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‘A Priezza, successo al Teatro Cafaro di Latina

di Luisa Guarino
1.09 [1]

 

Anche quest’anno la compagnia ‘A Priezza di Ponza ha messo a segno un successo, portando in scena al Teatro Cafaro di Latina la nota commedia di Eduardo Scarpetta “Miseria e nobiltà” nell’ambito della XIX Stagione Fita, Federazione italiana teatro amatori, con la direzione artistica di Gabriele Sanges e il patrocinio del Comune di Latina.
Le performance del gruppo ponzese hanno sempre un connotato particolare rispetto alle altre: intanto perché ‘i nostri’ invadono letteralmente, materialmente e allegramente l’intero palcoscenico, con la loro vivacità straripante e coinvolgente. Anno dopo anno i loro lavori si fanno sempre più impegnativi, tanto che forse non a caso in quest’ottica vengono ‘arruolate’ sempre nuove figure.
Il pubblico di Latina ha imparato a conoscerli e apprezzarli, mentre i ponzesi che vivono nel capoluogo con un efficace passaparola cercano di non mancare all’appuntamento, che si è concretizzato nella serata di sabato 21 e nel pomeriggio di domenica 22 febbraio.

“Miseria e nobilità” è un testo conosciuto da tutti, portato in teatro da Eduardo e molti altri noti attori partenopei, e diventato un cult nella versione cinematografica di Totò.
Gli interpreti si sono impegnati al massimo, ed è stata una sorpresa e una gioia per chi li conosce nella vita di tutti i giorni poterli apprezzare anche in palcoscenico.
Non diciamo niente di nuovo se parliamo in primis di Beniamino (Mazzella) e Assunta (Scarpati), che è anche la regista dello spettacolo: la loro bravura e naturalezza è cosa risaputa ma ogni volta è una piacevole riscoperta, nei panni rispettivamente di Felice Sciosciammocca e della sua seconda moglie Luisella.
Non c’è due senza tre, perché diventa sempre più bravo Ugo (Vitiello) qui nei panni di Pasquale il fotografo.
Ed è diventata una certezza anche Silverio Scotti, invecchiato e alle prese con i ‘capricci’ dei figli, nei panni di don Gaetano Semmolone.

Personalmente vedere i nomi di personaggi e interpreti sulla locandina dello spettacolo mi ha aiutato a identificare persone che conosco e che vedo a Ponza ma di cui ad essere sincera non conosco il nome.
E’ il caso di Eugenio Andreani, del Conad di Giancos, che interpreta don Giacchino, temutissimo padrone di casa; oppure Luigi Pacifico, molto bravo e umano nel ruolo di Vincenzo, maggiordomo di casa Semmolone. E a questo punto per associazione citiamo con piacere anche il giovanissimo Alessandro Serpico, che interpreta Peppiniello, il quale pronuncia la frase più famosa della commedia: “Vicienzo m’è pate!”.
Elegantissimo e stilé Emilio Aprea nel ruolo dello sposo; deliziosa Chiara Verginelli che parla con accento torinese e fa la modista; efficace come sempre Lina Raso, che interpreta Pupella; Martina Carannante, la nostra Martina, è invece Lisetta, la cameriera: faccia da schiaffi e piglio aggressivo dà filo da torcere sia a don Gaetano che al buon Vincenzo e si muove come una furia. Insomma una tipa che non passa inosservata.
Emanuel Del Vecchio (che assomiglia vagamente a Nino Taranto giovane) è Luigino “bellezza mia”.
Una curiosità, Massimo Marcone, che ha la frutteria a Sant’Antonio e che finora si era ‘limitato’ ad assicurare i trasporti per il gruppo, ha debuttato in un cameo in cui fa il cuoco. E ha portato sulla scena anche le sue deliziose figlie.

Un asso nella manica per tutta la compagnia sono i costumi, curatissimi e personalizzati, e il trucco, entrambi merito di “Fashion and cosmetics” di Roma.

Per le scenografie, Rosalia D’Atri questa volta ha superato se stessa, con tre diversi allestimenti: nel primo, ambientato in una piccola piazza, c’è addirittura una fontana con lo zampillo d’acqua.

Un unico neo: lo spettacolo è troppo lungo, e lo è proprio per i lunghi cambi di scena. E’ vero che nei due intervalli il pubblico ha potuto ascoltare tante belle canzoni di Pino Daniele, però a teatro i tempi tendono sempre più ad accorciarsi: mai a dilatarsi. Forse si dovrebbe rinunciare al secondo cambio, restando con uno sfondo un po’ più neutro per gli interni ‘Miseria’ e ‘Nobiltà’, giocando solo con suppellettili e accessori, che pure sono tantissimi.
La mia non è una critica ma un suggerimento. Quasi tre ore sulle scomodissime poltrone del Cafaro sono state davvero pesanti.

2.18 [2]

Corrediamo il commento di Luisa con le numerose foto di scena di Maria Corsetti: tutte belle, per cui non è stato possibile fare una scelta: sono state inserite tutte! (Cliccarci sopra per ingrandirle).

3.22 [3]

4.24 [4]

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7.40 [7]

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9.70 [9]

10.83 [10]

11.98 [11]

12.01 [12]

13.02 [13]

 

Aggiornamento

il 28 febb ore 21 la Compagnia Teatrale ‘A Priezza replica lo spettacolo già presentato con successo a Latina – “Miseria e Nobilità” – al Teatro Remigio Paone di Formia