Ambiente e Natura

Escursione a Zannone, la verde perla nel Parco Nazionale del Circeo (1)

di Franco Schiano

 

L’isola di Zannone è da qualche giorno agli onori delle cronache a causa del recente insediamento del Consiglio Direttivo del Parco Nazionale del Circeo che include anche l’isola.
Mentre attendiamo alla preparazione di una memoria consuntiva delle vicende che hanno riguardato Ponza e Zannone negli ultimi anni, cogliamo l’occasione per riproporre in due puntate questo bell’articolo del 2012 di Franco Schiano che in veste di viaggiatore informato, ci propone un’escursione sull’isola.
La Redazione

L'isola di Zannone

Questa volta vi proponiamo la visita ad una delle isolette che fanno da corona a Ponza: Zannone. Era nota agli antichi greci e romani con il nome Sinonia (Σηνωνία in greco antico). E’ stata sede di un monastero cistercense di cui restano importanti ruderi. Dal 1979 l’isola è stata inclusa nel Parco Nazionale del Circeo, data la sua grande rilevanza naturalistica per i suoi interessanti endemismi floristici e faunistici.

L’isola di Zannone è la più settentrionale delle Isole Ponziane, ed ha un’ estensione (1,02 km²) e si trova a circa 6 miglia dal porto di Ponza.  Lì ci aspettano le fughe dei cornuti mufloni, i voli delle berte, dei falchi e dei gabbiani, i profumi e i colori di una natura incontaminata, la frescura di un bellissimo bosco di antiche querce ( tra cui un unico esemplare di quercia castagnara), lecci e un tripudio di macchia mediterranea selvaggia e inviolata. L’isola è meta di transito di ben 329 specie di uccelli.  Sono presenti il falco di palude e il falco pellegrino. Vi nidificano il Marangone dal ciuffo, la Berta maggiore e quella minore, insieme al Gabbiano Reale . Inoltre vi si trovano alcune specie endemiche come la lucertola di Zannone oltre ad alcuni insetti (lepidotteri, ortotteri) e ragni.

Zannone Mare

L’accesso a mare dal Faro

Zannone non è un’isola marittima come le altre consorelle dell’arcipelago: per goderla appieno bisogna, a differenza delle altre, visitarla a terra, seguendo rispettosamente i sentieri che l’attraversano. Ma anche i fondali intorno all’isola sono sicuramente degni di essere ammirati. E’ un’escursione alla portata di tutti anche se un po’ faticosa: si tratterà di fare la leggera salita che dal Varo porta alla Villa e ai ruderi del Convento.

Ci imbarcheremo sul barcone che ci condurrà all’isolotto non tanto tardi in modo da arrivare a Zannone intorno alle 10 affinché il sole non sia troppo alto e la salita sia meno pesante. Porteremo con noi maschere, pinne e torcia sub per fare un po’ di snorkeling intorno all’isola.

Dopo l’isolotto di Gavi vedremo un gruppo di piccoli scogli. Il primo è uno scoglio piatto denominato la Piana di Mezzo. Dopo circa un migliaio di metri incontriamo un altro scoglio, più alto e grosso, detto lo Scoglio Rosso di Zannone. Ancora un po’ e arriviamo al Varo: l’ approdo posto in faccia a Ponza. C’è una piccola banchina in cemento che permette l’approdo di barche non troppo grandi, in un’insenatura piccolissima  che è riparata dai venti del Nord (Tramontana, Grecale e Levante) mentre è aperta ai venti provenienti da sud e da ovest. Nella parte più interna dell’insenatura c’è un scalo di alaggio che veniva usato per tirare a secco le barchette dei monaci pescatori nel medioevo o quella del guardiano dell’isola ai tempi in cui era una riserva di caccia in uso al famoso Marchese Camillo Casati Stampa di Soncino.

Appena sbarcati saremo investiti da un intenso profumo di mare. Una percezione che sulle isole non è rara ma che qui assume un’intensità amplificata dalla mancanza assoluta di ogni tipo d’inquinamento e dalla concavità del sito, che trattiene l’odore senza fine del mare, come sotto una cappa: una sensazione quasi erotica che scatena pensieri di beatitudine e libertà.

Dal fondo dell’insenatura parte il sentiero – lastricato con pietre locali – che porta alla Villa del Convento (1920).  Questa, egregiamente tenuta dai Casati fino agli anni 70, purtroppo è oggi in cattivo stato di conservazione in attesa che il Parco del Circeo realizzi il progetto che prevede la sua ristrutturazione. L’idea è quella di farne un “rifugio di mare” con poche stanze e, al tempo stesso, un osservatorio internazionale sull’avifauna, aperto in primavera e autunno, per ammirare le moltissime specie migratorie  che sostano sull’isola durante il viaggio che dall’Africa le porta verso il Nord Europa.

