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Una nuova speranza (4)

di Francesco De Luca
Ponza dall'alto del Monte Guardia [1]

 

 

Lo riconosco da me: ho condotto un ragionamento sul filo dell’azzardo. Perché la biologia ha dimostrato come i tempi nei quali l’evoluzione scioglie i nodi e determina scelte sono lunghissimi. La selezione degli individui insieme alla selezione dei gruppi hanno bisogno di tentativi, molti dei quali fallimentari. Insomma l’intrusione della biologia nella sociologia è un dato acquisito ma il volerla nel breve tempo di una generazione e, per di più, per scelta di un gruppo, non è scientificamente corretto. Lo so bene. E allora perché proporre l’azzardo ?

Perché non riesco a quietarmi assistendo al deperimento sociale della comunità ponzese. Non voglio rassegnarmi.

Vedo l’assottigliarsi patologico dello spirito comunitario, il boccheggiare spasmodico dell’identità isolana e ne sono avvilito.

I social network lanciano un segnale forte. A me così appare il proliferare caotico dei “gruppi” su facebook. Tutti aggrappati a brandelli di una bandiera culturale che si strappa sempre di più. Perché questo sta avvenendo: invece di cucire i brandelli li tiriamo con forza per impadronircene, e così la bandiera ci si sta disfacendo in mano.

Ecco di nuovo il pessimismo a far capolino. No, no, mi sono riproposto all’inizio di trovare tracce per un sentiero che porti alla salvezza e perciò bando al pessimismo.

Spero di aver offerto nuovi spunti di riflessione per un percorso sociale supportato da una nuova speranza.

Ponza da lontano [2]

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[Una nuova speranza (4) – Fine]