





|
|||
Donne di mare. (2). Per l’articolo precedente, leggi qui Durante la preparazione dello scritto su “Donne di mare” ho interagito con uno dei redattori del sito che non aveva mai visto queste foto di Fosco Maraini, anche se conosceva bene il personaggio (tra l’altro padre della scrittrice Dacia). Donne Ama mostrano le conchiglie del mollusco da loro pescato che corrispondono ad una specie gigante di Haliotis Ho scoperto così che l’esotico mollusco awabi, anche conosciuto come ‘abalone’ non è che una delle vostre patelle reali’ seppure molto più grande, una prelibatezza gastronomica nel lontano Giappone, la cui conchiglia è utilizzata per lavori di artigianato e souvenir. Fasi dell lavorazione della conchiglia di abalone Sono così ritornata sulle foto e sulla mostra di Fosco Maraini, traendone altri spunti e altre informazioni. Fosco Maraini scompare dieci anni fa (1912-2004). Il MAO (Museo Arti Orientali) di Torino l’ha ricordato con una mostra fotografica dal titolo “L’incanto delle donne di mare”, come già scritto, allestita appunto nel 2014. Sono rimasta colpita da un gesto di coraggio di questo personaggio dalla vita molto avventurosa e dai tanti interessi. Nel settembre del 1943 Fosco Maraini si trovava a Tokyo con moglie e figli; per aver rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò fu internato nel campo di concentramento giapponese di Nagoya insieme a tutta la sua famiglia che non aveva il bastante per non morire di fame. Conoscendo perfettamente i codici d’onore giapponese andò davanti al comandante del campo e con una piccola scure si tagliò un dito e glielo buttò addosso. A proposito delle donne Ama, Fosco scriveva: “Le giovani erano bellissime: i loro corpi gentili e forti scivolavano nell’acqua con la naturalezza di un essere che si trova nel proprio elemento. Ma le anziane, in genere molto meno avvenenti, con le tracce di numerose maternità nel petto, nel ventre o nei fianchi, riempivano di meraviglia e di ammirazione per la loro bravura. *** Nei confronti delle donne che hanno avuto a che fare con gli elementi “terra” e “acqua”, ho nutrito sempre un affetto particolare nonché una forma di rispetto profondo e sentito. Le loro rughe sembrano aver assorbito il sale e il sole del mare e della terra; le cose raccontate e insegnate sono fonti importanti di conoscenza che insieme ai fatti – il guardare i loro gesti sapienti – permettono di ricostruire la storia. Mia madre non ha studiato, ma conosce i segreti della terra. Neanche la mia vicina della casa al mare ha studiato, ma conosce molte cose del mare. Chissà quante donne di Ponza potrebbero raccontarsi! Mi piacerebbe conoscere la storia di queste donne: cosa pensavano, facevano mentre i loro uomini erano fuori in mare… E se oltre a pescatori rinomati tra gli uomini, ce ne siano stati anche tra le donne… Quale rapporto hanno avuto con il mare d’inverno e quello d’estate. Sapere da loro cosa pensano dell’amore e della vita. Potrei consolidare l’idea che, dentro di me, vive davvero una donna di mare. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
|||
Ponza Racconta © 2021 - Tutti i diritti riservati - Realizzato da Antonio Capone |
Commenti recenti