L'estremità del faro visto dal versante dell'antico  Convento

Prima d’incamminarci verso la villa e ruderi del convento bisogna dare uno sguardo all’interessante vasca-piscina posta nei pressi dell’approdo. Questa, indubbiamente usata dai monaci che tra il 650 e 1295 si stabilirono sull’isola, assomiglia in piccolo alle Grotte di Pilato. Serviva molto probabilmente ad allevare e conservare i pesci che i monaci stessi pescavo nei dintorni dell’isola. Dei monaci però parleremo una volta che avremo raggiunto i ruderi del convento.

Solo il tratto iniziale dello stradello è una salita vera e propria, il resto, fatto senza fretta, diventa una passeggiata allietata dall’inebriante profumo del mirto, che dopo quello del mare ci da in benvenuto olfattivo a Zannone. Ma le nostre emozioni olfattive non finiscono qui. Percorrendo gli  ultimi duecento metri, che sono un rettilineo che termina davanti all’ingresso della villa, saremo colpiti dal tenue e delicato profumo dell’erica multiflora, da quello pungente proveniente dai cuscinetti di euforbia e da quello pulito e deciso della lavanda. Ma anche l’occhio gode: un sguardo alle vostre spalle e potrete vedere lo spettacolo incomparabile di Ponza, immersa nell’azzurro luccicante del suo mare. E noi che siamo sulla verde Zannone, avremo l’impressione di essere una piccola porzione di terra presa dal cuore di un verdissimo continente e scagliato nel più azzurro dei mari.

Arriviamo alla villa-ruderi convento, facciamo una breve sosta per prendere fiato e godiamo del panorama mozzafiato sia dal lato Ponza che dal lato Circeo e quello di Palmarola. Ma il tempo è tiranno ed è ora di andare nel bosco. Il sentiero comincia dove è ubicata l’ultima cella del convento a levante e tende a salire dolcemente.
Dal Convento (m. 120 ca) a Monte Pellegrino (m 194), la vetta dell’isola, non ci vuole molto.
Dopo circa 200 metri di sentiero si giunge ad un bivio: il sentiero che va verso sinistra porta dopo poche decine di metri allo schienale da cui si diparte la strada che porta al Faro; quello che va verso destra – che dopo un po’ si biforca – porta invece al bosco, attraverso due percorsi diversi. Uno attraverso lo schienale del Monte Pellegrino, l’altro di lato.
Qui il gruppo potrebbe anche dividersi. I meno dinamici potranno prendere la via di sotto fino a raggiungere il bosco a mezza costa.

Gli altri andranno fino al Monte Pellegrino, dal quale si domina tutta l’isola.

Da quassù si vede chiaramente lo scheletro orografico di Zannone diviso in tre parti a forma di Y, il cui punto centrale è costituito appunto dalla vetta del monte. Quella dal lato sud, in dolce pendio, tutta ricca di macchie fitte come un tappeto verde si estende fino ad ovest per un’estensione di una quarantina di ettari. Ottimo pascolo per i mufloni e rifugio per le quaglie. La parte del lato nord, di fronte al Circeo, è ricoperta di una fitta macchia alta di corbezzolo, erica arborea e leccio. E’ scoscesa verso il mare e misura più o meno come quella a sud. La terza parte della Y è quella che si apre a levante e consiste in un avvallamento di circa 20 ettari, delimitato ai lati da due pronunciati contrafforti, detto il Cavone del Lauro. Lì c’ è un fitto bosco di lecci di grandi dimensioni.
Il Faro è sotto di noi, verso nord, mentre alzando lo sguardo ci sembrerà di toccare le case di S. Felice Circeo. Uno spettacolo indescrivibile!

Il bosco di Zannone, fino all’ultimo taglio avvenuto nel drammatico inverno del 1943-44, fu utilizzato come rifornimento di legna, carbone e frascame per i forni di Ponza. Dopo di allora non ci sono stati più tagli, per cui è stato possibile salvare questo grande patrimonio naturalistico. Non abbiamo visto ancora un muflone, oggi sono solo una trentina, mentre nel 1943 se ne calcolavano oltre 500.
Ma la fame dell’inverno del ’43 ne causò una strage. Ora la popolazione è controllata per motivi di equilibri con la flora. E’ possibile vederli al mattino prima delle 9,oo e poco prima del tramonto. Durante queste ore se ne può scorgere qualcuno in prossimità del mare. Nel bosco – mentre saremo investiti da ondate di fragranze profumate, tra le quali prevalgono quelle del lauro – i più attenti potranno vedere qualche esemplare di lucertola di Zannone (Podarcis sicula patrizi) o di carambice della quercia (cerambix cerdo), un coleottero dal colore nero intenso che raggiunge anche i 10 cm.

I ruderi del Convento

E’ ora di far colazione. Ritorniamo alla villa-convento e consumiamo la nostra colazione al sacco all’ombra dei ruderi e nel frattempo vi racconterò un po’ la storia di questa magnifica isola…

 

Escursione a Zannone (1) – Continua

In condivisione con www.calafelci.com

Clicca per commentare

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top