Ambiente e Natura

Memoire sur les iles Ponces. Presentazione della versione italiana a cura di Giuseppe Massari

resoconto di Silverio Lamonica
Copertina De Dolomieu

 

In data 5 maggio c.a. presso la Sala Consiliare di Via Parata, Giuseppe Massari, professore emerito di Fitogeografia presso l’Università la Sapienza di Roma, ha presentato il volume “Per la Storia dell’Isola di Ponza – Memorie sulle Isole Ponziane di Déodat de Dolomieu 1788”: la sua versione, in lingua italiana, dell’opera originale di Deodat de Dolomieu.

Ha introdotto i lavori il Sindaco Pier Lombardo Vigorelli il quale ha sottolineato l’attualità dell’opera di Dolomieu, che descrive una situazione dell’isola i cui aspetti sono tuttora sotto gli occhi di tutti. Ad esempio il Dolomieu parla di “una frana recente” a Chiaia di Luna, un fenomeno purtroppo ancora attuale, il che sta a significare il lentissimo ma inarrestabile processo di disgregamento dell’isola, di un canalone che convoglia le acque piovane verso la spiaggia suddetta, tuttora operante e di altri particolari interessanti.
L’attuale amministrazione – ha proseguito il Sindaco – si sta impegnando a fondo a rivalutare le varie emergenze archeologiche, prime fra tutte la Cisterna della Dragonara e si sta ultimando la pulizia del Cisternone di Via Parata, da decenni adibito purtroppo a discarica. Ha sottolineato infine la scarsa attenzione della Regione Lazio verso quest’isola, evidenziando l’opera lodevole di Gabriele Panizzi per Ponza e Ventotene durante il suo mandato di Assessore e poi Presidente della Giunta Regionale.

È seguito l’intervento di Gabriele Panizzi il quale, dopo aver ringraziato il Sindaco, ha precisato che il suo primo incontro con Ponza avvenne nel 1964 e poi vi fece ritorno nel 1975 da Assessore ai Lavori Pubblici della Regione Lazio. In tale occasione conobbe Ernesto Prudente, appassionato cultore della storia e delle tradizioni locali. Come togliere le isole dalla situazione di abbandono in cui si trovavano fu il suo assillo principale. Riscontrò una situazione grave a causa dei pericoli di crolli e si avvalse del prezioso apporto del geologo Salvatore Paternò, il quale gli fece osservare che le isole tendono a sparire a causa degli incessanti fenomeni di erosione, la stessa tesi sostenuta da de Dolomieu due secoli prima. Cercò quindi di capire ciò che accadeva nell’isola volgendo particolare attenzione ai problemi portuali e al loro impatto nell’entroterra. L’amministrazione comunale dell’epoca, presieduta da Mario Vitiello (il mitico Don Mario) dovette affrontare il problema della SAMIP; ci fu allora una forte presa di posizione da parte di alcuni, in prima fila Ortensia Feola, contrari alla chiusura di quella miniera che dava lavoro a tanti isolani. Però le perplessità furono via via superate perché tanti compresero che una diversa situazione ambientale avrebbe creato maggiori benefici.
Quindi nell’aprile del 1980 la Regione Lazio, nell’ambito di un provvedimento di salvaguardia delle coste e del territorio, mise a punto una legge che prevedeva tra l’altro, un porto a Cala dell’Acqua, argomento tuttora di attualità considerato che si parla di un porto proprio in quella zona. A meno che quella legge non sia stata abolita, se ne potrebbero valorizzare ancora i benefici.
Ma gli equilibri ecologici in un’isola come Ponza sono particolarmente delicati e quando si vanno a progettare strutture bisogna stare molto attenti, capire l’impatto degli interventi da fare, prestare la massima attenzione a ciò che si fa.
Così a suo tempo per l’approvvigionamento idrico si studiarono a fondo tre diverse soluzioni: il trasporto a mezzo navi cisterne, il dissalatore e la condotta idrica sottomarina. Ebbene la prima soluzione presentava due inconvenienti: le condizioni atmosferiche, spesso avverse alla navigazione, e la capienza dei serbatoi a terra, il dissalatore fu sperimentato a Ventotene e poi dismesso, restava infine la condotta idrica sottomarina che sarebbe stata la soluzione più valida e lo stesso legame sottomarino Circeo – Ponza, descritto proprio da de Dolomieu faciliterebbe una tale opera (Il geologo francese sosteneva – a buon diritto – che “queste isole formano fra di loro una specie di catena semicircolare che si prolunga da Capo Miseno fino a Capo Circeo …”
L’opera che il prof. Massari si accinge a presentare, ha concluso Panizzi – è frutto di una ristampa anastatica dell’opera originale a cura della Regione Lazio nel 1984, quando era Presidente della Regione. Donò qualche copia ad Ernesto il quale – a sua volta – ne diede una all’ing. Giuliano Massari, fratello del traduttore di de Dolomieu.

