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Cala dell’Acqua. L’Utile e il Bello
Il mio carissimo amico Libero Magnoni, scomparso oltre dieci anni fa, pittore e illustratore anche della nostra isola, mi ripeteva spesso: “Per fare una cosa bene occorre più o meno lo stesso tempo che eseguirla in maniera approssimativa”. E torniamo a Cala dell’Acqua. Un microcosmo in una zona di per sé bella che contiene piccole spiagge, scogli affioranti, una costa variegata dai colori che vanno dal bianco al giallo al rosso; un piccolo isolotto, la Tartaruga su cui la tradizione vuole sia stata trovata un’immagine sacra della Madonna. E soprattutto un mare dalle trasparenze straordinarie, come tutto il mare di Ponza.
L’invito è che l’opera che si andrà a realizzare sia esteticamente apprezzabile e ben si inserisca nel contesto, senza deturpare o travisare. Se oggi, dopo oltre duecento anni il porto di Ponza è riconosciuto come “il più bello del Mediterraneo”, è perché chi lo volle e lo realizzò, cercò anche di curarne l’aspetto estetico. Anche perché il nuovo porto sarà un’opera che durerà nel tempo e andrà a connotare con le sue linee una delle parti più belle dell’isola. Nella imminente Conferenza di Servizi, che si terrà presso la Regione Lazio il prossimo 14 aprile, assieme alle valutazioni tecniche e funzionali, è bene che vengano prese in considerazione anche gli aspetti di eleganza e bellezza. Anche per questo è importante che ai lavori possano assistere gli isolani, gelosi del loro patrimonio e giustamente orgogliosi dell’architettura spontanea ‘storica’ a cui hanno dato vita nelle diverse generazioni.
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Tanto per capirci e senza trastullarci con consolazioni buoniste, l’appena dimissionario Maurizio Lupi in questi giorni stava per promuovere la riforma della portualità, sempre sulla base di quel pool di super-dirigenti tecnici che adesso è in galera. Quindi calma e gesso! La Conferenza dei Servizi in Regione è solo un primo passo, stiamo ad annusare le intenzioni, le velleità, le compatibilità. La retorica del sindaco attuale verrà messa a dura prova.