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Epicrisi della domenica. (15). Ragione e sentimento
Questa è stata la settimana in cui i sentimenti l’hanno fatta da padrone sul nostro sito, a testimonianza della sua capacità di offrire uno spazio sentito come proprio dai lettori. Sicuramente la scomparsa di Giulio Morsello non è stato un evento da poco per chi l’aveva conosciuto e in tanti hanno voluto salutarlo con una frase personale o narrandone il funerale, come ha fatto Irma Zecca, o anche illustrandone il ricordo con un un testo poetico o un racconto, come hanno fatto Assunta Scarpati, Mirella Romano, Isidoro Feola e Sandro Romano. Bella l’intervista ad Onorino che ricorda la sua vita con una vena di nostalgia e qualche punta di amarezza, come interessante è il racconto di Franco De Luca sul pacco americano con dentro il prezioso ‘merico che ci rimanda a un mondo ormai scomparso in cui l’America era il lontano paese della ricchezza, dove il ponzese poteva fare fortuna. Gli articoli che riguardano le vicende della Conferenza dei Servizi (leggi qui) e degli studenti lasciati a terra dalla Laziomar (leggi qui) hanno fatto, invece, emergere delusione: pare che su quest’isola non si riesca ad essere considerati cittadini portatori di diritti, ma semplici destinatari di vicende decise altrove. Per la verità la delusione è stata anche di Dragut che non è riuscito a depredare la nave di don Pedro de Toledo, viceré spagnolo di Napoli, ma noi ci siamo sentiti scossi dall’apprensione dei monaci e dei pochi abitanti ponzesi di allora alla vista dei corsari. Un’affettuosa carezza è stato l’articolo sulla nostra isola scritto da Francesca Mignosa, segnalatoci da Silverio Lamonica e pubblicato su Word Press, e piena di sentimento è stata la riflessione di Giuseppe Mazzella sul raggiungimento dei cinquemila articoli di Ponza racconta (leggi qui): il “nostro accorato, direi quasi ‘titanico’ affetto per Ponza” veramente è il collante che fa superare le differenze e sostiene la nostra (della Redazione – N.d.R.) stima reciproca. Una notizia originale abbiamo appreso nell’articolo di Franco Zecca, su un progetto di trasformare lo scoglio d’u Casecavall’ in una grande statua di San Silverio e – sorpresa nella sorpresa – il disvelamento dell’etimologia del nome, nell”erudito’ commento di Franco De Luca, con tanto di riferimenti bibliografici. Due articoli (leggi qui e qui) ci hanno sballottati, invece, nel miscuglio di dolore e rabbia, vergogna e disperazione delle donne che arrivano sui barconi dalle coste africane, scompaginando la nostra quotidiana tranquillità lontana dalle guerre, chiamando a raccolta i sentimenti che convivono nel coacervo del nostro cuore. Il provocatorio invito di papa Bergoglio ad essere destabilizzanti – nell’articolo di Vincenzo Ambrosino – sembra rivolto alla mente, alla riflessione di chi acriticamente accetta le imposizioni della mentalità corrente e dei poteri forti, ma parte dal presupposto che nel cuore dei cristiani ci sia la carità. Forse bisogna prima definire cosa è il bene e cosa è il male, e la discussione diventerebbe troppo pesante per la domenica mattina. Buona domenica!
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