di Vincenzo Bonifacio
Piuttosto incuriositi da una notizia comparsa sulla stampa pontina on-line (‘Il Gazzettino del Golfo’: cfr. file .pdf alla fine dell’articolo) abbiamo chiesto all’amico ed esperto Enzo Bonifacio un approfondimento sul tema; per altra via abbiamo recuperato l’ordinanza del Comune che disponeva la pulizia del manufatto di epoca romana, in stato di abbandono. Tutto qui di seguito.
L.R.
Con molta soddisfazione ho appreso che anche la Cisterna romana denominata “del Comandante” è entrata a far parte del patrimonio archeologico della nostra isola e, come tale sarà salvata e protetta. In effetti non ho avuto ancora possibilità di visitarla ma durante i lunghi colloqui che ho avuto con Adalgiso Coppa mi sono state fornite notizie in merito: situata in pieno centro storico lungo la piccola via che si snoda dietro al Comune, l’ingresso era stato occluso da un muro negli anni Cinquanta.
La planimetria che mi è stata illustrata, vale a dire un’ampia struttura che si dirama a raggiera, sembra quella riportata nel libro di Leonardo Lombardi che riporta rilievi precedenti ed è denominata cisterna del “Corridoio”.
L’accesso alla struttura è fornito da una scala, attraverso la quale si scende nell’ambiente in basso dedicato alla conserva dell’acqua.
Questa situazione anche se comune a molte cisterne antiche sembra indicare un uso pubblico della struttura.
In effetti anche in epoche successive dovrebbe aver contribuito al rifornimento idrico non solo degli isolani ma anche dei naviganti; sembrano alludere a questa cisterna molti antichi portolani che fin dal Cinquecento parlano di antiche grotte nei pressi del porto ove si poteva attingere acqua.
Il Tricoli nella sua monografia parla chiaramente di questa cisterna: “Grotta di Pilato e Cisterna del Bagno, sono due grotte incavate l’una sopra l’altra nel masso del colle, di palmi 300 lunga, e 200 larga ognuna, le volte sostenute da piloni sovrapposti ai primi, formano ciascuna di esse otto spaziose navate… La inferiore è destinata a contenere l’acqua pubblica”.
Durante ricerche condotte anni fa nell’Archivio di Stato sugli usi civici dell’isola mi sono imbattuto in documenti del Comune di Ponza che ne riguardano l’utilizzo pubblico: Il 20 febbraio 1939: “chiusura cisterna in località Parata, per probabile inquinamento delle acque”; e il 10/02/ 1940: “murate le due bocche di presa, per evitare l’uso dell’acqua”.
Sempre dalle notizie fornite da Adalgiso in fondo alla grotta dovrebbe trovarsi un cunicolo che la collegherebbe alla sovrastante “Cisterna della Parata” .
Mi auguro che presto saranno approfonditi aspetti ancora sconosciuti di questa struttura e che la singolarità non solo di questa cisterna ma di tutto il sistema idrico di Ponza sia finalmente oggetto di un interesse più profondo poiché potrebbe darci le chiavi per comprendere meglio l’antica scienza idraulica romana.
La notizia sul giornale on-line del 29/01/2015: Gazzettino del Golfo. Scoperta cisterna di epoca romana
L’Ordinanza Comunale per i lavori: Ordinanza n.10. Pulizia cisterna dietro il comandante