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Ponza: 4 milioni e 200 mila anni… ma non li dimostra

di Silverio Lamonica
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Di solito nessuno si permette di indagare sull’età di una bella signora, tantomeno se trattasi di una donna dal fascino irresistibile cui Ponza è stata sempre paragonata da poeti, giornalisti, scrittori; non ultima la scrittrice italo-americana Francesca Mignosa (leggi qui [2]): “Le sue curve generose, tondeggianti, come quelle di una bella donna mediterranea…”.

Il “lusso” di chiedere l’età ad una donna è però prerogativa del medico, il quale deve conoscere tutti gli elementi per definire la cura più adatta a preservare la salute della paziente. Il geologo, per tanti aspetti, è paragonabile ad un ortopedico: sia l’uno che l’altro studiano una “struttura”: il primo esamina la struttura geo-morfologica (rocce in particolare) di un monte, di un’isola e così via, il secondo si occupa della nostra struttura ossea; tutti e due, in entrambi i casi, indagano anche su eventuali “fratture”.

Ciò premesso, scopriamo l’età di Ponza e della sua sorella minore Palmarola.

Il titolo originale dell’indagine che ci riguarda è : “New cronological and geochemical contrains on the genesis and geological evolution of Ponza and Palmarola – volcanic islands , opera di una equipe di studiosi franco-italiana: Anita Cadoux, Cyril Aznar, Pierre Yves Gillot del Laboratorio di Geocronologia Multitecnica, Università di Parigi Sud XI e Daniele Pinti e Sergio Chiesa del C.N.R. Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali, Unità di Dalmine, Bergamo. Lo studio di 31 pagine, risale al 2003 ed è stato pubblicato nel dicembre 2004.

Volcanism [3]

Riporto, qui di seguito, la mia traduzione di uno stralcio della premessa, omettendo alcuni dettagli di natura tecnica.

“Di recente è stato effettuato uno studio geocronologico e geochimico delle rocce vulcaniche delle isole di Ponza e Palmarola, Arcipelago Ponziano. Questo Arcipelago è situato lungo la linea di confine tra la piattaforma continentale italiana e l’inizio del bacino tirrenico. È una zona chiave per studiare il vulcanesimo legato all’origine del Mar Tirreno. Ponza è la più antica manifestazione felsitica di natura magmatica nell’area del Tirreno centrale. Studi antecedenti sostenevano che l’attività vulcanica di Ponza era anteriore ai 5 milioni di anni. 25 nuovi processi di invecchiamento (K –Ar) limitano l’attività vulcanica (riolitica, ialoclastica e dicchi) agli ultimi 4 milioni e 200 mila anni, con due episodi di quiescenza compresi rispettivamente tra 3.7 e 3.2 milioni di anni e fra 1.9 e 1.0 milioni di anni. Un nuovo episodio vulcanico datato a 3.2 – 2.9 milioni di anni è stato identificato nella parte centrale e meridionale di Ponza, con intrusione di unità piroclastiche. Ad un milione di anni fa risale la fine dell’attività vulcanica.

La vicina isola di Palmarola mostra rocce riolitiche, ialoclastiche e cupole datate tra 1.6 e 1.5 milioni di anni ad indicare che l’isola si formò interamente durante il periodo più recente del Pleistocene, in un breve lasso di tempo di circa 120 mila anni.

Sebbene divise da 6 – 8 chilometri, le due isole hanno impronte geochimiche significativamente differenti. Le rioliti di Ponza mostrano tracce di componenti più rappresentativi di magmi orogenetici tra zone sovrapposte/in collisione: rioliti con alto tasso di potassio, calcareo – alcaline e metalluminose.

(…)

Le rocce vulcaniche di Palmarola rappresentano un magmatismo di transizione, pur mostrando una pregressa impronta di collisione geochimica, esse presentano caratteristiche geochimiche più o meno simili a quelle delle lave orogenetiche, eruttate in un contesto interno alla zona litosferica”.

Vulcano Kilauea foto eruzione in acqua [4]

Una relazione scientifica molto interessante. Gli addetti ai lavori e gli appassionati della materia possono reperire l’articolo originale, al link [5]: “Genesis and geological evolution of Ponza and Palmarola”.

White Island Volcano Aerial Photo [6]

Di Silverio Lamonica, in condivisione con www.buongiornolatina.it [7]

Sulla geologia di Ponza, Palmarola e Zannone  informati anche sulla presentazione del libro di Déodat De Dolomieu, tradotto da Giuseppe Massari, in programma a Ponza per il 5 maggio p.v. (leggi qui [8])

Copertina De Dolomieu [9]

White Island [10]