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I politici servono ma spesso sono “Cantastorie”. Una cronaca dell’isola di Santo Stefano

di Vincenzo Ambrosino
S. Stefano. Veduta con cappelletta centrale [1]

 

L’indimenticabile Sindaco di Ventotene Beniamino Verde li chiamava cantastorie, sempre pronti a raccontare favole, a far sognare la gente con belle parole.
Il vecchio Sindaco sapeva che la sua piccola isola portava pochi voti a questi signori e quindi non si fidava delle parole ma voleva fatti concreti scritti nero su bianco e per ottenere una firma, un documento o un finanziamento era disposto anche a fare il “pazzo”, strillare, dare pugni sulle scrivanie.
Nessun Sindaco di una piccoli isola può permettersi di stare a “bersi” le belle parole dei politici e anche se ognuno ha il suo carattere, per fare gli interessi dei suoi pochi cittadini, il Sindaco isolano, deve dimostrare all’interlocutore politico… “ca ’i chiacchiere stanno a zzero!”.

A proposito di Santo Stefano ho fatto una breve ricerca legata a ‘cantastorie’ e debolezza politica isolana.

Cusani e Tajani fanno una visita all’isola di Santo Stefano siamo nel 2009.
Il sindaco di Ventotene Giuseppe Assenso, che nel frattempo ha raggiunto Cusani e Tajani sull”isolotto, ascolta con orecchie piene di speranza le ultime parole del Commissario europeo.

«Tutti soldi buttati – dice Cusani – Non si può pensare di intervenire a macchia di leopardo». E il milione e mezzo di euro speso per ridipingere di rosa l”ingresso del fortino e per altri piccoli “blitz” di manutenzione ancora in corso danno proprio l’idea di uno spreco di risorse. L’idea di Cusani e di Tajani è quella, invece, di un restauro radicale, totale. Se necessario anche demolire e ricostruire tale e quale. Tanto è tutto pericolante. «Il progetto, però – spiega Cusani – non deve riguardare solo la struttura del carcere, ma interessare tutta l’isola».

«L”ideale – gli fa eco Tajani – sarebbe trasformare questo posto in un centro polivalente in grado di ospitare scuole di formazione professionale legate alla marineria, un museo che ripercorra la storia del carcere unendo le vicende personali degli ergastolani alla storia d”Italia, dal Risorgimento al Fascismo. Potrebbe diventare la struttura simbolo di quell”idea di Europa Unita voluta da Altiero Spinelli». «Ma anche un punto d”osservazione naturalistico, sia dell”ambiente marino sia dell”avifauna – ribatte Cusani – per attirare diverse tipologie di turisti». L”isola, come Ventotene, è una tappa obbligata per gli uccelli che migrano dal Nord Europa verso l”Africa.

«La Provincia di Latina potrebbe accollarsi le spese di uno studio di fattibilità. Ma è indispensabile rendere partecipi il Mibac, il ministero del Turismo, la Regione Lazio e soprattutto l”Europa», dice allungando verso Tajani la “o” d”Europa.
Il Commissario europeo compone sul suo cellulare il numero del Quirinale per condividere con Napolitano le emozioni di questa visita sull”isola di Santo Stefano. È un «sì» più che esplicito a Cusani

«Per prima cosa proporrò a Strasburgo di inserire le spese per sostenere il progetto nel prossimo Bilancio comunitario. Ma è necessario studiare una soluzione affinché quest’opera non diventi una cattedrale in mezzo al mare». «Alla fine di settembre – continua Tajani – ci sarà un vertice europeo in materia di trasporti marittimi a Napoli. Il recupero del penitenziario potrebbe rientrare nel più ampio progetto delle autostrade del mare. L’ideale sarebbe aprire il vertice del Trattato di Lisbona con l”annuncio di quest’opera. E una volta realizzata inaugurarla ospitando una seduta del Consiglio europeo».

Assenso approfitta della visita informale per consegnare a Cusani una cartellina con nuove richieste di aiuto economico dalla Provincia. La più grande sfida del sindaco è tentare di convincere i suoi giovani concittadini a non scappare dall”isola. «Fare del carcere una struttura di livello mondiale sarebbe fantastico, ma intanto – dice picchiettando con l”indice sui fogli – ci sarebbero queste due cosine per tirare a campare».

Ma poi arrivano anche notizie di vendita dell’Isola di Santo Stefano

“L’annuncio di vendita è stato pubblicato su Immobiliare.it dall’agenzia Remax ma non è la prima volta che si prova a vendere l’isola, che si trova a un miglio esatto da quella di Ventotene, anch’essa usata come confino sin dai tempi dei romani…”.

