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Madrigale per Lucia. Il giorno della premiazione

di Rosanna Conte
Lucia Mastrodomenico [1]

Non ci si salva dalla mancanza d’amore: le donne lo sanno, hanno molto pagato per questo
[Lucia Mastrodomenico]

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E’ suonato l’intervallo, al liceo “G.B. Vico” di Napoli. Sono le 11.00 di sabato 7 marzo e lentamente la marea di alunni si avvia chi verso l’aula magna, chi verso il cortile.

Fra poco ci sarà la premiazione dei vincitori del concorso bandito dall’Associazione “Madrigale per Lucia” e la dirigente, Clotilde Paisio, ha lasciato libertà di scelta se partecipare alla cerimonia, con le classi coinvolte nella premiazione, o tornare in classe.

L’aula magna si è riempita gradualmente, mentre intorno al grande tavolo, prendevano posto insieme alla Dirigente, la presidente dell’Associazione “Madrigale per Lucia” , M. Vittoria Montemurro, le componenti la commissione giudicatrice  dell’Associazione prof.ssa Marinella Gargiulo e dott.ssa Cinzia Mastrodomenico,  l’imprenditrice Annamaria  Schena e la dott.ssa Luisa Festa, consigliera delle Pari opportunità del comune di Napoli.

La sala del G.B.Vico [2]

Il bellissimo volto di Lucia Mastrodomenico, in atteggiamento assorto, gli occhi persi nella rincorsa dei suoi pensieri, campeggia sul grande poster davanti alla pedana.

La scelta di questa giornata per la premiazione è certamente in sintonia con lo spirito che l’ha animata nel corso della sua vita, sempre teso a studiare, riflettere, sviluppare e condividere i temi connessi alla differenza di genere, e non solo.

Il tavolo dei relatori [3]

Un impegno, il suo, di lavoro intellettuale e politico che può essere cristallizzato nella frase da lei pronunciata in apertura di un convegno del 2003 all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici: – La scommessa è che la rilevanza culturale e politica della differenza sessuale non sia più patrimonio di alcune, ma entri in circolo nel sapere di donne e uomini che hanno a cuore l’interpretazione e la trasformazione del presente.

Che delle ragazze, giovanissime, abbiano avuto l’opportunità di accostarsi al pensiero di Lucia, di rielaborarlo secondo la propria sensibilità e cultura producendo un testo personale è certamente un passo in avanti per vincere questa scommessa.
Dalle loro parole, al momento del ritiro del premio, si è potuto cogliere non solo il coinvolgimento emotivo per i sentimenti che la frase di Lucia (1), su cui dovevano lavorare, ha potuto stimolare – in fondo si parla di amore – ma anche il gusto per l’impegno del pensiero.

Relatrici [4]

Molto hanno detto le relatrici presenti sul palco: dalla scelta della giornata, a quella dei premi, dai criteri di valutazione delle opere ai cambiamenti avvenuti negli ultimi cinquant’anni nella nostra società.
La riflessione su quanti problemi ci siano ancora da affrontare perché le donne possano sentirsi libere e sicure, orgogliose della loro appartenenza di genere, non ha trascurato di coinvolgere l’elemento maschile, numeroso in sala.
Si è sottolineato che la libertà delle donne ha prodotto anche maggiore libertà per l’uomo.
Oggi, i maschi possono esercitare la loro paternità con l’affetto e l’impegno che una volta erano considerati esclusivi della maternità, e possono esprimere liberamente la loro sensibilità senza sentirsi chiusi nella gabbia del maschio forte, duro e dominatore che la società tradizionale ci ha tramandato.

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Le vincitrici hanno ritirato l’attestato ed un’agenda in omaggio, mentre riceveranno  il premio in denaro direttamente sul conto corrente personale, se maggiorenni, o su quello dei genitori se minorenni.

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Così sul palco sono salite, accompagnate dall’applauso dei compagni, Maria Grazia Alterio, vincitrice del 1° premio, Martina D’Antonio, seconda classificata, e le vincitrici ex aequo al terzo posto, Khrystyna Dropka e Giordana Innocenti. Tutte hanno composto poesie, fuorché Giordana che ha elaborato un disegno.

Congratulazioni agli Organizzatori per l’iniziativa e alle premiate. Saremo ben felici di pubblicare prossimamente i loro lavori.

Madrigale-per-Lucia [7]

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Note

(1)  “E’ la mancanza d’amore che fa nascere l’odio, l’uso della forza, la subordinazione al potere in tutte le possibili rappresentazioni. Dobbiamo imparare ad amare, oggi, di nuovo, ancora. Imparare dal cuore che capisce e da cui la parola nasce. Non ci si salva dalla mancanza d’amore: le donne lo sanno, hanno molto pagato per questo”.

Sul tema, articoli già pubblicati sul sito: leggi qui [8] e qui [9]