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Malinconia

di Adriano Madonna

barca a secco [1]

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Lasciava le lenze a casa del padre, quando partiva, nel capanno dove c’erano le cime e i remi, con quell’odore marino e di legno umido da cent’anni.

Le conservava in una cassetta di abete che aveva contenuto bottiglie di vino, e quando finiva l’estate le lavava con l’acqua dolce, puliva gli ami dai resti delle esche e metteva le lenze ad asciugare sul davanzale del terrazzo. Poi le conservava nella cassetta, in un angolo del capanno, e faceva tutto ciò con passione e malinconia.

Partiva di mattina, sul presto, ed era sempre così, da anni. Suo padre lo stava a guardare mentre s’incamminava lungo il muro della strada lunga, con la valigia. Lo stava a guardare fino a che non girava l’angolo e prendeva la via della stazione; poi andava nel capanno, chiudeva cauto la porta e apriva la cassetta di legno chiaro: restava là, anche per un’ora intera, davanti alle lenze che il figlio aveva conservato con cura, poi i suoi occhi cercavano il mare e la spiaggia.
La piccola barca sembrava assopita sulla sabbia di seta, con la pancia in su, a sfidare il vento e la pioggia dell’ottobre uggioso che scendeva giù dalla montagna con i primi piovaschi freddi, pregni di odori forti di selva bagnata e di resina di pino.

mare autunnale [2]