“Nei decenni passati sono state moltissime le ipotesi di recupero del carcere e dell’isolotto pontino, in stato di abbandono da anni. Alcune ipotesi parlavano di farvi un centro di ricerca scientifico sul mare o comunque un polo di studio altamente avanzato vista la posizione a pochi chilometri dalla capitale. Altri invece studiarono il modo di farne un atollo turistico ma nonostante lo sforzo nessuno riuscì mai a portare a termine il progetto.”

Ma perché non si riesce a far decollare un progetto di recupero e risanamento.  Il giornalista dice che addirittura la colpa è della conformazione fisica dell’isola e gli eventuali vincoli che non rendono produttivo uno sacrificio finanziario.

“I motivi che rendono inadatta l’isola al turismo sono molteplici e partono intanto dalla difficoltà di recuperare la struttura del carcere ma soprattutto riguardano la conformità dell’isola che, oltre ad essere parco marino protetto a cui non si può accedere, non ha neanche l’ombra di una spiaggia ma solo scogliere a strapiombo. Non a caso fu scelta dai Borbone per farvi un carcere inespugnabile e dal quale nessuno è mai riuscito a fuggire”.

Vi sembrano motivi credibili?

Conclusioni mie
Che cos’è Ventotene senza Santo Stefano e che cos’è Santo Stefano senza il recupero del suo carcere.  Che cos’è Ponza senza Zannone e Palmarola. Ognuno di queste isole ha una sua peculiarità turistico/ambientale già fissata da leggi dello Stato e della Comunità Europea, ma le due comunità le vivono senza saperle governare in una visione organica.

Io mi chiedo se è ancora sia possibile che le due isole Ponza e Ventotene non abbiano un progetto politico di gestione turistica storico/ambientale comune.

La “Comunità dell’Arcipelago Ponziano” nacque per questo scopo, coordinare le politiche turistiche ambientali, e dobbiamo dire che dopo la parentesi Rotiroti / Schiano la “Comunità” è diventato un Istituto inutile, ma se ne sente  la mancanza politica che io ritengo addirittura superiore rispetto a quella dei singoli Comuni.
Non a caso,in una breve parentesi temporale, si fece il nome di Gabriele Panizzi a governare questo Istituto.
Era una vera soluzione: l’autorevolezza dell’uomo poteva dare l’impulso per la vera svolta. Ma poi la cosa non andò in porto.

Per dare forza alle idee e quindi alla politica bisogna esser ambiziosi, soprattutto coraggiosi e per le isole ponziane l’ambizione è puntare a istituire il Parco Nazionale delle Isole Ponziane.
Vedete, già l’ho detto in un altro articolo. Per il 70% le isole Ponziane di fatto sono già sottoposte a vincoli di ogni tipo: Ventotene e Santo Stefano oasi marine, Zannone fa parte del Parco del Circeo, Palmarola oasi di riproduzione, Ponza ha le sue Zps, Sic e compagnia bella.

Sottoposti a questa gabbia vincolistica che ci obbliga a delle responsabilità, possiamo continuare ad essere divisi, anzi a farci la concorrenza? …A fare a chi ha il Sindaco più bravo? …se la festa di San Silverio è più bella di quella di Santa Candida …e vedere che i nostri beni storici monumentali vengono abbandonati, che le nostre ricchezze ambientali non riescono a sostenere un turismo per tutto l’anno producendo l’abbandono delle isole da parte dei residenti?

Ma qui il problema è che neanche le nuove generazioni di amministratori  hanno il coraggio di rompere il tabù, ovvero le false discriminanti ambientaliste, che rimangono il problema fondamentale da superare per far decollare un progetto che attraverso  politiche basate sul raggiungimento di obbiettivi progressivi porti alla prospettiva di uno sviluppo economico delle isole ponziane per tutto l’anno.
E allora senza un vero peso politico, che rimane numerico, e senza una proposta forte, spendibile perché si inserisce sul solco delle destinazione delle isole come avanguardie ecologiche, economicamente e politicamente sostenibile per lo Stato e la Comunità Europea, noi piccole comunità siamo destinate agli annunci disperati per monumenti e storia in stato di abbandono e con nostalgia ricordare anche grandi Sindaci che per difendere l’ultima pietra si battevano come leoni a rischio delle proprie coronarie.

isola_santo_stefano [2]

Bibliografia di riferimento in file .pdf:

Pianeta Carcere.2009. Santo Stefano, l’ex-carcere in cerca di finanziamenti [3] (consultabile anche a questo link [4])

In vendita l’isola di Santo Stefano [5] (per l’articolo originale leggi qui [6])