- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

Il Memo della cagnolina. (19)

la Redazione
Pappagallo [1]

 

Non è una barzelletta particolarmente esilarante, non è politically correct eppure non possiamo concludere una cena di gruppo senza implorare Marta: “Dai, raccontaci quella del pappagallo”. E Marta attacca:

Gennaro Esposito finalmente ha trovato lavoro: dopo aver presentato milioni di domande, aver chiesto migliaia di raccomandazioni, viene convocato per un periodo di prova. Di buon mattino Gennaro si avvia: la rasatura è perfetta, l’abbigliamento idoneo. Sta per varcare la porta dell’ufficio quando si leva una voce: – ‘U ricchione, è arrivato ‘u ricchione!
Gennarino si guarda intorno: nel vicolo non c’è nessuno, oltre lui; la voce proviene dal balcone di fronte, dove c’è un pappagallo.
I giorni seguenti Gennarino cerca di camminare rasente ai muri, di non far rumore, ma è inutile: appena sta per varcare l’uscio l’implacabile pappagallo comincia a urlare a gola spiegata: -‘U ricchione, è arrivato ‘u ricchione.- Gennarino, stufo, si presenta alla padrona del pappagallo e le propone di prestargli la bestiola, che lui farà accoppiare con una pappagallina della stessa specie; la signora accetta e gli consegna l’uccello, chiuso in un sacco. Appena svolta l’angolo Gennarino dà sfogo alla sua rabbia: scuote violentemente il sacco, lo sbatte contro i muri, lo pesta; quando cessa ogni segno di vita, lo getta in un cassonetto; si allontana di qualche centinaio di metri, poi ritorna per rassicurarsi che il pappagallo sia effettivamente morto; ma dal cassonetto giunge una vocina flebile: “Madonna mia, che è successo! Deve esserci stato un terremoto, una catastrofe, forse la fine del mondo. E questo silenzio, questo buio… devono essere morti tutti!”.
Gennarino solleva il coperchio del cassonetto, dà uno sguardo all’interno; di fronte, acciaccato, il solito pennuto che lo guarda fisso e commenta: “O Madonna mia! siamo sopravvissuti in due: io e ‘u ricchione”.

E’ andata più o meno allo stesso modo su Facebook: c’era uno svolazzo di uccelli che non offendevano nessuno, ma cinguettavano… Cinguettavano… che insolenza! I loro gorgheggi accompagnavano i versi di due esemplari di altre specie, i due sopravvissuti al terremoto social: un ciarliero Retunno e una fedele Cagnolina.
Ora, azzittiti i volatili, le due querule voci risaltano, con effetti esilaranti.

Uccelli in voliera [2]
Lasceremo perdere il Retunno, per oggi. 
La loquace Cagnolina, stupita al pari del pappagallo di essere sopravvissuta al terremoto che ha mietuto tante vittime, interviene un giorno sì e l’altro pure con deduzioni e argomentazioni quantomeno singolari; un paio di giorni fa si è occupata del compleanno di Ponza racconta, della qual cosa la ringraziamo; ha capito che è stata fatta una festa a Latina (falso), si è chiesta pertanto perché il sito non venga denominato ‘Latina racconta’; essendo una Cagnolina che conosce le buone maniere, si è dispiaciuta per il mancato invito agli amministratori del sito (che non esistono). Però è ingiusto affermare che la Cagnolina non abbia capito niente, come è stato scritto nel precedente Memo: ha capito che il sito ha compiuto quattro anni: vi pare poco?

Anche se non è dotata di gran fiuto, la Cagnolina è di fedeltà assoluta, che esterna con entusiastici scodinzolii. Oggi interviene sulla risistemazione del piazzale della chiesa: complimenti a tutta l’Amministrazione e al Sindaco in particolare, al quale pronostica la vittoria alle prossime elezioni.
– Noi dovremo chiederti in ginocchio (di ricandidarti) – aggiunge.

Ci permettiamo di suggerire una correzione: sostituire “in ginocchio” con “accucciati”.
Da quando in qua i cani si inginocchiano, sia pure sul sagrato della chiesa?

Cagnolina [3]