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Mediterraneo. (2). I migranti e la provincia di Latinadi Paolo Iannuccelli
Per l’articolo precedente leggi qui Il Mediterraneo ha offerto spunti succosi per “spiegare” Latina, i suoi dintorni, lo sviluppo di città nuove attraverso genti diverse, ognuna con una storia diversa. Làgosta (in croato Lastovo) è un’isola posta in mezzo all’Adriatico meridionale, non lontana dalle Tremiti. È sede di un famoso faro. Nel 1955-56 furono aperte le Terme di Fogliano, create dalla famiglia Cimaglia, a due passi dalla spiaggia, la bontà delle acque convinse decine di persone a curarsi le malattie della pelle in quel luogo incantato, con balneoterapia ed elioterapia assicurata. A Latina, baciata dalla fortuna della Cassa del Mezzogiorno, ci fu un fenomeno inverso, anche se con connotati sociali riferiti a classi di benestanti che scelsero l’Agro per lavorare in fabbriche che avevano messo radici, vedi la Rossi Sud, Fulgorcavi, Mira Lanza, Smalterie Genovesi, Plasmon, Pfizer e decine di altre. Lo stabilimento della Plasmon in prossimità di Latina Un fenomeno interessante riguardò la Fulgorcavi che arrivò ad essere quasi una città nella città. Da scoprire le origini etniche di Aprilia. Giunsero da quelle parti nel 1940 una cinquantina di famiglie provenienti da Mahovljani, villaggio bosniaco abitato da trentini giunti lì nel 1883, spinti da Francesco Giuseppe. Andarono ad Aprilia, Pomezia ed Ardea, negli stessi anni arrivò una colonia di Italiani di Romania, guidati dalla famiglia Savioli. Nel 1963 arrivarono a Campoverde di Aprilia – una volta Campomorto, – decine di famiglie reggiane, legate all’industria chimica Recordati. Il nome Campomorto retaggio di una battaglia cruenta fu fatto cambiare da Arrigo Recordati che disse: “Come facciamo a produrre medicine in quel posto?”. Non aveva tutti i torti, ed ecco il cambio di toponomastica in Campoverde, sicuramente più appetibile. L’Agro Pontino, la terra dove trovi più fenomeni linguistici rispetto a qualsiasi altra parte d’Italia. Se vai a Borgo San Donato parlano bassìanese, sono stati i lepini a costruire la realtà rurale, a poche centinaia di metri di nuovo il dialetto veneto. Roba da far diventar matti. A Le Ferriere sono veneti, dopo cinque chilometri, a Tre Cancelli di Nettuno, trovi una foltissima colonia di transumanti ciociari stabilitisi lì, provenienti da Piglio, Jenne, Arcinazzo Romano, Trevi nel Lazio. E quelli che arrivarono prima del fatidico 1932, anno della fondazione di Littoria? Prendete il geometra Rossi, papà del giornalista Romano. Lui arrivò alla stazione di Cisterna nel 1927, proveniva dalla Bonifica Parmigiana Moglia in destra del Po, il primo esempio in Italia di bonifica idraulica e agraria totale. Non a caso finiti i lavori, l’ingegnere che progettò questo enorme complesso di canali e idrovore venne chiamato a bonificare l’Agro pontino. Coloni ai tempi della bonifica dell’Agro Pontino La bonifica Parmigiana Moglia e le strutture da essa lasciate (linee elettriche e telefoniche, ferrovie, strade) furono il trampolino di lancio per la bassa reggiano-modenese, fino a fare diventare questi luoghi alcune delle zone tuttora più innovative e progredite d’Europa. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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