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Le paranze… Io ricordo

di Adriano Madonna

peschereccio al rientro [1]

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Venni alla luce all’ultimo piano di una casa antica, con un terrazzo annegato tra i muri imbiancati di calce e un tetto di coppi rossi, dove i passeri e i colombi facevano il nido. Di lassù io guardavo il mare del mio paese, e su quel mare, al mattino, quand’era ancora buio, prendevano il largo le paranze. Poi, di pomeriggio, ritornavano in porto e i gabbiani le accompagnavano a migliaia: bianchi come fantasmi, con quelle strida acute e tristi che sembravano giungere da tempi lontani, come gli echi delle novelle che mia nonna mi leggeva quando la febbre m’inchiodava al letto.

peschereccio al rientro 3 [2]

Le paranze: quand’erano ferme in rada nei meriggi d’estate di bonaccia morta, sembravano ferri da stiro su una pezza di seta blu. Quando, invece, affrontavano la tempesta, erano rondini nella bufera.

Un tempo, le paranze navigavano a vela: grandi rande di tela grezza arrampicate su per le lunghe antenne; erano le paranze dei nostri nonni, e anche allora doppiavano Punta Stendardo e navigavano verso le acque delle isole. Stavano fuori cinque, sei giorni, poi rientravano nella rada della Scogliera.

paranze a vela [3]

Le vele hanno lasciato il posto ai motori diesel, ma troppi ricordi e troppa storia sono rimasti legati alle paranze, per mutarne il nome in quello moderno di motopescherecci.

Gaeta, una dimensione a metà tra il mare e la campagna, terra di zappa e di rete, come si dice laggiù, ha sempre tenuto il suo destino legato al mare: sul mare s’è cercato il pane, il futuro, un lume speranzoso di benessere.

Con le paranze si emigrava in America negli anni del dopoguerra. Io ricordo… le paranze vestite a festa, con le bandierine colorate su per le sartie e la gente che piangeva e rideva: il rito patetico di chi emigra per andare a stare meglio e al momento di partire e di tagliare le sue radici si sente morire dentro. Poi le paranze partivano, tutte insieme, verso Gibilterra e poi l’Atlantico, accompagnate dalle speranze di chi se ne andava e di chi restava a salutare e ad asciugarsi gli occhi con lo stesso fazzoletto. Doppiavano Punta Stendardo le paranze, diventavano punti neri e poi più nulla.

peschereccio al tramonto [4]