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Mediterraneo addio. Dal sogno al risveglio
Il tema del Mediterraneo è tra quelli più presenti sul nostro sito; se si digita – Mediterraneo – nella funzione CERCA NEL SITO, si ottengono circa 320 articoli..! “Quattro tappe fondamentali della civilizzazione sono state identificate come precipue delle società mediterranee, dall’epoca del neolitico ai giorni nostri. In questi tempi travagliati siamo obbligati dalla forza degli eventi a ripensare a delle idee che avevamo accettato e consideravamo dei fari sicuri, nel nostro procedere (leggi qui).
Vengono – nostro malgrado – momenti in cui, per onestà di pensiero innanzitutto nei confronti di noi stessi e quindi degli altri, siamo obbligati a rivedere nostre convinzioni cui pure avevamo aderito con entusiasmo; ci faceva piacere pensarle reali e crederle ‘politicamente corrette’. Alla fin fine realizzare che il nostro era un approccio poetico, ottativo.
Sommaria mappa geo-politica e religiosa dei Paesi del Mediterraneo; in rosso ‘musulmani’; in giallo ‘cristiani cattolici’; in verde ‘cristiani ortodossi’; in giallo chiaro ‘ebraici’ Soprattutto che la “radice comune”, come sopra espressa (nella proposizione dei curatori del MuCEM) è in larga parte “storica”, non aiuta per il presente e non permette proiezioni future. Sì, le nostre origini mediterranee hanno dei punti comuni che hanno unito i popoli affacciati sullo stesso mare – anche se attraverso inenarrabili sofferenze e bagni di sangue – ma poi, al momento di fare un bilancio e costruirci sopra un futuro, siamo tornati indietro; al cimento della Storia, i fatti hanno preso un’altra direzione. Solo per fare un altro esempio.. Bella l’idea del ‘sabir’, la ‘lingua franca’ ovvero il linguaggio universale dei porti del Mediterraneo (leggi qui), ma – come l’Esperanto che è restato una bella idea – anche il sabir è stato sopraffatto dal tempo e se una lingua comune si parla adesso nei porti di tutto il mondo è un ‘inglesaccio’ imbastardito e storpiato. *** Alla ricerca di una sponda per approfondire la natura di questa sensazione deprimente, ho letto, sentito pareri, frequentato… tra l’altro questo piccolo Convegno organizzato da una sezione del PD a Roma, da cui ho avuto solo conferme – e delle peggiori – al mio “pessimismo della ragione”. Non faccio una cronaca di quanto si è detto, ma una super-sintesi dei punti che hanno completamente demolito la mia – la nostra – idea del Mediterraneo come legame comune tra un coacervo di genti diverse. Possiamo partire da una frase di Moro – ahi, quanto datata e fuorviante! – : “Nessuno è chiamato a scegliere tra l’essere in Europa e essere nel Mediterraneo, poiché l’Europa intera è nel Mediterraneo” (Aldo Moro, Discorso al Senato, 6 dicembre 1973). Nella realtà, con buona pace dello statista italiano e dei faraonici progetti museali di Marsiglia, l’Europa, tra le due opzioni – continentale e mediterranea – ha scelto la prima; forse complice il baricentro geopolitico ed economico dell’Unione, spostato sulla Germania. Hanno contribuito la crisi economica mondiale, l’obbiettivo di contrarre nei limiti del 3% il parametro deficit/Pil nei paesi della UE… ma di fatto l’Europa si è chiusa in sé stessa, come una ‘grande Svizzera’, a difendere i suoi interessi ristretti e il suo benessere, mentre il mondo intorno e gli equilibri del Mediterraneo cambiavano. In effetti è almeno dal 2007 che l’Europa è in confusione; stretta e chiusa nella sua crisi – economica ma anche ideale – e chiusa al Mediterraneo, incapace di cogliere il senso dei cambiamenti in corso nei paesi del bacino del suo mare interno. Si porta ad esempio l’insufficiente comprensione di quel fenomeno occorso tra la fine del 2010 e il 2011 – “la Primavera Araba” come fu presentata dai giornali (in arabo al-Rabiae al-ʻArabiyy; letteralmente ribellioni arabe) che coinvolsero in primo luogo Tunisia, Egitto, Libia e Yemen e poi altre nazioni – quando, alla timida apertura dell’Europa ha corrisposto una massiva esposizione economica dei paesi arabi. Ma non è stato il solo limite dell’Europa Essa si è rivelata incapace di comprendere e di fronteggiare i flussi migratori – sono sempre esistiti, ma di recente con una rilevanza numerica e un significato diversi: è gente che sfugge alle guerre e alla fame. I rifugiati: un problema di dimensioni immani, in tutti gli stati coinvolti da guerre e violenza, cioè parte dell’Africa e del medio Oriente. Il nuovo ruolo della Libia, crocevia del traffico di droga, di armi e di fuggiaschi – ma si può anche dire della nuova tratta degli schiavi, facili da manipolare come mezzo di pressione sulle decisioni Europee (in tal senso sono stati usati come un’arma anche da Gheddafi). L’altro fenomeno estremamente allarmante è la chiamata alle armi che sta interessando migliaia di giovani, dai paesi del bacino mediterraneo, ma anche europei, arrivati ad ingrossare come Foreign fighters, le fila del Califfato (delle stime riferiscono di migliaia di arruolati provenienti dalla Tunisia; incidenza di rilievo per un Paese che dopo la caduta di un regime dittatoriale (2011) sembra essersi data una veste democratica, portata ad esempio tra i paesi musulmani; per la Libia si parla di 6-8000 persone! Si è fatto in proposito l’esempio della guerra civile spagnola che nel 1936-38 attrasse giovani da ogni parte d’Europa a prendere le armi contro il fascismo di Franco (ma anche in suo favore). Psicologia di massa e manipolazione, potenza del messaggio mediatico – tante chiavi si sono cercate – ma si deve prendere atto che il messaggio di violenza e di morte tra i giovani (musulmani e non) che aderiscono all’ideologia del Califfato, è più attraente di qualunque altro. E’ duro ammetterlo, ma sembra che la nostra buona, vecchia aspirazione ad una convivenza pacifica tra i popoli, sia considerata “non eroica”; che la via della pace non abbia più appeal, più capacità di attrarre i nostri giovani Di fatto l’idea Europea per il Mediterraneo è stata messa da parte ben prima dei fatti recenti e la deriva sembra al momento inarrestabile.
Appendice. Nel maggio 2014 il velista-scrittore Simone Perotti è partito per una navigazione – prevista di 5 anni – a vela per tutto il Mediterraneo, il Mar Nero e il Mar Rosso Settentrionale (leggi qui e qui per i link successivi). Ecco, se fosse possibile per questo Sito di funzionare come punto di incontro di opinioni ed esperienze, gradiremmo – oltre al parere dei Lettori su questi temi, anche la voce di un appassionato ed entusiasta come lui per un parere dal di dentro, dal vasto mare che continuiamo ad amare e ancora e sempre ci attrae.
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