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Zannone, tra fascinoso passato e incerto futuro (1)

di Vincenzo (Enzo) Di Fazio

Zannone con sullo sfondo Palmarola [1]

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Più di qualcuno l’ha definita isola misteriosa (leggi qui [2])

Per il suo fascino unico; per il suo essere un museo naturale a cielo aperto, per il suo passato legato alla vita di alcuni monaci benedettini che dal 504 all’813 praticarono in quel paradiso terrestre la regola dell’ora et labora.

Zannone i resti del monastero benedettino [3]

Isola misteriosa negli anni 60/70 per essere legata alle viziose abitudini del marchese Camillo Casati Stampa di Soncino e della bella moglie Anna Fallarino.

Marchese Casati e Anna Fallarino [4]
Isola misteriosa più di recente da quando ha cominciato a far parte del Parco Nazionale del Circeo.
Isola di tutti e di nessuno al punto da spingere il sindaco Vigorelli, all’indomani dell’insediamento del nuovo consiglio direttivo del Parco di cui fa parte, a ribadire un concetto già espresso nel luglio del 2013 e cioè: “Riprendiamoci Zannone”.

Scopo di questo scritto è cercare di delineare la storia di Zannone da quando nel 1979 è stata annessa al parco nazionale del Circeo e di capire il senso di quel “riprendiamoci Zannone”.

Cominciamo con il ricordare brevemente quali vicende abbiano interessato la proprietà dell’isola dal periodo pre-unitario alla vigilia del passaggio al Parco Nazionale del Circeo.

L’isola, ovviamente, come tutto l’arcipelago, apparteneva alla famiglia dei Borbone e, come ci ricorda Franco Schiano nel  suo articolo da Cala Felci “I Guardiani di Zannone” (Allegato n. 1 in formato pdf ), con legge 1° maggio 1816 fu data in enfiteusi perpetua – sotto la gestione comunale – alla comunità isolana con diritto per tutti i cittadini di potervi esercitare gli usi civici (raccogliere la legna, pascolare, cacciare, ecc.)
Ricorda ancora Schiano che tale diritto venne messo in discussione dopo l’unità d’Italia dal nuovo governo sabaudo e solo, dopo un annoso contenzioso con il Ministero delle Finanze, con decreto del 30 gennaio 1904, Zannone venne restituita definitivamente alla comunità ponzese.

Risale a quegli anni la consuetudine di utilizzare l’isola come riserva di caccia da dare in fitto a signori benestanti della buona borghesia e della nobiltà dell’epoca. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato il Marchese Casati Stampa di Soncino i cui rapporti con l’isola si sono interrotti, come noto, tragicamente il 31 agosto 1970 con l’uccisione della moglie Anna Fallarino e del giovane amante Massimo Minorenti ed il proprio suicidio.

Bisogna ricordare che in tutto quel tempo vi era sempre stato sull’isola un guardino che, pagato dagli affittuari, si prendeva cura, in qualità di custode, anche della villa (oggi denominata ‘Casa del Guardiano’) che nel tempo era stata ampliata ed abbellita.

Zannone la casa del guardiano [5]
Il guardiano, in effetti,  vi viveva in maniera pressoché continuativa e, per molti mesi all’anno, con la propria famiglia. Presenza rafforzata da quella dei fanalisti che, in numero di tre, erano su Zannone per il servizio al faro collocato, in prossimità del mare, nella zona di mezzogiorno dell’isola.

Il faro di Zannone 1 [6]

Tali presenze hanno rappresentato in quegli anni nel contempo un valido presidio contro possibili intrusioni e una garanzia di attenzione verso l’ambiente.
Ma negli anni ’70 anche i fanalisti lasciarono l’isola per essere passato il faro dal funzionamento con presidio di personale a quello automatizzato attraverso il sistema di accensione a valvole solari.
Ed arriviamo al 1979 allorquando con decreto ministeriale del 23 gennaio viene inserita nel Parco Nazionale del Circeo (PNC)

E’ la sua rilevanza naturalistica a farne un patrimonio da proteggere.

Zannone macchia di erica [7]
E’ la sua peculiarità di essere costituita, unica fra le isole ponziane, oltre che da rocce vulcaniche anche da rocce metamorfiche e sedimentarie risalenti ad oltre 200 milioni di anni fa a farne un bene prezioso da salvaguardare.
Pur essendo di piccole dimensioni, l’isola presenta – così leggiamo sul sito del P.N.C. – interessanti endemismi floristici e faunistici preservati nell’arco dei secoli grazie alla scarsissima presenza umana.
E questo bisogna tenerlo costantemente presente nella gestione del futuro dell’isola

Sono  queste  caratteristiche a fare di  Zannone una  “zona di protezione speciale” (ZPS IT 6040019) ed un  “sito di interesse comunitario” (SIC IT 6040020 per la superficie di 103 ha  e SIC IT 6000017 per i fondali circostanti l’isola in un raggio di 200 mt. dalle coste).

 

[Zannone, tra fascinoso passato ed incerto futuro. (1) – Continua]

allegato n. 1 in formato pdf : I Guardiani di Zannone di Franco Schiano [8]