Ambiente e Natura

Il Mediterraneo: illusione o speranza?

Rosanna Conte
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Caro capo-redattore,
guardo i telegiornali di oggi e ti penso.

Un altro attacco sanguinario dell’ISIS e, questa volta, con vittime anche italiane.
Effettivamente viviamo eventi tragici nel nostro Mediterraneo che avvengono alle porte dell’Italia. La Tunisia è il paese arabo mediterraneo più vicino a noi, non per niente da lì sono partite le primavere arabe, altrove arenate e lì risolte in un governo democraticamente eletto.

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Lo spavento è forte anche perché l’ISIS non ha una struttura definita che si possa individuare e colpire. Manca un capo, nonostante al-Baghdadi, un terrorista iracheno proclamatosi califfo dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante, ne sia considerato il leader.

Bene! Non c’è più il sogno del Mediterraneo, non ci illudiamo più!
Si è perso per sempre quell’orizzonte comune che ha consentito alle civiltà che hanno convissuto sulle sue sponde di sviluppare valori umani e culturali a cui ancora oggi guardiamo.
Era solo un’illusione l’dea che, in un mondo sovraffollato che diventa sempre più incattivito nella sopraffazione dell’uno sull’altro, il richiamo alle radici comuni, il confronto sui comuni valori e il rispetto delle differenze potessero spingere a cercare nuovi percorsi di convivenza possibile.

Se siamo alla fine di un percorso da cui non si torna indietro, dobbiamo dire che non è la prima volta che succede al Mediterraneo, basti pensare al V secolo d. C., quando crollò l’impero romano.
Pensiamo cosa rappresentò, nel 410, il sacco di Roma ad opera dei visigoti di Alarico: se la capitale dell’impero era stata messa a ferro e a fuoco, si era arrivati alla fine del mondo.

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Ancora. Pensiamo alle scorrerie saracene che dall’VIII secolo in poi atterrirono gli abitanti della costa settentrionale del Mediterraneo (anche Ponza fu coinvolta) ed agli scontri sanguinosi dei secoli successivi con i crociati.
L’elenco sarebbe lungo.

Eppure i concetti prodotti nell’antichità, intorno ai quali si è sviluppata la nostra civiltà – la giustizia, lo stato, la cittadinanza, l’arte e la cultura, la democrazia, il rispetto per il sacro…- sono arrivati fino a noi, anche se per alcuni secoli, come i fiumi carsici, erano scomparsi dall’orizzonte della storia.

Su questo mare, dove hanno imperversato e imperversano stragi radicate nel fondamentalismo, è nata la tolleranza, praticata sia dai cristiani che dai mussulmani, e qui sul Mediterraneo, hanno visto l’alba le leggi e il diritto.
Riconoscere questo patrimonio comune e sperare che possa dare dei frutti reali duraturi non è un sogno, perché in questa speranza c’è tutta la tensione che esiste fra reale e ideale, dove l’ideale è l’idea che vuole e deve essere realizzata.

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Ovviamente solo noi possiamo far diventare realtà un’idea, credendoci e operando per la sua realizzazione.
Se restiamo fermi a contemplare l’idea come appartenente solo al mondo iperuranio, possiamo anche affermare che è un sogno di cui siamo innamorati, ma che è irrealizzabile.

Ora, si può essere innamorati del Mediterraneo per quello che è stato, ma è cosa diversa essere innamorati dei valori racchiusi nel suo nome e volerli realizzare perché ritenuti importanti per migliorare le condizioni di vita del genere umano.
L’amore per qualcuno o qualcosa va e viene, può stancare, ci può sembrare inutile perché non corrisposto, oppure possiamo appassionarci ad altro che sia, preferibilmente, nuovo, e, comunque, quando arrivano le delusioni spesso c’è il crollo con il taglio netto col passato.

Amare dei valori, implica altro.
Se ogni giorno vedo che c’è gente che ruba, cosa faccio?
Decido che l’onestà, per me non è più un valore da realizzare oppure, anche nelle difficoltà di vederla praticata, penso che bisogna fare del tutto perché prevalga?

E’ in questa scelta che va valutato qualsiasi discorso venga fatto intorno al Mediterraneo: accetto insieme alla sua fine anche quella dei suoi valori oppure ritengo che conservarne i valori sia importante?

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Se accetti di conservarne i valori, stai accettando anche il suo sogno, perché il Mediterraneo è la volontà di realizzare i valori.
E certo che bisogna sperare! Guai a non sperare più!

Perciò ringraziamo i poeti che riescono ancora a dirci qualcosa, nell’afasia generale, per mantenere viva la speranza.

Il poeta in giorni infausti
sa preparare giorni migliori
Egli è l’uomo delle utopie
ha i piedi in terra
e gli occhi altrove
[Victor Hugo]

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Appendice

Il Museo nazionale del Bardo, situato nella periferia occidentale di Tunisi, è un museo archeologico che contiene, fra le altre, la più ricca collezione di mosaici romani del mondo, tutti in perfetto stato di conservazione.
Situato nella fastosa residenza del bey, il sovrano, XIX secolo, circondata da un grande giardino ricco di essenze locali, si sviluppa su tre piani ed è caratterizzato da una particolare luminosità naturale che esalta i reperti esposti. (estr. da Wikipedia)

Tunisi. Museo nazionale del Bardo

Museo del Bardo. Venere ed Eros. Scult. II sec.

Museo del Bardo. Venere ed Eros. Scult. II sec.

Museo del Bardo. Trionfo di Nettuno

Museo del Bardo. Trionfo di Nettuno

Museo del Bardo. Ulisse e le Sirene

Museo del Bardo. Ulisse e le Sirene

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