credo che si debba temere la verità della storia.

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