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La bonifica dell’Agro Pontino. (2). ‘Canale Mussolini’, di Antonio Pennacchi
Il libro di Antonio Pennacchi pubblicato nel 2010, Canale Mussolini (premio Strega 2010) è un’epopea dal basso, della gente che prese parte alla bonifica dell’Agro Pontino voluta e portata a termine in tempi ristretti dal regime fascista.
Illuminante la prefazione dell’Autore: “Bello o brutto che sia, questo è il libro per cui sono venuto al mondo. Fin da bambino ho sempre saputo di dover fermare questa storia — le storie difatti non le inventano gli autori, ma girano nell’aria cercando chi le colga — e raccontarla prima che svanisse. Nient’altro. Solo questo libro. Non esiste naturalmente nessuna famiglia Peruzzi in Agro Pontino a cui siano capitate tutte le cose narrate qui. Sia la famiglia Peruzzi che la successione delle cose che le capitano – anche in riferimento ai personaggi storici realmente esistiti — non sono che frutto di invenzione: non è vero niente ed è tutta opera di fantasia. Non esiste però nessuna famiglia di coloni veneti, friulani o ferraresi in Agro Pontino — e anche questo è un fatto — a cui non siano capitate almeno alcune delle cose che qui capitano ai Peruzzi. Illustrazione del libro: L’Agro Pontino ‘redento’ al 1939 (cliccare per ingrandire) In questa cornice Pennacchi situa i suoi personaggi – una numerosa famiglia contadina del Veneto dei primi del ‘900 che prestava la propria opera sotto padroni diversi, a secondo delle condizioni d’ingaggio annuale. Loro mettevano la dura fatica, il padrone la terra ed era sempre il secondo a guadagnarci. Su queste basi di sfruttamento – ai nostri occhi di ‘posteri illuminati’ – la collocazione sociale avrebbe dovuto essere naturalmente ‘socialista’; tale infatti è, e rimane, il ramo parallelo della famiglia, quella del fratello del nonno Peruzzi (17 figli a testa ciascuno dei due patriarchi!). E socialista è anche la militanza politica del Mussolini degli inizi (noi di Ponza ricordiamo bene l’antica amicizia che lo legava a Pietro Nenni). Poi accadono tante cose, nel piccolo mondo antico della famiglia Peruzzi, agli uomini politici che sfiorano le sue vicende quotidiane – l’Edmondo Rossoni e “quel Mussolini là” – nell’Italia e nel mondo. Fatto sta che ‘naturalmente’ come la quasi totalità degli italiani di quel periodo, per adesione sentita o per convenienza, l’intera famiglia si ritrova fascista, con il secondogenito Pericle, il più ardito e inquieto della progenie a portare la bandiera e a prendere tutte le decisioni importanti. Ed è Pericle, nel momento in cui il regime, ormai stabilizzatosi, completa la bonifica dell’Agro Pontino, a spronare la grande famiglia – gli anziani genitori, i numerosi fratelli e sorelle, ciascuno ben connotato con il proprio ‘caratterino’, e la moglie che intanto ha preso, l’Armida, forte e volitiva almeno quanto lui – a tentare l’avventura del trasferimento al sud. Ma giù nell’Agro (pontino) dovranno ancora succederne di cose, ai Peruzzi! Dalle tempestose interazioni con i locali – ‘i marocchini’, come li avevano ribattezzati, ovvero le popolazioni delle alture a ridosso della grande palude che in quella zona ci vivevano da sempre e mal digerivano nuovi arrivati, ‘i cispadani’ che avevano preso le loro terre. Ma parleremo ancora, al di là dei fatti raccontati, della struttura del romanzo e del modo di raccontare di Pennacchi, nella terza (e ultima) parte di questa sia pur breve immersione storico-letteraria nell’Agro pontino…
Operaio in fabbrica a turni di notte fino a cinquant’anni; impegnato politicamente nelle attività interne di fabbrica. In età adulta, sfruttando un periodo di ‘cassa integrazione’ di laurea in Lettere e inizia ufficialmente la sua attività di scrittore.
[La bonifica dell’Agro Pontino. (2). ‘Canale Mussolini’, di Antonio Pennacchi – Continua qui] Per la prima parte, leggi qui
1 commento per La bonifica dell’Agro Pontino. (2). ‘Canale Mussolini’, di Antonio PennacchiDevi essere collegato per poter inserire un commento. |
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La storia non è certo stata scritta da Pennacchi, che è un autore sopravvalutato.