Il Prof. Giuseppe Massari, infine, ha esordito confermando le circostanze che gli consentirono di avere il prezioso documento settecentesco, che decise di tradurre non solo perché conduce studi molto approfonditi sugli ecosistemi, quale docente emerito di Fitogeografia, ma anche per il suo amore verso quest’isola.
L’opera originale è di non facile lettura: il francese di oltre due secoli fa è ben diverso da quello attuale, inoltre nella traduzione sono state omesse le parti tecniche, destinate agli addetti ai lavori.
Dopo essersi brevemente soffermato sulla figura di questo studioso che ebbe una vita molto travagliata, il Prof. Massari aggiunge che il de Dolomieu svolse uno studio molto approfondito sulle rocce delle Alpi Orientali e da lui alcune presero il nome: “Dolomiti”. Lo studioso francese si recò poi nell’Arcipelago Ponziano, perché Lord Hamilton – che vi era stato qualche anno prima – gli segnalò le rocce delle isole e in particolare quelle di Ponza. De Dolomieu studiò l’isola dal punto di vista naturalistico e geologico soffermandosi sugli effetti dell’erosione marina che interessano anche le altre isole: Palmarola e Zannone, tutte rappresentate anche con cartine geografiche in scala 1 : 30.000.

Palmarola Mappa

Molta curiosità, mista a scetticismo, è sorta in molti dalla seguente descrizione di Palmarola: “Quest’isola è divisa in due parti, quasi uguali, da uno stretto canale che l’attraversa, verso la metà della sua lunghezza, nel quale si passa in barca”.
Il canale è riportato anche nella cartina disegnata da de Dolomieu. Sono intervenuti a proposito anche Franco De Luca e Silverio Mazzella (Al Brigantino) che erano presenti. Il Prof. Massari si è meravigliato di tali perplessità, dando credito al de Dolomieu, uno geologo molto rigoroso nel condurre le sue ricerche ambientali, del resto da oltre due secoli ad oggi le isole sono state oggetto di sensibili modifiche a causa dei vari fenomeni naturali che le hanno interessate. Comunque un lavoro così approfondito non merita di essere messo in discussione per un qualche particolare che all’epoca l’autore riscontrò e che oggi non è più visibile.

Lo studioso francese rilevò tra i primi che le rocce di Zannone sono “in parte calcaree ed in parti vulcaniche”. Studi successivi ne hanno constatato la dimensione esatta: per due terzi Zannone è di natura vulcanica e per un terzo di origine sedimentaria, il che induce a studi approfonditi sull’origine di questo arcipelago. Infine il Prof. Massari afferma di aver riscontrato nei boschi di Zannone e Monte San Biagio la presenza della medesima varietà di lichene la “lobaria pulmonaria” , essa è un’anomalia perché appartiene ad altri habitat con grandi alberi ed è molto sensibile all’inquinamento. Ma anche questo – aggiungiamo noi – potrebbe essere la conferma di una remota “unità territoriale” delle isole ponziane con la terraferma.

In conclusione anche io mi associo al Sindaco nel ringraziare il prof. Giuseppe Massari per questa sua evidente testimonianza di affetto verso la nostra isola (che legittimamente sente anche sua) donandoci la traduzione di un’opera fondamentale, non solo per approfondire la conoscenza di Ponza, ma anche per salvaguardarla.

 

Di Silverio Lamonica in condivisione con www.buongiornolatina.it

2 Comments

2 Comments

  1. vincenzo

    6 Maggio 2015 at 22:26

    Con la presenza a Ponza di Gabriele Panizzi qualcuno che non lo conosceva ha potuto apprezzare sicuramente il filo logico dei suoi ragionamenti che avevano come punto di riferimento l’isolano nel suo micro cosmo e quindi le soluzioni politiche che ha contribuito a dare per le isole ponziane erano a misura di questa realtà.

    Unico appunto all’amico Gabriele.
    Ai quei tempi c’era a Ponza un giovane socialista, mio fraterno amico, di nome Salvatore Perrotta che aveva una estrema passione per la sua isola. Ha passato anni nei vari archivi laziali e campani raccogliendo una mole enorme di documenti storici, archeologici, geologici. Voleva coronare quell’impegno raccogliendo tutti quei documenti in un libro. La sua tesi era quella di far parlare i documenti e introdurli con leggere sintesi. Cercò finanziatori. Non riuscì a realizzare il suo sogno, proprio in quel periodo di Gabriele mentre in Regione si finanziavano libri sulle isole ponziane. Quei documenti sono stati sfruttati da altri più scaltri nelle relazioni sociali.

  2. Giuseppe Massari

    7 Maggio 2015 at 16:56

    Gentile Redazione
    la presentazione della Memoria di De Dolomieu è andata piuttosto bene, con poche persone ma quelle intervenute erano motivate e competenti.
    Vi ringrazio per il ruolo che Ponzaracconta ha avuto nel far conoscere la mia traduzione; Silverio Lamonica ha redatto un buon resoconto.
    Spero che il tutto si concretizzi in modo positivo per Ponza e per i ponzesi.
    Grazie di nuovo, a presto
    Giuseppe Massari

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